domenica 24 gennaio 2021

Governo e Sanremo: stesso destino?

Chi vi scrive ha avuto il fortunato privilegio di lavorare in una Rai che, per molti aspetti, ora non c’è più. Correva l’anno 1994 e si voleva fare promozione di “L’arte di non leggere” una trasmissione di RaiUno, condotta da Fruttero&Lucentini con la regia di Loris Mazzetti. Cosa ci inventammo? La stampa di un libretto con le pagine vuote, bianche. Questo: 

                                           
                                               Ultima copia, preziosissima.

Tanto per dire: non perché eravamo particolarmente astuti ma solo perché si viveva e lavorava in un’Azienda “identitaria” che dava orgoglio a chi ne faceva parte. Possono dire lo stesso oggi i tanti ex colleghi che ogni giorno avvertono i rischi e le minacce che incombono sul futuro della Rai? vedi il Post di ieri sulla figura del "capo" e quella del "leader".

L’arte di non leggere somiglia molto all’arte di non comunicare. Mi spiego: chi fa questo lavoro come il sottoscritto da quasi 40 anni sa bene che il suo compito fondamentale è “comunicare” e possibilmente bene (ma questo è altro discorso) ma, in verità, spesso succede che sia necessario “non comunicare” o meglio, cercare di ridurre o impedire la propria e altrui comunicazione. In poche parole: meglio il silenzio ovvero, come si usa dire, una parola è poca, due sono troppe. Ecco allora spiegarsi il possibile rodimento che prende ogni santa mattina quando sulla Rai cominciano a sparare a palle incatenate i vari Dagospia, Striscia la notizia, Vigilanzatv, parlamentari di varia provenienza e compagnia cantando (noi, con delicatezza e simpatia, ci tiriamo fuori).

Ieri abbiamo scritto di una specie di similitudine di tempi e comunanza di ruoli tra il Governo e il Servizio pubblico. C’è dell’altro: tutti e due hanno bisogno di figure “esterne” alla loro vita fisiologica per sopravvivere. Il Governo sta alla punta di “responsabili” o di “costruttori” o ancora di “volenterosi” tutti al di fuori dei partiti che lo sorreggono, pescati qua e là a seconda delle specifiche e individuali convenienze e opportunità. Come ha detto ieri Tabacci al Corriere: “…dobbiamo dire messa con i frati che ci sono”.

La Rai invece, nel suo appuntamento più significativo, il Festival di Sanremo, sembra ora alla disperata ricerca di “figuranti” da collocare al posto del pubblico in platea, pronto ad applaudire non appena il Direttore di produzione lo ordina e magari fa fare una ola con le torce dei cellulari. Niente, non c’è verso. Alla famosa riunione tra l’AD Salini, il direttore di Rai Uno Coletta e l’agente Presta non sembra, per quanto finora abbiamo letto, siano state prese in considerazione altre ipotesi oltre a quelle già note (salvo una di cui diremo avanti).

Figurante: s. m. e f. Comparsa che agisce senza parlare o senza aver parte di rilievo in azioni sceniche, balli, cortei, ecc.; anche fig., ma non col valore spreg. che può avere comparsa (Treccani). Oppure: nel l. teatrale, comparsa ~fig. persona di scarsa importanza (Sabatini Coletti). Con tutto il rispetto per una nobile professione, c’è qualcuno che ha avuto il coraggio di scambiare il “pubblico” con i “figuranti” nella platea dell’Ariston di Sanremo. Fa fatica solo battere le dita sulla tastiera per capire che si tratta di due ruoli totalmente diversi tra loro e non interscambiabili l’uno con l’altro. Del primo si potrebbe fare anche a meno, il secondo è parte stessa dello spettacolo, vive le sue emozioni e interagisce con gli artisti, applaude e fischia a seconda del gradimento, cosa che nessun figurante mai potrebbe fare se non a comando. Provate ad immaginare una importante partita di calcio con i “figuranti”. Ancora ieri sera Amadeus ha insistito: “Il Festival ci sarà, diverso ma importante”. Già, diverso come? Ma è così difficile da capire che si sta andando a sbattere contro un frigorifero arrugginito? È così impossibile da comprendere che una cosa del genere potrebbe far girare tutto il girabile a qualche milione di persone??? Si può capire che, vista la situazione economica delle casse di Viale Mazzini, sarebbe un colpo molto duro, ma non è meno duro di quanto ognuno di noi, direttamente o indirettamente sta pagando da quasi un anno la sciagura del Covid. Non è difficile da capire. Eppure, si avverte una ostinata e perversa ostinazione a farsi male da soli. Buttiamola in caciara: ieri sera a Che tempo che fa Fiorello dixit "Da pubblico pagante a pubblico pagato. Usiamo quello di C'è posta per te. Io ancora non so se ci sarò. Arriverò all'ultimo. Sarò il tuo Ciampolillo". Che meraviglia: tutto torna tra politica e spettacolo tra Governo e Sanremo, tra comparse, figuranti, volenterosi pagati e paganti. Poi, leggiamo sul Secolo XIX, che il solito genietto della lampada ha pensato di utilizzare la famosa nave  in palcoscenico: “perché non spostare il Palco Nutella sulla tolda della nave Costa Crociere” e sarebbe questo il piano B. Fenomenale !!! Geniale !!! Perché non ci hanno pensato subito: tutto il Festival galleggiante … in balia delle onde…in mezzo al mar che luccica… fin che la barca va … stupendo !!! Al sottoscritto piacerebbe candidarsi non per essere “figurante pagato” ma comparsa pagante: un vero responsabile, un volenteroso, in soccorso delle casse Rai!!!

Tanto per intenderci, notizia di questa mattina: il World Economic Forum è stato rinviato a maggio. Uno dei principali appuntamenti economi del Mondo ha dovuto prendere atto che c'è il Covid.

Purtroppo, tutto torna poi sulla sciagurata tempesta politica, sociale e non ultimo mediatica che si è abbattuta su di noi. Figure e figuranti, attori e attanti, cialtroni e gentiluomini, capi e leader, chi sta sopra e chi sta sotto, chi a dritta e chi a mancina … tutti a fare ‘ammuina…  

bloggorai@gmail.com 

Ps: per chi ha voglia di approfondire, precisare, proporre, chiarire, dibattere etc. la mail è consultata due volte al giorno e come abbiamo sempre fatto finora rispondiamo a tutti.

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