Siamo fermamente, radicalmente e intimamente convinti che quanto successo oggi in Cda RAI non è la solita storia già vista tante altre volte. Il voto di oggi a favore di Roberto Sergio sta a dire molto di diverso e molto di più rispetto ai due suoi predecessori Salini e Fuortes. Non è nemmeno più rilevante sollevare il problema della Governance, siamo oltre … ben oltre. Ripeterlo potrà essere noioso ma necessario: oggi il Governo, utilizzando pure un decreto Legge di dubbia costituzionalità, non solo si vuole impadronire della Rai ma ne vuole segnare e limitare le sue prospettive di sviluppo. La Legge che lo consente è voluta, condivisa e accettata da tutti (o quasi).
Ne abbiamo scritto a lungo nei giorni scorsi ed oggi possiamo e dobbiamo solo prendere atto che:
A: il Governo ha commissariato la RAI
B: la presidente Soldi ha commissariato il Cda RAI
C: Rossi sarà il commissario di Sergio.
Commissari e commissariati, favorevoli, contrari(a) e astenuti tutti insieme assisteranno e/o parteciperanno, volenti o nolenti, al progressivo e ineluttabile declino del Servizio Pubblico di cui il primo passo prossimo venturo sarà il nuovo Contratto di Servizio e il conseguente riaggiustamento del canone che potrà essere ridotto, annullato o trasferito alla fiscalità generale come ha dichiarato chiaro e tondo nei giorni il DG in pectore Giampaolo Rossi, oppure eliminato progressivamente come vuole la Lega, solido alleato di questo Governo.
Da oggi in poi sarà lecito attendersi di tutto:
A: annullamento dello sciopero del 26
B: riemergere di teorie su “primario interesse dell’Azienda”
C: “lasciamoli lavorare poi giudicheremo”
D: l'opposizione è al sistema e non alle persone
Allora pensate, da oggi in poi, a quale potere potrà risiedere nelle mani della cosiddetta "renziana" Soldi. Sarà lei a decidere, volta per volta, se Sergio &C dovranno andare a casa o meno e trascinare con loro chi li ha nominati. Sarà lei l’ago della bilancia, il contrappeso, il punto di equilibrio di un sistema che è tutto al suo esterno. Auguri ...
Infine ancora: come si giustifica l’astensione? Per quale oscuro ragionamento si preferisce al voto contrario visto il suo significato intrinseco equivalente? Se l’astensione ha valore negativo al pari del voto contrario, perché allora, oggi più che nel passato, non votare contro e segnare l’assunzione di una postura aziendale, politica e culturale diversa e alternativa alla “narrazione del governo” e al suo modo di intervenire sulla RAI? Cosa rende di meglio e di più astenersi rispetto al voto contrario? Non lo comprendiamo, oggi più che nel passato! Lasciare alla sola Bria la bandiera dell’opposizione a questo AD, a questo Governo, a questa logica di appropriazione militare dell’Azienda, ci appare un scherzo del destino che, francamente, è difficile da interpretare e condividere.
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