venerdì 12 maggio 2023

RAI: la tempesta perfetta, prevista ed annunciata

Foto di Gordon Johnson da Pixabay

Quanto accaduto sulla RAI, dentro e fuori, in questi giorni, in queste settimane, in questi mesi, rappresenta la tempesta perfetta, la sintesi assoluta, il male totale che  nessuno avrebbe mai potuto immaginare nemmeno con la più fervida fantasia. Non è solo la semplice ripetizione di quanto già avvenuto in passato: è peggio ed è un delitto specifico e particolare per il solo fatto che è stato largamente previsto, anticipato e pianificato senza che nessuno ha trovato voglia, forza e coraggio per opporsi.

Andiamo con ordine. Senza capo ne coda si è dissolto il CdA indicato dal Governo di emergenza. Un Cda che, senza capo ne coda, appena insediato assume decisioni appunto senza capo ne coda: la prima di rilievo è la presa in carico del Piano industriale del Cda precedente. Da allora in poi, senza capo ne coda, prosegue trotterellando e sostenendo tra il fosco e il losco un AD senza capo ne coda che, uscendo, rivendica tra i suoi pregi aver risollevato RAIDue nonché intestarsi RAI Play dimenticando l’aumento dei debiti e la mancanza di investimenti. Questo Cda non ha battuto ciglio su quanto stava avvenendo intorno al suo AD al quale ha pure votato a favore il bilancio 2022. 

Fuortes, dopo aver dato la sua disponibilità a fare l’AD di Teleminchia da Fiorello, e dopo aver assistito impavido al trullallero trullallà sui vari teatrini più o meno disponibili ad accoglierlo a Firenze, Milano o Napoli, aspetta poche ore dopo l’editto governativo (in odore di legittimità costituzionale) e, nel supremo interesse dell’Azienda (ora e non allora) decide di dimettersi.

Il Governo, il Governo Meloni nella sua forma migliore, deciso e autorevole, come un Caterpillar mette in atto il suo programma annunciato da tempo con i suoi uomini designati e sostenuti con silenzio complice e colpevole da tanta stampa che gli ha dato forza e coraggio. Il cosiddetto “wishfull thinking” ha trovato la sua sede attuativa ed è uscito dalle secche della sperimentazione: funziona perfettamente! Il piano diabolico, forte di una legge che lo consente, la 220 di Renzi del 2015 (che nessuno ha avuto la voglia, forza e coraggio di modificare) ha prodotto e rinnovato il suo obiettivo: mettere il Servizio Pubblico sotto il ferreo controllo del Governo. Punto. Tutto il resto è fumo, chiacchere al vento, vane elucubrazioni al termine di una notte insonne.

Quanto avvenuto, in particolare nelle ultime ore, disegna, scolpisce nel granito la fotografia e l’immagine del grumo di interessi che grava e circola dentro e fuori la RAI, da tempo, da anni, da decenni. Tutti colpevoli, quindi tutti innocenti. Torna a mente il discorso di Bettino Craxi del 3 luglio 1992. L’icona di questi giorni è rappresentata da foto, simboli e segni che certificano l’esistenza in vita di un coagulo pastoso e malmostoso di interessi politici ed economici che utilizzano la Rai, il suo senso sociale e culturale, come puro strumento utile al perseguimento di interessi anzitutto privati che solo in altra sede diventano politici e ne vorrebbero assumere dignità pubblica. Come nasce questa candidatura del nuovo AD, da chi è stata sostenuta, patrocinata e concordata? Chi sono i suoi “padrini” e a quali interessi rispondono, siano essi politici o imprenditoriali? Sotto quale segno, quale indirizzo, con quali obiettivi entrano nelle stanze del potere del VII piano?

La tempesta perfetta si è compiuta e, da qui a breve, quando il vento calerà e le nubi si diraderanno, si metteranno a posto i relitti che gli sono sopravvissuti. Chi, in questi giorni settimane e mesi, ha covato ambizioni, desideri e aspirazioni potrà trovare giusto compenso e adeguata soddisfazione assegnandosi “in quota” al padrone del momento. Ognuno, forse tutti, cercheranno di rendere le acque più navigabili salendo su una scialuppa quale che essa sia, purché possa garantire la sopravvivenza fino alla prossima tempesta, aggrappandosi ad una nomina qui o una la.

Gli ultimi tuoni, le ultime saette, le vedremo nei prossimi giorni e si manifesteranno nella loro plastica dimensione con il prossimo CdA. Per quanto detto, scritto e ripetuto da tanti, sull’occupazione militare della RAI e sull’ingerenza mortale della politica, al prossimo AD di Viale Mazzini se Bloggorai dovesse votare lo farebbe per quanto rappresenta simbolicamente e concretamente: un sostanzioso NO dove pure l’astensione potrebbe essere male interpretata! Merita il voto contrario per quanto rappresenta e per il solo fatto che siamo arrivati a questo punto e in questo modo brutale laddove il paravento dell’interesse dell’Azienda è fragile come carta velina. Bloggorai gli voterebbe contro per come è stato scelto, per come  è avvenuta la sua proposizione, per la mancanza di ogni pur labile parvenza di senso e prospettiva di interesse dell’Azienda. Al contrario, il nuovo AD arriva già con una minaccia puntata sul futuro della RAI rappresentata da quanto ha dichiarato il suo “commissario politico” quando ha dichiarato nei giorni scorsi al Corriere che il canone verrà sostituito dalla fiscalità generale, chiudendo, in tal modo, il cerchio della corda con la quale si impiccherà definitivamente il servizio pubblico all’albero delle volontà del Governo di turno.

Sarà paradossale che, forse, il solo voto contro il nuovo AD, la nuova destra che si ripropone al governo della RAI, potrà arrivare proprio da chi, in modo speculare, più o meno, in un modo o nell’altro, ha fatto ciò che ora si apprestano a fare i nuovi arrivati che, ripetiamo e sottolineiamo, non sono affatto nuovi, sono la genesi, la maturazione completa di alberi avvelenati che hanno prosperato, da anni, nei giardini di Viale Mazzini.

bloggorai@gmail.com

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