martedì 2 agosto 2022

Il profondo e oscuro DNA della Rai

Foto di Arek Socha da Pixabay

La carissima mamma mia diceva sempre: “Fai il tuo e ricorda che è sempre meglio essere copiati che dover copiare!”. Già: Bloggorai, nel suo piccolo, fa scuola. Vedi il Post del 14 giugno scorso con il titolo: “La Rai e il vento di destra” (https://bloggorai.blogspot.com/2022/06/la-rai-e-il-vento-di-destra.html ) e vedi oggi il titolo de La Stampa a pag. 13 “Rai, venti di destra” a firma di Michela Tamburino che scrive cosa già note e scritte da giorni sullo stesso argomento. Riportiamo solo una frase interessante : “Il presidente del Consiglio volle Carlo Fuortes (per poi rimpiangere amaramente la sua scelta) come AD a Viale Mazzini. E lo volle al posto della renziana Marinella Soldi, grande esperta di televisione alla quale andò la presidenza, prestigio con minor potere. Troppo facile dire oggi che la loro avventura Rai finisce qui, chiunque si dovesse aggiudicare la vittoria alle urne di settembre. Ma di loro oramai in Rai già non si parla più: sono storia”. Già. Forse sono storia che però ha prodotto e produrrà ancora effetti dagli esiti del tutto incerti. Osserviamo solo il neretto e ricordiamo che fu sempre la Tamburino, lo scorso anno, che riferì per prima i “malumori” di Palazzo Chigi su Fuortes e poi, significativa, la citazione della Soldi come “renziana” che, in questo momento può avere anche un suo “messaggio” implicito.

La “renziana” Soldi che fa assumere a tempo determinato quella che ci dicono essere la “renziana” Squadrone e che gli affida un compito di assoluto rilievo strategico per il futuro dell’Azienda (vedi post di ieri) la dice lunga, lunghissima, su chi è di centro, di destra o di sinistra. Non è più un problema terminologico ma solo un banale tema di posizionamento e non tanto sullo schieramento ma sui temi e problemi rilevanti. La Disposizione Organizzativa resa nota ieri non è frutto del “caso” ma di una sapiente e antica scienza alchemica. Lo schema che sembra sia stato seguito è semplice: all’AD la giuggiola del Piano Immobiliare, alla Presidente il malloppo del Contratto di Servizio. In altri termini, la competizione è sul “prodotto” e non sulle persone e le loro presunte etichette.

Ma torniamo per un attimo ai “venticelli” che spirano a Viale Mazzini: ci appaiono come le tempeste di sabbia nel deserto: annebbiano gli occhi ma non modificano il paesaggio. Vorremmo provare a spostare il punto di vista: non si tratta di venti che spirano ma di DNA e sono le sue modificazioni, la sue variazioni genetiche che occorre osservare per intuire quello che potrà avvenire. Il DNA, ovvero Acido desossiribonucleico, è l’impronta genetica che identifica specificamente e inconfondibilmente ciascuna persona. Il DNA di tanta dirigenza e di molti giornalisti RAI è prevalentemente e storicamente segnato da una molecola chiamata DC. Chi vi scrive li ha conosciuti molto, molto bene e da molto vicino sin dai primi anni '80. Sono nati, cresciuti e pasciuti democristiani nel senso buono, familiare, del termine e non molleranno mai le loro nobilissime origini grazie alle quali hanno visto maturare le loro fortune. Magari le camuffano, le occultano dietro paraventi di destra o di “sinistra” a seconda delle convenienze, necessità e opportunità ma giammai perderanno il pelo mantenendo tutto il vizio. La Rai non “va a destra” semplicemente perché, per buona parte, c’è sempre stata nel suo deep dark , seppure magicamente riservata, sottotraccia, per molti aspetti e momenti e per altri invece palesi ed evidenti. Le abilità di un DC Doc infatti è sempre stata quella di sapersi infilare nelle pieghe del Potere di turno (Governo o partito di maggioranza) e saperne prevedere le sue evoluzioni. Tutto  molto semplice ed è ciò che ci induce al più fervido pessimismo: finchè perdura al Legge in vigore che porta a nominare AD e Presidente con il bilancino della politica e non con un concorso, aperto e trasparente dove si confrontano pubblicamente idee, progetti e capacità (vedi la Francia) come pure le nomine interne dei vari direttori di ogni genere senza mai sapere perché e per come sia stato scelto Tizio o Caia, non c’è speranza. Potrà cambiare il venticello ma la barca va sempre nella stessa direzione e non saranno dirigenti o giornalisti che si spostano da una parte o dall’altra a incidere sulla sua prospettiva.

A proposito di barca. Sempre su La Stampa di oggi si legge un articolo che pure noi abbiamo da tempo segnalato cioè il calo degli ascolti della Tv generalista: la grande fuga, “Gli ascolti tv nel giorno medio nel mese di marzo 2022 sono calati del 10,1% pari a 10,33 milioni; cioè 1;16 milioni in meno rispetto a marzo 2021. Nella fascia prime time i dati parlano di una flessione di 3,44 milioni di spettatori rispetto all'anno precedente…per la Rai il calo è più sensibile rispetto all'anno prima: -400 mila spettatori al giorno rispetto ai -150 mila di Mediaset.” E, infine “Nel primo trimestre dell'anno nella fascia serale, i Tg della Rai hanno perso su base annua il 16, 2% degli ascolti giornalieri (da 14,12 a 12,06 milioni). I Tg serali di Mediaset, in media, hanno registrato una complessiva riduzione del '7,3% (da 6,65 a 5,96 milioni di spettatori)”. Amen. E nessuno può dire di non averlo saputo da tempo.  Chissà se mai a qualcuno del VII piano, compreso il Cda,  viene in mente di dedicare qualche minuto della loro attenzione su questi piccolo e marginale problema: magari è una Supercazzola di rango inferiore al Piano Immobiliare.

bloggorai@gmail.com

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