martedì 16 gennaio 2024

Trappoloni RAI


Lo abbiamo scritto più volte ed era facile immaginare che il nuovo anno (bisesto) poteva vedere la tensione intorno alla Rai e al Servizio Pubblico aumentare di notevole intensità. Però abbiamo sottovalutato i tempi: non potevamo immaginare che la battaglia sarebbe iniziata subitissimo.  Il terreno è seminato di trappole ma non si capisce se Rai ci casca da sola o qualcuno ce la spinge sopra.

Nei prossimi giorni è prevista bufera, o almeno si spera, cioè speriamo proprio che qualcuno abbia la voglia, la forza e il coraggio di affrontare il tema “Piano Industriale RAI” con la doverosa attenzione (eufemismo).

Sommario telegrafico. Il Piano precedente è scaduto lo scorso anno. Già da giugno Sergio/Rossi hanno avviato consultazioni informali con il ministero (Giorgetti) per valutare lo stato di avanzamento del nuovo Contratto. A fine luglio compare una prima bozza “Piano Industriale 2023-25 e Focus sul Piano Immobiliare” misteriosa e accuratamente occultata. Contestualmente, in Vigilanza Rai viene presentato il nuovo Contratto di Servizio poi approvato il 3 ottobre.

Del piano si perdono le tracce e riappare con una dichiarazione di Sergio dello scorso 14 dicembre «Oggi abbiamo presentato in via preliminare al Cda un piano importante e delicato perché cade in un momento di svolta nel mondo della produzione radiotelevisiva. Il nuovo panorama multipiattaforma e multidevice implica alla Rai una necessaria evoluzione che ne mantenga la centralità nella produzione culturale e dell’audiovisivo in genere» ha detto l’amministratore delegato della Rai, Roberto Sergio, al termine del Cda che ha avviato l’esame del nuovo piano industriale 2024-26. Si tratta naturalmente di una prima versione, che il Cda dovrà esaminare e discutere nelle prossime settimane (Milano Finanza)”.

Dopo di che Sergio/Rossi si recano in Vigilanza Rai il 20 dicembre dove espongono le “linee guida” come da documento che abbiamo citato più volte del 21 luglio ed annunciano che il Piano sarà approvato a gennaio.

Bene. Anzi, malissimo! Ma di che Piano stiamo parlando? Ricordiamo, per inciso, che il Piano Industriale datato 4 marzo 2019 precedente era composto da un documento di 274 pagine e di 5 allegati: Allegato 1 Piano Editoriale dell'offerta televisiva Rai 2019-2021; Allegato 2 Progettazione per la realizzazione dei canali dedicati all'offerta estera e in lingua inglese Rai 2019-2021; Allegato 3 Piano per l'informazione istituzionale Rai 2019-2021; Allegato 4 Piano per l'informazione Rai 2019–2021 e Allegato 5 Progetto di tutela delle minoranze linguistiche per un totale di circa altre 300 pagine molto fitte di dati e tabelle.  Da notare che il solo Allegato per l’informazione particolarmente ricco di preziosissime informazioni, è di 116 pagine.

Allora. Delle due l’una. O il “Nuovo Piano” si limita a quanto noto del 21 luglio e poco più, con l’aggiunta di una previsione economica di spesa di circa 225 milioni oppure si tratta di qualcosa di più corposo, almeno se non inferiore, di “spessore” di quali e previsione del Piano precedente. Se ci atteniamo a quanto dichiarato da Sergio in Vigilanza  a dicembre (“… un Piano serio”) vorremmo intendere che potrebbe essere valida la seconda ipotesi, cioè che i consiglieri prima della sua approvazione avranno visionato, studiato, approfondito, valutato, comparato, analizzato e dibattuto in lungo e largo un “documento” che, supponiamo, sia ben più corposo di quello del 21 luglio scorso e che è stato presentato solo nelle “linee guida” nel Cda del 14 dicembre dove, dove si è detto, che il Cda dovrà “ …esaminare e discutere nelle prossime settimane”.

La domanda è lecita: sono passati una manciata di giorni feriali (supponiamo che il sabato e domenica riposano) e da allora, i consiglieri sono stati messi nelle condizioni di “agire informati” come prevede dettagliatamente la giurisprudenza per  gli amministratori di società privi di deleghe? Cosa hanno “esaminato”? I consiglieri sono stati adeguatamente avveduti dei rischi connessi all’approvazione di un Piano che non gode di adeguate coperture finanziarie come lo stesso Sergio ha, giustamente, ribadito debbano necessariamente esserci? E NON ci sono! Come si può finanziare un Piano che per i 215 mln necessari potrebbe poggiare solo sulla vendita (controversa, non facile e non immediata) di RAI Way? Per inciso, di questo tema nel Nuovo Piano non ci risultano tracce, seppure non da un punto di vista finanziario ci dovrebbero essere almeno sul piano tecnologico/industriale.

Il “Nuovo Piano” oltre alle generiche definizioni di principio “rilevanza, inclusività, credibilità, responsabilità e sostenibilità” si occupa pure di Informazione come il precedente Piano? Ovviamente, Bloggorai, non è conoscenza di quanto hanno potuto visionare dettagliatamente i consiglieri e loro se ne guardano bene da rendere pubblico quanto sarebbe utile e necessario. Rimane quindi il forte sospetto che tanta fretta nel voler approvare questo Nuovo Piano, prima ancora del Contratto di Servizio ( o forse contestualmente come si vorrebbe) celi un ennesimo “trappolone” sulla falsariga  di quanto avvenuto con il Contratto di Servizio e delle gabole successive (parti sottratte al documento approvato il 3 ottobre).

In soldoni: il prossimo Cda cosa si accinge ad approvare?

bloggorai@gmail.com

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