Ci riferiamo a due persone che in questa circostanza hanno qualcosa
in comune, Enrico Letta segretario Pd e Elisa Giomi commissario AgCom. Il tema che li vede uniti è la recente delibera con la quale l’Autorità ha votato contro il proposito,
vaneggiato da Bruno Vespa e non solo, di organizzare un incontro “a lume di
candela” appunto tra Letta e la Meloni su RaiUno. Il leader del Pd ha dichiarato
“Leggeremo bene la decisione dell'AgCom che mi sembra molto bizantina. Non ho
ancora capito se è un no, un nì o un sì. La studieremo bene e decideremo il da
farsi". La Commissaria Gioni invece ha scritto, sul suo profilo Twitter,
che “ho votato no perché ritengo che tutelare la par condicio sul piano
sostanziale significhi moltiplicare e non ridurre le occasioni di confronto ….”.
In ordine: Enrico Letta. Se c’è qualcosa di “bizantino” nella
decisione AgCom è il suo ritardo nell’intervento. Forse, al Segretario PD
sarebbe utile ricordare cosa è previsto nell’ordinamento: “L'Agcom è
innanzitutto un'Autorità di garanzia: la legge istitutiva affida all'Autorità
il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul
mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali degli utenti. L'Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni è un'Autorità "convergente"… Al
pari delle altre Autorità previste dall'ordinamento italiano, l'Agcom risponde
del proprio operato al Parlamento, che ne ha stabilito i poteri, definito lo
statuto ed eletto i componenti”. Dunque? Dove sarebbe il “bizantinismo”? Nell’aver
semplicemente ricordato che la competizione elettorale in Tv non è un affare
privato tra il PD e la Destra e non ci si va perché Vespa lo vuole. Punto. Se ne
faccia una ragione e rilegga il testo del provvedimento dove si legge chiaro e
tondo che “le emittenti televisive e radiofoniche nazionali a provvedere,
secondo quanto precisato in premessa, in maniera rigorosa e con effetto
immediato, al rispetto della parità di trattamento tra soggetti politici, in
relazione sia al tempo di parola che al tempo di notizia fruito…”. Per chiudere
in bellezza: la frase stizzita di Letta “…decideremo il da farsi” suona alquanto
minacciosa. C’era una volta il tempo in cui la Legge prima si rispettava e poi,
semmai, si commentava.
Elisa Giomi ovvero il mistero glorioso di Via Isonzo 21/b. La
sua motivazione di votare contro la delibera sarebbe fondata su ragionamento secondo
il quale il dibattito a lume di candela Letta Meloni “moltiplicherebbe” le
occasioni di confronto. Tesi tanto arguta quanto singolare e interessante. Dimentica
anzitutto un piccolo passaggio fondamentale: questo confronto alcuni (Letta in
particolare) lo vorrebbero ristretto ed evidenziato solo sul presupposto che
alla competizione elettorale si confrontano solo loro due e tutti gli altri sarebbero
solo “un fastidio”. Il presunto interesse alla “partecipazione informata” degli
elettori, secondo questa “bizantina” teoria, sarebbe tutto orientato a far
intendere che a concorrere ci siano solo due blocchi. L’interesse del pubblico,
la Giomi dovrebbe saperlo meglio di noi, è proprio nella completa conoscenza di
tutto ciò che interessa il confronto politico e non solo di una o due parti. Bah
… lasciamo perdere … meglio catalogarla nel mondo fascinoso e indecifrabile dei
pensieri in libertà.
In coda a tutto questo c'è da osservare il bizzarro quanto "bizantino" silenzio di Viale Mazzini su questo tema (per non dire di molti altri ...) come se la questione non fosse di loro competenza ma solo in appalto a Bruno Vespa.
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