venerdì 12 gennaio 2024

RAI: il quotidiano giramento di trottola

Foto di InspiredImages da Pixabay

 

Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po'
… l'anno vecchio è finito ormai
ma qualcosa ancora qui non va.

Già. Qualcosa per la RAI e per il Servizio Pubblico non va e non promette che possa migliorare. La lettera di ieri dell’autorevole e anonimo lettore ha colpito nel segno e destato grande interesse. I temi e problemi trattati sono tutti sul tappeto e nessuno tra questi ha l’aria che si possano risolvere presto e bene a vantaggio del Servizio Pubblico. Anzi.

Oggi ce la caviamo con poco ma con grande irritazione. Ci tocca leggere un’intervista dell’AD Sergio Rossi che non meriterebbe essere commentata se non per la chiosa finale dove dichiara “Chi afferma che la Rai perde ascolti, che i tg e in particolare il Tg1 va male, che io e Rossi siamo ai ferri corti, dice il falso. Nel tentativo, fallito, di delegittimare gli attuali vertici che hanno l'obiettivo di ridare lustro, immagine e orgoglio alla Rai. E soprattutto di rendere l'azienda libera e plurale con quel riequilibrio reso necessario da una visione passata miope e di parte.  Il veleno sta sempre nella coda, ecco il suo compito sostanziale: riequilibrare (a destra, ovviamente)  ovvero rendere libera l’Azienda (dalla sinistra, ovviamente). Urticante. Ci sarebbe molto altro da dire ma ce/ve lo risparmiamo, non lo merita.

Ben più grave invece quanto scrive Gianluca Roselli sul Fatto di oggi dove titola: “Rai, Urso sforbicia il contratto di servizio: cancellato il limite alle produzioni esterne”. A proposito del nuovo Contratto di servizio approvato in Vigilanza lo scorso 3 ottobre si legge : “Ieri il testo del nuovo contratto, che delinea la "mission" dell'azienda pubblica dal 2023 al 2028, è tornato in Cda a Viale Mazzini, ma l'approvazione finale è slittata: il testo è arrivato ai consiglieri all'ultimo minuto, mezz'ora prima del Cda, previsto alle 15, senza dare il tempo necessario per valutarne i contenuti. Che erano mancanti di tre parti”. E non erano parti di poco conto: limiti alle produzioni esterne, impegno ad utilizzare conduttori under 35 e maggiore informazione istituzionale. Il primo punto è di assoluto rilievo: la lobby delle società di produzione esterne e degli agenti ad esse collegati hanno fatto bingo: questo Contrato non s’ha da fare! Punto.  E chissenefrega se lo ha approvato la Vigilanza (pure scempio nei contenuti) con un parere “obbligatorio ma non vincolante” ovvero, un parere etereo, volatile, irrilevante poiché, tanto, alla fin fine il Ministro, ovvero il Governo, subito dopo fanno quello che gli pare. E allora? A che serve la Vigilanza? Tanto vale passarlo subito al Ministro e alla sua controparte. Ora torna pure il perché tanta fretta assolutamente indebita ad approvarlo entro il 30 settembre.

Mannaggia la miseria, fa girare assai le scatole leggere cose del genere. Come pure dove si legge che “… in questo modo tutto continuerà come prima, con case di produzione e agenti a fare il bello e il cattivo tempo nella tv pubblica. Nella fascia di maggior ascolto, ovvero l'access prime time e la prima serata, il 60% dei programmi nelle tre reti generaliste viene realizzato fuori. Fatto che a molti dirigenti sta bene, ma a molti altri no”. A molti dirigenti RAI sta bene??? Cioè? Traggono vantaggi dalle produzioni esterne? A chi e perché sta bene? Alquanto grave.

Caro amico lettore autorevole anonimo: sei stato saggio, sereno ed equilibrato a descrivere quello che vedi e conosci ma sappiamo che c’è ben di peggio che conosci bene e non hai scritto e ‘sta roba di oggi lo evidenzia più che mai. In particolare sottolinea le osservazioni sul ruolo del Cda in genere e su questo in particolare: irrilevante in assoluto e imponderabile in particolare. Li voglio proprio vedere i consiglieri di opposizione con la valigia al piede come voteranno sia sul Contratto sia sul Piano industriale “coraggioso”.

Ci consoliamo pensando che siamo solo all’inizio dell’anno e che i prossimi undici mesi saranno molto lunghi per molti, non per tutti. Alcuni invece, forse presto, si dovranno occupare di altro e, forse, anche meglio delle beghe RAI. Auguri!

bloggorai@gmail.com

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