Sul primo tavolo si chiacchera di quello che potrà succedere nella infinita tarantella su Fuortes. Il piatto forte sembra alquanto stantio e ancora non consumato: se ne va o no.. se ne va si o no? Occhio e croce, alla luce di quanto abbiamo letto e saputo, dopo l’approvazione del DL dei giorni scorsi tutto porterebbe a dire che si ... se ne va o meglio, se ne andrebbe se … se … se…
Il primo e più grande “se” deve essere verificato con il passaggio al Quirinale dove, sottolineato e ribadito, non è affatto scontato che il Presidente Mattarella possa riscontrare le presenza dei sue requisiti di necessità e urgenza previsto dall’art. 77 della Costituzione. E intanto passano i giorni e passano le ore che, notoriamente, non sempre si accordano con i tempi della politica. Ieri abbiamo riportato le dichiarazioni del Ministro Lollobrigida del quale non è dato sapere esattamente quanto possa “pesare” nel definire gli orientamenti che la Meloni intende perseguire sulla RAI. Certo è che si è trovata di fronte ad un fuoco di sbarramento ostile del quale difficile non tenere conto. Ferma restando la tensione con la Lega che non è affatto sopita. Anzi!
Il secondo “se” arriva direttamente da Napoli con la lettura di un articolo interessante pubblicato su Repubblica di oggi dove il sindaco Manfredi, che presiede la Fondazione San Carlo, più o meno ha fatto intendere che “…lo scivolo per Carlo Fuortes (che dovrebbe lasciare la Rai e approdare al San Carlo) non è lubrificato come ci si aspettava. O meglio: il sindaco ricorda al governo che, comunque, la proposta del nome di un nuovo sovrintendente passa per il Consiglio di indirizzo della Fondazione…”. Aggiungi pure che il francese Lissner ha detto chiaro e tondo che darà battaglia su due fronti: diritto del lavoro e diritto costituzionale e il piattino che si potrebbe apparecchiare per Fuortes potrebbe anche andare indigesto a qualcuno. Vedremo: Bloggorai si appresta a pagare le scommesse perdute (con riserva) .. e poi … vedremo.
L’altro fornello e diverso tavolo riguarda il proseguimento di un ragionamento appena abbozzato nei giorni scorsi. In discussione c’è il ruolo, la figura, il peso dell’AD nella governance RAI. Abbiamo il fondato timore che la vicenda Fuortes possa ratificare il totale fallimento della dottrina dell’Uomo solo al Comando. Ieri su La Stampa è comparsa un interessante recensione di un libro di Luciano Canfora su questo tema che merita la lettura (Sovranità limitata, edito da Laterza). Oltre l’aspetto storico e politico nazionale, ci interessa qui ricordare due personaggi che su questo argomento hanno fatto il pieno con specifico riferimento alla RAI: Veltroni e Renzi. Il primo non ha mai nascosto le sue simpatie per questa figura. Utile rileggere quanto ha scritto Carlo Rognoni su LA Stampa nel lontano 2008 ( https://www.lastampa.it/opinioni/editoriali/2008/09/19/news/le-strane-voci-su-rai-e-veltroni-1.37092035/ ). Il secondo ha poi messo nero su bianco i presupposti normativi di questa teroria con la nefasta legge del 2015 le cui conseguenze sono note.
Semplificando: Fuortes è la sintesi di un frutto avvelenato di una albero malato. Peraltro, nel merito del suo trascorso professionale, vale la pena leggere quanto ha scritto a suo tempo la SLC- CGIL nazionale sul personaggio: vedi https://www.slc-cgil.it/notizie-produzione-culturale/29-teatro/938-6371.html
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L’argomento tratta e si riferisce a quel sottile, malcelato e fascinoso, sentimento e desiderio di “uomo forte al comando” che anche in quella che fu la “sinistra” ogni tanto piace ricordare. Per carità di Patria … con prudenza: quando si toccano certi nervi scoperti occorre andare con molta cautela. Sarà una combinazione che proprio in questi giorni c’è tanto dibattito sulle riforme costituzionali per la revisione dell’assetto istituzionale del Paese? Una Repubblica presidenziale ... un Sindaco d’Italia?
Bloggorai ci è cascato una volta ed ora sarà più prudente a fare pronostici. D’oa in poi legegrete sempre più spesso: vedremo … vedremo… vedremo!
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