martedì 9 gennaio 2024

RAI e Governo: oggi in onda le "sportellate"

Foto di raellsr da Pixabay

 Per essere solo al 9 gennaio, non c'è che dire, si intravvede un anno frizzantino!!! 

Provate oggi ad immaginare un vecchio frigorifero abbandonato in discarica, ammaccato e arrugginito. Provate oggi ad immaginare che qualcuno possa utilizzare il suo sportello come arma impropria e inizia a utilizzarlo come un randello. Provate oggi ad immaginare questa scenetta che si svolge a metà strada tra Palazzo Chigi e Viale Mazzini 14. Attenzione: non tutto Palazzo Chigi e non tutta Viale Mazzini. Gli spettatori appartengono a famiglie diverse, una specie di “parenti serpenti” che fanno solo finta di volersi bene.

Bene: siamo entrati nel pieno dell’era 2024 delle “sportellate”. Si tratta di gesti inconsulti e alquanto misteriosi. Ieri vi abbiamo parlato di Contratto di Servizio e del suo “ritardo”. Domani sarebbe dovuto avvenire il misteriosissimo passaggio di un MUX Rai inDVB-T2. Non solo non avverrà domani ma nessuno è in grado di sapere con certezza se e quando potrà avvenire, quali canali verranno spostati e quali conseguenze in termini di ascoltatori persi ci saranno. Questo già è un buon motivo per cui “ritardare” (salvo che stamattina possa arrivare la temuta telefonata dal Ministero per la firma). 

Ma c’è anche un altro buon motivo, ottimo direi, che  potrebbe giustificare il ritardo: un polpettone avvelenato che bolle  in pentola. Leggiamo oggi su MF: “A Viale Mazzini sta riprendendo il lavoro per valutare con il governo l'innalzamento dei tetti alla pubblicità. In Rai, gli attuali limiti di affollamento pubblicitario al 6% sono considerati insostenibili con la riduzione del canone”. A qualcuno verrà uno stranguglione per diversi motivi. Il primo, sostanziale, è che semplicemente una “cosetta” del genere richiede tempi e procedure lente e complesse per dare forma ad una nuova legge in grado di intervenire su questa materia. NON si cambiano gli affollamenti pubblicitari con la bacchetta magica. Poi, come noto e come pure abbiamo scritto, una “cosetta” del genere potrebbe far girare qualcosa di strano  a Cologno Monzese e non solo: pure Cairo ci si è messo di mezzo avvertendo puzza di bruciato. E allora la domanda è: chi è il soggetto, dentro o fuori la RAI, che spinge in questa direzione ben consapevole delle difficoltà e rischi politici? È solo fumo negli occhi? La risposta probabile è SI. Potrebbe essere solo uno strumento di pressione, una moral suasion, per allentare e sciogliere qualche dubbio e incertezza. Leggiamo oggi il titolo del Sole: “Rai, il cda alla prova del piano industriale e dell'affare Rai Way. Fra l'11 e il 18 gennaio tre riunioni del board per chiudere il cerchio”. Il primo “cerchietto” lo potranno anche chiudere, non si sa bene come e perché, ma lo potranno (e lo vorranno)  fare non foss’altro per giustificare la loro esistenza in vita. Si tratta dell’ennesimo piano industriale che non verrà mai applicato, in tutto o in parte, come il precedente (da qualcuno pure definito "coraggioso"? Solo "chiacchere e distintivo" utile solo ad essere appuntato su una giacchetta striminzita e logora. Probabile, con la sola differenza che almeno il precedente poteva godere di una certezza che questo non ha: il canone a “geometria variabile” anno per anno a seconda delle buone intenzioni del Governo e pure per i 420 mln per quest’anno sono soggetti ai pruriti del MimIt che valuterà, vedrà, deciderà se a Viale Mazzini si saranno comportati bene (vedi disposizioni della Legge di Bilancio 2024). 

Altra storia è il secondo “cerchietto” di cui scrive il Sole. RAI Way si vuole semplicemente “vendere” una quota o si vuole avviare un processo di fusione per la creazione del "polo delle torri" che tanto piacerebbe e farebbe comodo agli azionisti e a Mediaset?  Per questo secondo aspetto leggiamo ancora sul Sole: “I fondi azionisti hanno già platealmente protestato. Ma quella vendita, insieme agli introiti e ai risparmi del Piano immobiliare, rappresenta un elemento chiave per dare risorse con le quali reggere il Piano industriale”. Ma allora, appunto, con queste incertezza e confusioni, come fanno ad approvare un Piano Industriale che non si sa dove poggiare?

Allora, torniamo al frigorifero arrugginito e al suo sportello ammaccato: chi mena sportellate a chi? Grosso modo, si tratta di una rissa tutta interna al Governo, l’uno contro l’altro armati. Vedremo.

In questa guerra di sportelli arrugginiti, non si lesinano colpi anche sugli ascolti. La stampa “governativa” insorge contro il titolo di Repubblica di ieri “La grande fuga dai telegiornali Rai . Fuga di spettatori dai telegiornali La crisi più nera è per Tg1 e Tg2” sicchè oggi Il Tempo titola “Nessuna fuga dai notiziari Rai Il Tgl delle 20 cresce” e Libero “Smentite le accuse di «Repubblica» . Altro che tele-Meloni la rivoluzione silenziosa del tg1 di Chiocci conquista ascolti” dove all’interno dell’articolo leggiamo una chicca di rara saggezza “Gian Marco Chiocci, l'unico per cui Giorgia s'è veramente spesa, incarna lo stratega di una «rivoluzione culturale» avviata con fini giornalisticamente incontrovertibili, semplici, finanche banali… Insomma, nel suo primo semestre da televisionista, Chiocci ha raggiunto, cocciutamente, i bersagli”.

Si capisce ora perché l’altro giornale di stampo governativo, il Foglio, da tempo, lascia intendere parlando del cambio al vertice di Leonardo titolaBalli in Leonardo. Cingolani contro Violante. In pole Il dg Rai Rossi” e poi scrive “L'idea di sostituirlo con Rossi è più di una chiacchiera. Si conosce in Rai come in Leonardo. In Rai resterebbe ad, Roberto Sergio, e magari promosso dg Chiocci”.

Fra poco gli sportelli arrugginiti potrebbero non essere più sufficienti. E, con questi chiari di luna, il Cda RAI vorrebbe approvare il Piano Industriale ? Con che coraggio !!! ma anzitutto con quale "copertura" politica ???

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