giovedì 18 maggio 2023

ALT !!!


Non sappiamo bene se la questione che vogliamo trattare ha più la forma di farsa o di tragedia: decidete voi! 

Il tema è: questa mattina è stata diffusa la nota di servizio interna RAI dove si legge che “Si comunica l’affidamento a Giampaolo Rossi l’incarico di Direttore Generale Corporate”. Firmato “Amministratore Delegato – Roberto Sergio”.

Qualcosa non torna. Andiamo sul sito RAI esattamente dove si legge : “La Rai, in attuazione della Legge di Riforma (legge 28 dicembre 2015, n. 220), recepita da ultimo nel decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208 – Testo unico dei servizi di media audiovisivi – TUSMAV, ha adottato il proprio Piano per la trasparenza e la comunicazione aziendale che prevede la pubblicazione, sulla sezione "Corporate - Trasparenza" del sito aziendale, di dati e informazioni relativi alla Concessionaria del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale”. 

Bene, passo successivo: andiamo allo Statuto dove, all’art. 29.1, si legge “Il consiglio di amministrazione nomina l’Amministratore Delegato su proposta dell’assemblea”. Ne prima, ne dopo, in alcuna parte si legge mai il termine “Direttore Generale”

Facciamo un passo indietro e andiamo alla Legge 220 del 2015 che istituisce i nuovi criteri di nomina e funzionamento della Governance del Servizio Pubblico: mai e poi mai anche in questo documento, di rango superiore allo Statuto, viene citato il termine “Direttore Generale” e si legge solo (Art. 2, comma 10) che “Il consiglio di amministrazione nomina l'amministratore delegato su proposta dell'assemblea”. Tra i compiti e le responsabilità che gli vengono assegnate nei commi successivi, in nessuno tra loro si fa mai menzione al “Direttore Generale”.

Come e dove nasce allora questa facoltà di “comunicazione” e “affidamento” di incarico? Anzitutto non c’è traccia nell’ordinamento giuridico sia nel merito (la figura del DG) che nella forma del “comunicare” cioè a chi viene comunicato e, in primo luogo, cosa? “Affidamento e incarico” dovrebbero avere una connessione logica tra loro. Un incarico presuppone dei compiti da svolgere che invece non vengono indicati in alcun modo. Leggiamo ancora il comma C della Legge 220: l’AD “… provvede alla gestione del personale dell'azienda e nomina i dirigenti di primo livello, acquisendo per i direttori di rete, di canale e di testata il parere obbligatorio del consiglio di amministrazione, che nel caso dei direttori di testata è vincolante se è espresso con la maggioranza dei due terzi;”. Si legge di direttori di rete, canale e testata non di un DG. 

I conti non tornano. L’AD nomina, ovvero comunica un affidamento di incarico ad un DG in odore di illegittimità e tutti tacciono, non foss’altro per chiedere una verifica? Non foss’altro per chiedere a quale titolo è stato scelto, con quali criteri è stato valutato, con quale compenso verrà retribuito e, sostanzialmente, con quali deleghe e procure potrà agire e intervenire nelle funzioni di “Direttore Generale Corporate” ovvero con un peso specifico tra l’AD e il resto del mondo RAI.

La vicenda fa il paio esattamente con quella immediatamente precedente quando il Governo emana un Decreto Legge, propedeutico a quanto poi avvenuto (le “dimissioni” di Fuortes intorno alle quali si potranno scrivere tesi di laurea) in odore di illegittimità costituzionale in quanto completamente assenti i requisiti di necessità e urgenza specificamente indicati dall’art. 77 della Costituzione. Come e perché il Presidente Mattarella ha potuto firmare un decreto del genere, forse, un Giorno, verrà chiarito dalla Corte Costituzionale adita da un cittadino francese. Forse.

Tra farsa e tragedia si pone invece il grande quesito: perché tutti (o quasi) tacciono su questi temi? Francamente, nemmeno Bloggorai è in grado di rispondere compiutamente.

bloggorai@gmail.com

 

 

 


 

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