È un timore che viene da lontano, da alcuni anni. Questo timore, questa sensazione di essere spiati, ci è stata riferita in modo forte e chiara recentemente da più di una persona e a loro abbiamo risposto: “Se hai il sospetto che ti leggono le mail o che nella tua stanza ci sia una cimice, hai solo una possibilità: chiamare i Carabinieri, la Polizia postale o chi altro vuoi! Altrimenti taci e cerca di essere prudente”. Non fatichiamo a credere quanto ci è stato detto da più fonti e ne abbiamo buoni motivi. Non ultimo un dettaglio: sappiamo con certezza che alcuni documenti, più o meno “interni” vengono “trattati” non solo con i watermark personalizzati ma con un livello ulteriore di “criptaggio identificativo” ovvero con l’inserimento all’interno del documento di piccoli “bug” che rendono riconducibile e leggibile la filiera di origine.
Ma non sono questi giochetti da 007 da strapazzo a porre problemi. Il problema, solo, unico e grave, è la certezza dell’incertezza, la minaccia o il timore di essere minacciati. Non essere liberi di esprimere le proprie opinioni, in qualsiasi forma, è la forma più grave di pericolo democratico. Anche la sola “sensazione”, anche il solo pensiero di dover fare attenzione a ciò che si dice o si scrive perché qualcuno ti spia è grave. È ancora più grave accettare il ricatto e soggiacere alla minaccia, seppure mai manifesta o palese. Ed è anche e proprio da questa palude di silenzio, di omertà e di indifferenza che Bloggorai si è tirato fuori.
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