Non sarà nulla di tutto questo quando invece ciò che è
avvenuto e avverrà sarà del tutto straordinario, anomalo, inconsueto, e
rispetto a tutto ciò che è avvenuto in passato sarà tutto molto minaccioso.
In primo luogo perché la miccia a questo cambiamento avviene sotto una spinta forsennata che punta dichiaratamente a ribaltare, a stravolgere e modificare il senso generale del Servizio Pubblico, universale e generalista e minarne le sue prospettive di sopravvivenza economica (canone) che è anche fonte della sua indipendenza. I governi precedenti, i partiti precedenti, seppure invasivi e prepotenti, non hanno mai mostrato la postura aggressiva e militare del “prendiamoci tutto subito e cambiamola narrazione del Paese e, già che ci siamo, mettiamo un petardo sotto il sedere del cavallo” e, anzi, al contrario, sono sempre stati bene attenti a lasciare spazi agli avversari.
La natura centrista della RAI, protoveterodemocristiana
nell’anima profonda immutata e immutabile, ha sempre prevalso e determinato le
sorti dell’Azienda. Questa volta no, non è così. Il Governo Meloni ha messo
subito sul tavolo la mazza della sua volontà di “vendetta e giustizia” perchè
in Cda Rai non era rappresentata (Draghi la aveva dimenticata) e i Tg e Gr non raccontano
il terzo degli elettori che hanno votato a destra (non un terzo del Paese). Il fuoco di sbarramento, l’offensiva
di primavera è partita da tempo, da quando è stato alimentato e sostenuto il
duo Rossi/Sergio (e non viceversa, attenzione!) e sui quali nomi si è completata la prima
fase con un fatto inaudito: l’approvazione di un Decreto Legge in odore di
illegittimità costituzionale come mai avvenuto prima necessario a “indurre”
Fuortes alle dimissioni (tardive e colpevoli). Chiudiamo il capitolo sul personaggio
Fuortes: se già da tempo avesse voluto tutelare gli interessi dell’Azienda,
avrebbe potuto rilasciare una dichiarazione semplice semplice: “Devo onorare il
mio mandato pieno in RAI e non sono interessato ad offerte di nessun genere”
e magari una cosa del genere poteva anche essere sottoscritta da tutto il Cda
che invece ha assistito muto a tutta la tarantella fino alla beffa finale di
Teleminchia da Fiorello. Amen: ponti d’oro al nemico che fugge (o meglio che
non sa dove fuggire). Il problema ora è che ponte si prospetta per il nuovo che
arriva.
Ieri non abbiamo fatto in tempo a leggere con divertito interesse
il pezzo a firma Sergio Rizzo su MF a proposito di Roberto Sergio e del suo
ambiente dove nasce e si forma, del suo contesto e del suo mondo per capire
dove nasce la sua “vocazione” (il giorno precedente ne era uscito un altro a
firma Giovanna Vitale su Repubblica non meno interessante dove si legge “ …
nuovo AD, un tele-camaleonte di scuola democristiana…pazienza se gli toccherà fare
da segnaposto… «il momento in cui ho avuto più potere è stato quando distribuivo
biglietti segnaposto» “) che, zacchete, arriva nel pomeriggio un ritrattino
pure assai interessante su colui che, nei desiderata della Meloni, potrebbe
dirigere il TG1. Si legge, a firma di Lirio Abbate sul sito de La Repubblica.it,
un passaggio illuminante: “L'uomo che sussurrava ai potenti, Luigi
Bisignani, indicava il giornalista Gian Marco Chiocci agli amici come
uno di cui fidarsi, "utilizzato", a detta dello stesso faccendiere,
come "informatore giudiziario". All'epoca era un cronista
del Giornale e ruotava nella sfera di Bisignani dove è stato
presentato a diversi esponenti degli apparati di sicurezza e della politica.
L'ex carabiniere Giuliano Tavaroli, coinvolto nel caso Telecom-Sismi, ha
ricordato ai magistrati che lo interrogavano di aver conosciuto Chiocci proprio
attraverso Bisignani, e quest'ultimo non ha fatto mistero dei loro rapporti,
sostenendo che il giornalista "veniva spesso da me, soprattutto perché
voleva cambiare, mio tramite, testata". Ovviamente, Chiocci ha un profilo
giudiziario immacolato e non ha avuto alcun procedimento giudiziario a suo carico.
Ogni tanto sembra però che gli sia sfuggita la mano: si tratta della stessa
persona che, come scrive Repubblica oggi “Da direttore del Tempo, sparò in
prima pagina "Mussolini uomo dell'anno".
Fatto sta che tutto questo bell’ambientino ci porta dritti
dritti nel cuore del problema che si porrà domani. Chi voterà Sergio in Cda? Voteranno
la persona, l’interesse dell’Azienda o ciò che rappresenta nel suo valore
assoluto, iconico? Ovvero, sostanzialmente, sarà avvallato il colpo di mano
governativo di cui tutti, sempre, si lamentano? Si dovrà votare si per non paralizzare ulteriormente
l’Azienda o si dovrà votare solo no perché comunque è giusto e doveroso
rivendicare l’autonomia della Rai dal Governo?
Si legge sul Corriere di oggi: “Secondo indiscrezioni, la
premier Giorgia Meloni vorrebbe ottenere per il nuovo ad una maggioranza che
vada oltre i voti di Simona Agnes (quota Forza Italia), Igor De Biasio (quota
Lega) e della presidente Marinella Soldi, la cui vicinanza a Matteo Renzi
viene vissuta come un fattore di rischio”. Notevole il passaggio sulla Soldi,
con buona pace della presidente di garanzia come l’avrebbe descritta la Bria il
giorno prima. Traduciamo: “andare oltre” i due voti scontati di Agnes e De
Blasio significa pescare in una sola direzione: avere il consenso del consigliere
Di Majo, dato per scontato il poco comprensibile voto astenuto di Laganà (che
comunque vale come voto contro) e quello annunciato della stessa Bria. Sarà intorno
a quel voto, a quella la “zona grigia” dove emergeranno misteriose alchimie
politiche. Da giorni si legge di fantomatici accordi “Meloni-Conte” per
spartirsi qualche posto a RAI Parlamento o a RaiNews24. Si certo, in questo caso
di “così han fatto tutti” come prima ma forse, questa volta, pure peggio di
prima.
Comunque, oggi è domenica e per chi lo avesse dimenticato di
farlo ieri, oggi i supermercati sono aperti e sarà possibile fare scorta di pop
corn, patatine, pistacchi iraniani, crodini, prosecco, shweppes, salamini, olivette
taggiasche e scaglie di pecorino romano (o parmigiano stagionato 24 mesi). Ci divertiremo.
In attesa dl prossimo 26 maggio, quando ci dovrebbe essere lo sciopero generale
di benvenuto al “nuovo che avanza” (sempre che venga confermato).
bloggorai@gmail.com
ps: quella giostra in figura, dalle parti nostre si chiama "calcinculo"
Nessun commento:
Posta un commento