In Italia buio profondo: non c’è luce nel quadro politico prossimo ad un implosione dagli esiti incerti. Non c’è luce sul piano sanitario con una pandemia ancora pericolosa. Non c’è luce sul piano economico con milioni di persone che già soffrono una crisi drammatica che potrebbe pure aggravarsi. Infine, per quanto riguarda e interessa questo blog, non c’è luce sul Servizio Pubblico immerso nella palude dell’incertezza sul proprio destino. E siamo solo all'inizio dell'anno: la tempesta potrebbe iniziare presto.
Questa mattina non c’è nulla di meritevole da segnalare e per consolarci, come al solito, andiamo a dare un'occhiata a coloro che provano a pensare, a studiare, a riflettere, a cercare di vedere cosa potrebbe succedere nel prossimo futuro. Senza polemica, per carità, ma a Viale Mazzini quando si usano questi termini a qualcuno viene l’orticaria.
Allora, oggi ci siamo imbattuti proprio sulla parola “futuro” e abbiamo fatto qualche ricerca. La prima scoperta interessante, ca va sans dire, si trova alla BBC:
https://www.bbc.com/future/article/20151016-welcome-to-a-home-for-the-insatiably-curious/
con un titolo significativo: “We believe in truth, facts, and science. We take the time to think. And we don't accept — we ask why”. Si avverte subito cosa marca la differenza: l’interesse più che la curiosità a guardare oltre, andare con lo sguardo e la mente al di fuori dei confini angusti della cronaca quotidiana, trovare fonte di ispirazione per avere visioni e progetti. Volete sapere qualcosa di più in particolare per il mondo broadcast e TLC? Semplice, guardate sempre alla BBC: https://www.bbc.com/news/entertainment-arts-55350906 .
Poi, magari vi viene voglia di sapere le stesse cose per quanto riguarda il nostro Paese e magari pure della Rai. Fateci sapere se trovate qualcosa o qualcuno che da Viale Mazzini ha da proporre un tema, un argomento, uno studio, un dibattito, un confronto, una riflessione. Magari ci è sfuggito.
Spesso, alcuni nostri lettori si lamentano del fatto che su questo blog di Rai si scrive più sul versante negativo che non su quello positivo e ci chiedono il perché. Anzitutto è vero. Hanno ragione. E chi vi scrive lo fa con dichiarata intenzione di interesse a tutela del Servizio Pubblico. Il perché è presto detto. Smontiamo subito l’obiezione. Anzitutto ciò che viene fatto di positivo è il minimo sindacale di quanto dovuto in cambio delle risorse che al Servizio Pubblico vengono assegnate. Sarebbe non grave ma apocalittico il contrario. Le risorse, canone e pubblicità, sono poche, sufficienti, eccessive, giustificate o meno? Dipende tutto e solo da come vengono impiegate, da come vengono gestite. Il problema è, appunto, fare di meglio con le stesse risorse oppure fare le stesse cose ma meglio. Poi si dovrebbe, si potrebbe pure cercare di disegnare un progetto, una visione, una missione da assolvere in parte per quanto gli è stata dettagliatamente assegnata con il Contratto di Servizio e la Concessione e in parte per quanto sarebbe lecito attendersi da chi è pagato anche per guardare avanti. È un approccio che invece sembra essere totalmente assente e lo è in modo ingiustificato. Dibattere, proporre, riflettere è gratis. È un semplice problema di cultura aziendale, di organizzazione del pensiero razionale, di chi lo promuove e di chi lo sostiene.
bloggorai@gmail.com
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