giovedì 18 gennaio 2024

FLASH: 18 gennaio 2024, l'anno 0 della "nuova" RAI


La “nuova” RAI non è iniziata con lo sbarco dei nuovi amministratori nominati dal Governo di destra lo scorso anno. La Nuova RAI è iniziata questa mattina con l’approvazione del nuovo Contratto di Servizio e del collegato Piano Industriale che impegnerà l’Azienda per i prossimi anni.

C’è una Rai di prima e una di oggi. È finita, come ci ha scritto il lettore che abbiamo citato, “quella” RAI di “c’era una volta” ed è iniziata una RAI di oggi. È anzitutto la nuova RAI di Maggioranza e di Governo. È la nuova Rai della “nuova” Mediaset. È la “nuova” RAI più povera in tutto,  di risorse e di utenti e che  si rivolge prevalentemente agli anziani. È la “nuova” RAI che non deve crescere più di tanto, quella che sta bene così purché non dia fastidio alla concorrenza, senza grande cinema, senza grande sport, relegata nel Digitale terrestre almeno per qualche anno ancora e poi si vedrà.

Cosa hanno votato questa mattina? Hanno votato un Contratto di Servizio falso e vuoto come un soldo bucato. Un Contratto di Servizio che prevede una “Digital Media Company”  che nessuno ha mai capito se dovrà essere a prevalente interesse pubblico o con sottointesi interessi privati. Cosa è una Digital Media Company di Servizio Pubblico e come si differenzia da una stessa DMC di carattere privato? Provate a chiederlo ai consiglieri. Lo stesso termine “pubblico” pure presentato come emendamento da anteporre all’articolo in questione al dibattito in Vigilanza è stato cassato. Ci sarà pure un motivo … o no? Si, certo che c’è!

Hanno poi votato un Contratto di servizio dove si parla dei famigerati KPI come se il Servizio Pubblico fosse una fabbrica di bulloni. Con lo steso approccio culturale e imprenditoriale: se li produci bene ti meriti un premio (canone) altrimenti ti taglio quello che si può tagliare e il primo risultato di questa filosofia si è visto in anticipo. Intanto ti riduco il canone e poi vedremo, se tu RAI ti comporti  bene, se e quando il MimIt e non il MEF erogherà un contributo di 430 milioni ma, beninteso, solo per quest’anno … poi si vedrà.

Hanno votato un Contratto di Servizio che nemmeno ai tempi dei patti agrari, siglati sotto un albero e con una pacca sulle spalle, si vedeva più. Non ci sono obblighi specifici ma solo generiche raccomandazioni e pure relegate in serie B, con un miserrimo allegato 1 senza capo ne coda. Ognuno è libero di fare quello che crede. Un Contratto? Che contratto è mai quello dove non si prevedono impegni specifici tra le parti? Non è lo stesso Contratto del precedente. È verosimile supporre che pochi si sono presi la briga di confrontarlo con quello approvato oggi. Ma non è, infine,  lo stesso Contratto approvato in Vigilanza dopo che al Ministero hanno tolto qualche parolina che dava fastidio e non è tanto rilevante cosa hanno tolto ma il metodo che hanno usato cioè ha deciso il Ministero e tanto basta, con buna pace e silenzio di tutti compresi i parlamentari della Vigilanza.  Cosa hanno votato? Un Contratto bucato, povero di risorse e ricco di parole tanto ambiziose quanto senza gambe sulle quali poggiare.

Veniamo al Piano Industriale. Cosa hanno votato? Quale disegno di politica industriale è stato proposto? Che differenza c’è tra quello votato oggi e il precedente? Tanto per capire: cosa prevede per quanto riguarda l’informazione, l’organizzazione e il numero delle testate, quanti giornalisti sono necessari per fare quello che fanno? Reti, testate, canali generalisti e specializzati con ascolti da condominio? Le tecnologie? C’è qualcosa sulla CDN? Come si declina questo Piano con la Digital Media Company, con quali mezzi si sostiene e dove e verso quali obiettivi si indirizza? Per fare cosa? Per quanto è noto sapere (luglio 2023) il budget assegnato per gli investimenti era di 215 milioni (oggi diventati 225). A parte (e non è considerazione irrilevante), che si tratta di una cifra assai modesta, da dove dovrebbero uscire questi soldi? Il comunicato stampa RAI di oggi contiene una gabola sorprendente:  si legge che “A favorire la realizzazione degli investimenti di trasformazione digitale delineati sarà la valorizzazione di una quota di partecipazione in Rai Way S.p.A., garantendo al contempo il mantenimento in capo a Rai della maggioranza del capitale sociale. Rai rimane comunque interessata a valutare le prospettive di sviluppo industriale della Controllata”.  Tradotto: vendiamo una parte di RAI Way e poi vedremo su cosa si potrà fare per il “polo delle torri”. Della serie "poche idee ma alquanto confuse". Lo sanno pure i muri che si tratta di cose diverse, con finalità, tempi ed obiettivi diversi ma, in primo luogo, con una prospettiva industriale diversa. Quale è? boh!!! Intanto, per la gioia degli azionisti, oggi il titolo in Borsa se ne va per conto suo: poco fa perdeva quasi il 7%. I “Fondi” forse non sono molto contenti. 

Ma chi lo ha votati questi documenti? Era facile intuirlo già dai giorni scorsi. Lo sapevamo già da ieri sera come sarebbe andata a finire. Poco fa la presidente della Vigilanza Barbara Floridia ha dichiarato “Apprendo con favore che il Cda della Rai ha appena approvato il testo del nuovo contratto di servizio recependo in larga misura le proposte contenute nel parere formulato dalla Commissione di Vigilanza lo scorso 3 ottobre. … Al netto di alcuni aspetti certamente migliorabili è importante che il Servizio Pubblico abbia raggiunto questo obiettivo e possa guarda con più fiducia alle sfide del prossimo futuro”. Gentile Presidente, santa pazienza, ma come si fa ad apprendere con favore che il nuovo testo ha recepito “in larga misura” il parere del 3 ottobre? Fino a prova contraria, o il nuovo testo ha recepito quanto avete approvato o non lo ha recepito? Come può averlo recepito "solo in parte" ed esserne soddisfatti? E, di grazia, quali sarebbero gli aspetti che non avrebbe recepito. Noi lo sappiamo perché lo ha comunicato il Ministero. Infine, “aspetti migliorabili” ? e quali sarebbero questi aspetti che già non avete indicato nel voto del 3 ottobre? E chi li modificherebbe ora? Il MimIt come ha già fatto motu proprio? Lasciamo perdere.

Come pure lasciamo perdere chi ha votato cosa. Al momento in cui scriviamo, per quanto si legge sui comunicati (Rai e MimIt) sappiamo solo che i due documenti sono stati votati a favore sul Contratto e “a larga maggioranza” sul Piano. Ovvero, per quanto sappiamo, che solo la consigliera Bria ha votato contro il Piano Industriale e si è astenuta sul Contratto. Anche su questi dettagli, chi ha votato cosa, in questo momento non è dato sapere con certezza. Sappiamo però con certezza che questo Cda è in scadenza, come lo yoghurt. “Odi armene a coloro che verranno”.

L’Anno 0 della Nuova RAI è iniziato questa mattina.

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