sabato 20 gennaio 2024

RAI: abbiamo perso "noi" o hanno vinto "loro" ???


Generale, la guerra è finita
Il nemico è scappato, è vinto, battuto
Dietro la collina non c'è più nessuno
Solo aghi di pino e silenzio e funghi

Giovedì sera, al temine di una giornata di traverso, cosa poteva esserci di meglio che un buon film? Un nome, una garanzia: Wim Wenders con “Perfect Days”. Non c’è un finale da svelare, è tutto molto semplice e nella sua assoluta semplicità che c’è tutta la sua bellezza. Quella bellezza che nessun autore/attore italiano oggi è in grado di rappresentare sul grande o piccolo schermo. Di cosa si parla? Del nulla che è il tutto. Il vuoto che è il pieno. Il poco che è molto. Si può essere felici anche pulendo i cessi pubblici e leggendo buoni libri, fotografando  foglie al vento e coltivando piantine. Punto. Quale metafora migliore per descrivere in poche parole un senso generale, un sentimento diffuso ovvero l’aria che tira intorno alla RAI, quella che si avverte e percepisce quando si parla di RAI passeggiando nei giardini di Viale Mazzini (piccolo mondo antico). Si può essere felici anche senza “questa” RAI, anche senza un Contratto di Servizio bucato e un Piano Industriale raffazzonato. Forse si!

Allora, andiamo al sodo: la partita RAI è finita con il voto di giovedì in Cda dove è nata la stella della “nuova RAI”? E’ tutto finito, perduto, svanito come fumo al sole? I nemici che festeggiano sul campo di battaglia mentre si spartiscono il bottino e gli amici dispersi, avviliti e confusi? Che facciamo? Sbaracchiamo  e ci andiamo ad occupare di collezioni di francobolli giapponesi? Forse che si ma anche forse che no.  

La battaglia è persa forse che si.

È stata una battaglia persa in partenza, partita male e condotta peggio. Le prime avvisaglie della sconfitta incombente ci sono state già da quando a Viale Mazzini hanno preso le redini della trattativa sul Contratto certe figure opache che hanno fatto del mistero e della segretezza il loro mantra. Per oltre un anno non si è saputo nulla e solo lo scorso luglio è saltata fuori dal cilindro la prima bozza. Prima di allora silenzio tombale. Poi, il 3 agosto, il presidente AgCom Lasorella in Vigilanza Rai denuncia l’anomalia del famigerato Allegato 1. Nessuno gli ha dato ascolto. La Presidente Floridia mette fretta: bisogna chiudere entro il 30 settembre! Perché? Mistero. In Vigilanza succede che il relatore di minoranza, Nicita (PD), rimette il suo incarico in dissenso con la bozza di documento che sta prendendo forma. Perché? Mistero. Si vota il 3 ottobre e il documento non passa all’unanimità: troppo evidenti buchi e incongruenze. Passano le settimane e, nel frattempo, solo il Fatto del 12 gennaio denuncia che al Ministero sono stati fatti tagli significativi al documento della Vigilanza. Qualcuno ha sollevato un ciglio? No, silenzio tombale. Il nemico ha vinto, su tutti i fronti ma non perché erano forti ma solo perché avevano di fronte l’Armata Brancaleone. Ca va sans dire, anche Bloggorai, in microscopica quota parte, vi ha fatto parte. Una storia analoga si è ripetuta sul Piano Industriale, ovviamente secretato. Da anni se ne parla e da anni si ripete che, tanto, è carta straccia come lo è stato nelle versioni precedenti. Si, va bene, però se ne vantano gloria: la Soldi ha esultato!

La battaglia è vinta forse che si.

"La più grande vittoria è quella che non richiede alcuna battaglia". Già, non c’è stata battaglia e non ci sono stati eserciti schierati l’un contro l’altro. È possibile però che, paradossalmente, abbiamo vinto noi che non abbiamo nemmeno combattuto pure senza un esercito? È possibile solo perché il tempo della nostra battaglia è molto più lungo del loro. Noi possiamo avere la certezza di aver perso una battaglia “tecnica” ma non la guerra. Sui tempi lunghi, questa RAI, questa RAI figlia di questo Governo, quella nata giovedì, è destinata ad un mite, subordinato e ridotto destino o, peggio, all’estinzione come i dinosauri. Forse, si estingueranno da soli: ieri sera abbiamo visto la prima serata di RAI Uno, prodotta in collaborazione con una società esterna. Non sono nemmeno capaci di mettere su un semplice spettacolo di varietà con le risorse interne  e vorrebbero fare la Digital Media Company??? Hanno perso loro perché, semplicemente, non conoscono e non capiscono la macchina RAI. Non conoscono e non capiscono la natura, la logica del Servizio Pubblico.  La loro prospettiva è “tirare a Campari” tra un debito e l’altro, tra una svendita e l’altra, tra un taglia, cuci e rattoppa. Non conoscono e non capiscono la televisione e il suo pubblico: quando va bene si arroccano sulle reti generaliste dove mandano in onda (domani sera) l’ennesima replica di Montalbano o costosi programmi che devono chiudere per mancanza di pubblico.  

La sola, vera, unica e grande battaglia, tutta ancora da iniziare, sarà su una nuova Legge. Allora si che ci sarà da divertirsi.

Morale della favola: cosa hanno vinto? Nulla. Foglie al vento come quelle che  fotografa il protagonista di "Perfect days": un Contratto di Servizio che non è un Contratto e un Piano che non si regge in “piano”. Bene che vada prevede solo un generico impegno a sostenere gli investimenti di 225 milioni con la vendita di quote di RAI Way e briciole di patrimonio immobiliare. Per il resto solo ”chiacchere e distintivo” di un consiglio in disarmo e con un vertice sull’orlo di una prossima crisi di nervi, quando si dovrà decidere il destino dell’uno o dell’altro.

Solo il capitolo RAI Way sarà molto interessante da seguire nei prossimi giorni. O meglio, nei prossimi mesi, perché come abbiamo scritto nei “razionali” di questa operazione il primo punto fermo dal quale si muoveranno i passi successivi saranno le prossime elezioni. Il Cda RAI non decide nulla che il Governo non voglia. Punto. A capo.

bloggorai@gmail.com

Ps: è insopportabile questo alone di mistero e segretezza, ai limiti del carbonaro, che alcuni continuano a mostrare. Perché? Qualcuno li ha forse minacciati?

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