sabato 13 maggio 2023

ALLARME: avvistata una "grande biscia" a Viale Mazzini

Foto di Jürgen da Pixabay

Chi vi scrive pagherebbe oro per sapere come e dove sono stati ravvisati i requisiti di necessità e urgenza previsti dall’art.77 della Costituzione necessari per la decretazione straordinaria da parte del Governo che ha portato alle dimissioni di Fuortes. Mattarella ha firmato: parola di Re e tanto dovrebbe bastare … lui sa! Noi no! Magari qualcuno, un giorno, potrà fare un ricorso alla Corte Costituzionale e, forse, tra 10 anni, sapremo qualcosa.

Bene. Oggi è sabato, giorno di spese, di mercato, di faccende domestiche. In campagna la terra è bagnata e il trattore non può uscire.  Qualche telefonata, messaggi, mail … vediamo che succede.

Ci siamo chiesti nei giorni scorsi perché sia stato scelto, sostenuto e tanto promosso proprio Sergio e non altri che pure avrebbero potuto avere titolo emerito, interno o esterno, a succedere come AD e chi i suoi interlocutori (eufemismo). Piano piano si sta dipingendo un quadretto di grandissimo interesse. MF oggi scrive un articolo da ritagliare e incorniciare (semmai qualcuno avesse voglia di capire l’aria che tira) con il titolo “Carriera alla romana”.

L’incipit non è dei più promettenti e tira subito in gioco nientepopodimenoche che la P2 e il venerabile Gelli che avrebbe dovuto ricevere un premio letterario "Laurentum". Erano i tempi del tramonto della DC, di Arnaldo Forlani e delle vicende che lo hanno interessato. Su quelle ceneri nascono tanti piccoli imperi e tanti personaggi ne traggono interesse. Leggiamo ancora: compare sulla scena Marco Staderini, nominato in Cda RAI da Casini, a quel tempo alleato di Berlusconi. Poi compare Roberto Sergio in RAI e, si legge sempre su MF, inizia a collezionare altri incarichi esterni alla RAI. Il quotidiano scrive: “…  un discreto intreccio fra affari, politica, incarichi pubblici e privati. Sulla cui compatibilità con un posto di lavoro da dirigente della tv di Stato potrebbero esistere legittime perplessità. E non da ora, anche se nessuno - va detto - ha mai sollevato il problema. Ma chi avrebbe potuto (e dovuto) farlo? Chissà”. Per la cronaca: Casini è stato suo testimone di nozze.

Già … ed è un chissà che anche noi ci poniamo tante volte ... senza mai trovar risposte. Ma la perla finale arriva in chiusura dell’articolo: “Impossibile non segnalare che per 30 anni il premio «Laurentum» è sopravvissuto allo scivolone sul Venerabile. E da allora, con Roberto Sergio direttore e poi presidente l'ex braccio destro di Berlusconi Gianni Letta, ha distribuito nelle stanze che contano - la Sala della Lupa di Montecitorio come la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani - riconoscimenti a 360 gradi”. Zacchete ecco che qualche conto torna e quanto torna! E si cominciano a definire le risposte e che risposte!

Singolare poi leggere un titolo de La Stampa di oggi: “Un biscione sulla RAI”. Un biscione? Una “grande biscia”? Che vuol dire? Francamente, non abbiamo capito il riferimento e andiamo a leggere per cercare dove sarebbe questo “biscione” e chi ne avrebbe le sembianze. Chissà, forse ha sbagliato il titolista, ma nell’articolo non si trova traccia di rettili e però se il termine è emerso non è che sia solo colpa del titolista, qualcuno ha “suggerito” un ragionamento, e quale potrebbe essere questo ragionamento? Chi sarebbe il portatore sano di questi malevoli pensieri? Supposizioni, cattiverie, malignità indegne di un Blog che si rispetti (e Bloggorai, notoriamente, non lo è). 

Però siamo tanto incuriositi e infatti da giorni poniamola domanda sul perché sia “emerso” proprio Sergio e da chi fosse fortemente spinto e sostenuto.  Il titolo de La Stampa è fortemente ambiguo e lascia spazio alle più fervide fantasie. Citiamo un solo pensiero rigorosamente anonimo “Non è vero che sia un uomo buono per tutte le stagioni, come si vorrebbe far credere, ma buono e utile per una sola di cui è espressione plastica, organica e compiuta”. Azzardato e forse fantascientifico supporre che sia stato uno scivolone del titolista che certamente non si riferiva proprio alla persona e, chissà, magari si riferiva ad un “sentiment” diffuso che vorrebbe un “biscione” fortemente e direttamente interessato al futuro della RAI. Chissà! A non saper ne leggere ne scrivere, ci torna in mente la clava sul canone di cui abbiamo scritto anche ieri che, in un modo o nell’altro si vorrebbe attaccare e a giovarne certamente sarà un “biscione”.

Ecco, se qualche consigliere ancora indeciso volesse avere ulteriori motivi di riflessione per lunedì e votare decisamente in un modo o in un altro (nel mezzo non si capisce bene cosa possa significare) ne ha a sufficienza. Ha solo l’imbarazzo della scelta.

bloggorai@gmail.com


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