Nei giorni scorsi i lettori hanno trovato le pagine del Blog vuote. Non è la prima volta e, purtroppo, non sarà l’ultima. Da tempo è consolidata una tendenza al silenziamento, al riposizionamento indietro dei temi sul Servizio Pubblico radiotelevisivo, sulle tecnologie delle comunicazioni, sulle nuove dimensioni e caratteristiche dei mercati, sui diversi linguaggi dei nuovi prodotti audiovisivi. Tanto per tenerci aggiornati e rinfrescare la memoria: sul sistema delle TLC il Governo ne aveva fatto un punto specifico di programma che, ca va sans dire, non è mai stato nemmeno preso in considerazione; sulla rete unica, dopo una vampata d’agosto è caduto l’oblio in attesa dell’Assemblea TIM mentre si cerca di capire la soluzione dell’intricata vicenda Vivendi/Mediaset; lo stesso Recovery plan non ha evidenziato particolare brillantezza di attenzione su questi temi (vedi il 5G); il mercato degli audiovisivi, sia nelle risorse economiche e sia nei contenuti, è in grande fibrillazione mentre una nuova “grammatica” della televisione si sta scrivendo e tutto questo non trova spazio e attenzione. La pandemia occupa tutti i perimetri di rilevanza mediatica e impedisce di sviluppare un pensiero, una visione, una prospettiva, un progetto alternativo alle crisi, quali che siano.
Sono giorni difficili da interpretare. È difficile capire se, come e quando la pandemia potrà finire. È difficile fantasticare se e come il Governo potrà proseguire. È difficile immaginare in che modo la Rai potrà uscire dal pantano in cui sembra agitarsi. Semplicemente: un futuro incerto e confuso. Ovviamente, ne risente anche questo Blog che proprio sulla ricerca di un possibile futuro del Servizio Pubblico ha fondato e poggia buona parte della sua natura, del suo scopo. Il Destino della Rai è appeso alle sorti del Governo: se questo resiste alle intemerate tensioni, le sorti dell’attuale Cda potrebbero esser segnate ed essere iniziato il count down. Se, viceversa, salta tutto il tavolo, Salini &CO hanno fondate speranze di vedere proroga, deroga e surroga del loro mandato, in attesa di tempi migliori, magari con un nuovo quadro politico. A Viale Mazzini, ci riferiscono, molti tifano per questa seconda ipotesi e, nel frattempo, regna una sottile inquietudine e come spesso avviene in tali circostanze “quieta non movere”.
Da aggiungere che ci troviamo in buona compagnia di tanti altri nostri colleghi che non sanno più cosa scrivere e l’unico argomento che potrebbe tenere banco nei prossimi giorni è sapere se, come e quando si svolgerà il prossimo Sanremo. Oggi da segnalare solo un fondo di Aldo Grasso sul Corriere. Per parte nostra, lo abbiamo già scritto: in un Paese dove la scuola è in grandi difficoltà, il lavoro è poco e molti posti sono a rischio, cinema e teatri sono chiusi e non ci è concessa nemmeno una pizza con gli amici mentre nel mondo sono state rinviate le Olimpiadi, insieme ad innumerevoli altri grandi eventi di rilevanza globale, se dovesse mai succedere che il Festival dovesse saltare o essere rinviato non ci sembrerebbe una tragedia nazionale.
Certo, per le casse della Rai si tratta di circa 37 milioni in ballo che si aggiungerebbero ai tanti altri milioni di deficit previsti per il 2021. Allora, se proprio si deve fare, ci sono soluzioni ragionevoli e praticabili da adottare subito: ci deve essere il pubblico? O si fa come Mediaset oppure con i “posti” occupati da video e gli spettatori in streaming. Gli esempi non mancano: il concerto di Vienna e gli incontri di Wrestling come vi abbiamo accennato come pure il congresso della CDU tedesca con i delegati partecipanti in remoto. Ma, diciamo pure che se dovessimo porre una scala delle priorità, in questo momento ai primi posti non ci sarebbe proprio Sanremo non solo per noi ma per tanti altri milioni di persone. Certo, “Sanremo è Sanremo” sostengono invece gli altri milioni (tanti) di telespettatori che durante i giorni del Festival sono incollati di fronte al teleschermo. Si tratta pur sempre di un evento sociale e culturale che, finora, ha sintetizzato l’immagine di un Paese non solo con le canzonette. Ma si potrebbe trattare pure di una circostanza in cui questa immagine si potrebbe rappresentare anche in altro modo, non foss’altro perché, forse, questo Paese è cambiato mentre al Festival si beano di proporre per la prossima edizione nientepopopodimenoche Orietta Berti. Cosa si potrebbe fare in alternativa? Esclusa la 29° riedizione di Montalbano o Don Matteo, escluso un documentario acquistato o la finale di una campionato del Mondo con l’Italia vincente. Se avessimo una risposta proponibile, anzitutto registreremo il Copyright e poi, nel caso la proporremmo al migliore offerente. Bene. Detto questo, temiamoci pronti: nei prossimi giorni ne sentiremo di tutti colori.
A proposito di documentari: ieri in seconda serata è andato in onda su RaiUno un documentario su San Patrignano realizzato da un produttore esterno in collaborazione con Rai Cinema. Un tema importante: i giovani e la droga. Bene, perbacco!!! La Rai si occupa di questo argomento che sembra esser passato in secondo piano nella cronaca nazionale. Complimenti !!! ma, ci sorgono un paio di domandine semplici semplici: proprio ora , dopo tutte le polemiche seguite alla diffusione di Sanpa realizzato da Netflix con immagini Rai? Non si poteva fare prima? Per realizzare interviste con gli ospiti della comunità era proprio necessaria una coproduzione? I “potenti mezzi della Rai” da soli non sono sufficienti? Infine: perché non se ne è occupata la Magnifica Direzione Rai Documentari?
Nota a margine e parliamo di cose serie: stanno uscendo i primi risultati del nostro sondaggio proposto nei giorni scorsi con i “profili” dei nostri lettori che vi anticipiamo.
A) Lettore di sinistra, democratico, progressista e ambientalista.
Viva la Rai e abbasso Mediaset. Qualsiasi cosa possa succedere, tutto quello
che Mamma Rai propone e dispone va bene. È costretto a pagare il canone, dunque
esiste. Poi, si vedrà.
B) Lettore futurista. Giovanile, colto, benestante (ricco di
famiglia), metropolitano o provinciale avveduto e informato. Pioniere dei VHS,
dei DVD e ora di Netflix, Amazon Prime, DAZN e NowTV. Ignora chi sia Amadeus,
per il Tg si accontenta di Mentana e poi naviga sui siti News.
C) Lettore passatista. Ahhh ..bei tempi quando c’era la Tv dei Ragazzi, il film del mercoledì, il secondo tempo di una partita di seria A in chiaro gratis, lo spettacolo del sabato sera. Sanremo for ever. Ignora la Smart Tv, non possiede la parabola satellitare e non sa usare un tablet. Un pò anziano e con qualche sfumatura verso destra (conservatore?).
D) Lettore Tira a Campari...sta. Occupato in tutt'altre faccende e solo con la coda dell'occhio vedrà Sanremo. Molti risiedono a Viale Mazzini e tengono famiglia. Politica e Rai? sempre la stessa minestra. Franza o Spagna purchè se magna. In fondo in fondo, leggermente arrabbiato e rancoroso: fate 'n pò come ve pare!
bloggorai@gmail.com
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