lunedì 15 settembre 2025

Rai e non solo: palloncini di primo autunno

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Anzitutto un consueto e sentito ringraziamento alle lettrici e ai lettori di Bloggorai: pure quando non siamo on line (come ieri) vediamo da Google Analytics che diverse centinaia di persone hanno puntato il sito. Come se molti si recano all’edicola e non trovano il giornale preferito. Questo ci sostiene e ci spinge ad andare avanti. Grazie!!!

Dove eravamo rimasti? A Ranucci che sembrava sull’uscio pronto ad uscire dalla Rai e invece, abbiamo letto ieri su La Gazzetta del Sud (!!!) che “Rimango in Rai. Con La7 non c'è nessun contratto” e ha spiegato “… è vero che sono stato contattato dall'editore Urbano Cairo per un libro da scrivere ed è probabile che c'incontreremo come due persone che si stimano, ma sono nato e cresciuto in Rai e la maglietta del servizio pubblico ce l'ho cucita addosso. Vorrei solo che restassero - ha aggiunto le condizioni tali da permettere a me e ai miei collaboratori di continuare a lavorare col rigore e la libertà di sempre”. Qualcosa non torna. Anzitutto l’evidente sproporzione di attenzione da quando si era diffusa la notizia della sua presunta uscita a quando la stessa sarebbe rientrata. Nel giro di poche ore, un paio di giorni, siamo passati dalla tragedia a qualcosa che non si capisce bene cosa potrà essere. Non torna la frase “vorrei che restassero le condizioni tali…” cosa vuol dire esattamente? Ci sono o non ci sono le “condizioni tali” come il taglio delle puntate, gli spostamenti di palinsesto, gli impedimenti burocratici etc? Queste condizioni sono state o saranno rimosse nel senso che l’AD ha preso impegni in tal senso? Non basta affermare di aver “cucito addosso” la maglia del Servizio Pubblico”. Ci piacerebbe che Sigfrido, per la fiducia e la stima che gli dobbiamo, fosse più chiaro ed esplicito e magari gli saremmo pure grati se dicesse qualcosa di più su tutto il perimetro dell’informazione Rai e non solo per quello che riguarda la sua trasmissione e il suo “genere” specifico.

Poi ancora, dove eravamo rimasti con tutte le altre questioni aperte? Prepariamoci a spegnere le candeline: tra pochi giorni, il 26 settembre, sarà trascorso un anno dalla doppia nefandezza congiunta: la nomina del Cda Rai con i criteri della vecchia Legge Renzi quando invece si poteva e doveva provare ad anticipare quelli previsti dall’EMFA. È stato fatto un regalo formidabile al Governo che non vedeva l’ora di mettere le mani completamente sulla Rai a sua immagine e somiglianza. La nefandezza congiunta è la mancata nomina del Presidente con la quale si realizza la paralisi della Vigilanza Rai che non riesce più a convocarsi nonostante pure il severo monito di Mattarella. È una pagina indegna quella che dobbiamo leggere e lo è ancora di più perché vede coinvolte ab origine due forze politiche, il M5S e AVS, che sono stati complici e artefici, diretti o indiretti, volontari o meno, di questa nefandezza.

Poi ancora, come abbiamo scritto e ribadiamo, lo scontro strategico sarà sul campo dell’informazione ma anche sugli altri campi non si raccoglieranno margherite. Non si raccoglieranno margherite sul campo degli ascolti e degli altri generi Tv: la “faccenda” dei pacchi d’azzardo di RaiUno potrebbe essere solo la punta di un fenomeno dilagante sule altre reti e sugli altri generi: le serie tv, le fiction con il numero progressivo (Don Matteo 12 o Makari 4).  Non si raccoglieranno margherite sul fronte Rai Way in vista della chiusura del MoU a fine mese. Dall’operazione “vendita” (e non fusione come invece ai Fondi piace pensare) dovevano arrivare i previsti 190 mln, poi pure ridotti a 130. Zero. Non se ne parla più. E però erano i soldi necessari a sostenere il Piano Industriale, la famigerata Digital Media Company (mai specificata "di Servizio Pubblico”): puffete, zacchete, tutto svanito come una bolla di sapone come pure i tanto chiaccherati KPI anch’essi volatizzati.

Non si raccoglieranno margherite sul fronte, infine, della riforma Rai: nessuno sembra aver fretta di chiudere la partita nel recepimento dell’EMFA. L’opposizione si aggira confusa tra un testo fantasma (ora forse definitivamente abbandonato al suo triste destino) e la scrittura di emendamenti da presentare al testo di maggioranza. Quali saranno e chi li scriveranno è un mistero. Forse, dicono, gli stessi “due amici al Bar” che hanno prodotto il testo di fine luglio ora abbandonato: possiamo stare tranquilli, li abbiamo messi in cassaforte.

Tanto per intenderci e dare misura, idea, di cosa succede invece oltre la siepe dell’ex Viale Mazzini: oggi merita attenzione leggere il supplemento Economia del Corriere con titolo “La nuova vita del Biscione e ora i rivali sono Netflix e Bezos”. Of course, non è certo la Rai che per loro sta bene, benissimo così com’è. Questa la sintesi “… obiettivo di Berlusconi non è entrare in diretta competizione con i grandi streamer. Il mercato di riferimento è più segmentato e il confronto vero sarà con tre ecosistemi: gli streamer come Netflix e Prime sul lato pay-per-view e advertising on demand; YouTube nel time-spent digitale; le telco che presidiano i device finali nelle case. Per reggere, MfE deve diventare fornitore di soluzioni, più che di spazi”.

Rai? Maggioni e Vespa, Sanremo, i pacchi d’azzardo, Don Matteo 12, un Posto al Sole? Di cosa stiamo parlando? Boh !!!

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