venerdì 26 agosto 2022

Il Pd e la Rai: piccola cronaca di un mondo antico e lontano

Foto di Carlos Lorite da Pixabay

C’è qualcosa di affascinante, misterioso e indecifrabile intorno a quanto succede dentro e fuori la Rai. Ci sono persone che sfuggono, si dileguano, si inguattano ad ogni forma di interpretazione del loro pensiero a tal punto da far sorgere il legittimo dubbio se le loro parole siano fuori dal sen fuggite oppure seguono una loro personale traiettoria a noi sconosciuta.

Ci riferiamo a due persone che in questa circostanza hanno qualcosa in comune, Enrico Letta segretario Pd e Elisa Giomi commissario AgCom. Il tema che li vede uniti è la recente delibera con la quale l’Autorità ha votato contro il proposito, vaneggiato da Bruno Vespa e non solo, di organizzare un incontro “a lume di candela” appunto tra Letta e la Meloni su RaiUno. Il leader del Pd ha dichiarato “Leggeremo bene la decisione dell'AgCom che mi sembra molto bizantina. Non ho ancora capito se è un no, un nì o un sì. La studieremo bene e decideremo il da farsi". La Commissaria Gioni invece ha scritto, sul suo profilo Twitter, che “ho votato no perché ritengo che tutelare la par condicio sul piano sostanziale significhi moltiplicare e non ridurre le occasioni di confronto ….”.

In ordine: Enrico Letta. Se c’è qualcosa di “bizantino” nella decisione AgCom è il suo ritardo nell’intervento. Forse, al Segretario PD sarebbe utile ricordare cosa è previsto nell’ordinamento: “L'Agcom è innanzitutto un'Autorità di garanzia: la legge istitutiva affida all'Autorità il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali degli utenti. L'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è un'Autorità "convergente"… Al pari delle altre Autorità previste dall'ordinamento italiano, l'Agcom risponde del proprio operato al Parlamento, che ne ha stabilito i poteri, definito lo statuto ed eletto i componenti”. Dunque? Dove sarebbe il “bizantinismo”? Nell’aver semplicemente ricordato che la competizione elettorale in Tv non è un affare privato tra il PD e la Destra e non ci si va perché Vespa lo vuole. Punto. Se ne faccia una ragione e rilegga il testo del provvedimento dove si legge chiaro e tondo che “le emittenti televisive e radiofoniche nazionali a provvedere, secondo quanto precisato in premessa, in maniera rigorosa e con effetto immediato, al rispetto della parità di trattamento tra soggetti politici, in relazione sia al tempo di parola che al tempo di notizia fruito…”. Per chiudere in bellezza: la frase stizzita di Letta “…decideremo il da farsi” suona alquanto minacciosa. C’era una volta il tempo in cui la Legge prima si rispettava e poi, semmai, si commentava.  

Elisa Giomi ovvero il mistero glorioso di Via Isonzo 21/b. La sua motivazione di votare contro la delibera sarebbe fondata su ragionamento secondo il quale il dibattito a lume di candela Letta Meloni “moltiplicherebbe” le occasioni di confronto. Tesi tanto arguta quanto singolare e interessante. Dimentica anzitutto un piccolo passaggio fondamentale: questo confronto alcuni (Letta in particolare) lo vorrebbero ristretto ed evidenziato solo sul presupposto che alla competizione elettorale si confrontano solo loro due e tutti gli altri sarebbero solo “un fastidio”. Il presunto interesse alla “partecipazione informata” degli elettori, secondo questa “bizantina” teoria, sarebbe tutto orientato a far intendere che a concorrere ci siano solo due blocchi. L’interesse del pubblico, la Giomi dovrebbe saperlo meglio di noi, è proprio nella completa conoscenza di tutto ciò che interessa il confronto politico e non solo di una o due parti. Bah … lasciamo perdere … meglio catalogarla nel mondo fascinoso e indecifrabile dei pensieri in libertà.

In coda a tutto questo c'è da osservare il bizzarro quanto "bizantino" silenzio di Viale Mazzini su questo tema (per non dire di molti altri ...) come se la questione non fosse di loro competenza ma solo in appalto a Bruno Vespa. 

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