venerdì 12 agosto 2022

Una clamorosa novità Rai: la Supecazzola dubitativa

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

I lettori che ci seguono da oltre quattro anni di pubblicazione ininterrotta di Bloggorai lo sanno benissimo: gli errori e i refusi sono un nostro marchio di fabbrica.

Ci sono almeno tre buoni motivi: A - la tastiera è abitata da una famigliola di roditori B- scarsa conoscenza di grammatica e sintassi C- uso di una particolare sostanza alcolica che, in specie nell’isola, si consuma già da primo mattino, come si faceva una volta con il “caffè corretto alla Sambuca”.

Sarà forse pure per questo che indugiamo in divagazioni sulle Supercazzole che ci arrivano come echi lontani nel tardo pomeriggio. Premessa: da ieri si è abbattuto un ciclone tropicale e tutti intanati dentro le capanne. Rinforzati gli ormeggi della barca, controllate le pompe di sentina autoinnescanti e verificate tutte le sicurezze a bordo … ci siamo messi a meditare sui differenti tipi e livelli di Cazzole. La prima e più famosa è certamente la Super, quella che va per la maggiore e non manca mai di sorprenderci. Poi ci sono quelle aggettivate: superlativa, onirica, stupefacente (in senso buono) etc.. infine, ce n’è una di carattere dubitativo, di incerta collocazione ed è quella di cui ora paleremo. Seguiteci attentamente e con calma.

La notizia di ieri è stata quella dell’accordo tra Rai e Sky per la diffusione dei contenuti di RaiPlay sulla piattaforma satellitare. Quando abbiamo letto il commento dell’AD Fuortes “Attraverso l'accordo con Sky Italia l'azienda di servizio pubblico potrà far vedere a un numero ancora più ampio di utenti le sue trasmissioni e renderà più ricca l'offerta multimediale della televisione italiana. Questo accordo ribadisce il pieno impegno della Rai ad attuare il Contratto di Servizio, garantendo l'universalità del servizio pubblico attraverso l'accessibilità della propria offerta sulle diverse piattaforme distributive televisive” abbiamo intuito che qualcosa non tornava e abbiamo cercato di sapere e capire anche attraverso i nostri esperti lettori.

Premessa. Siamo certissimi che Fuortes e i suoi stretti collaboratori conoscono a memoria tutto il Contratto di Servizio 2018-22 attualmente in vigore e, in particolare, quanto dispone l’art.25 (vedi lettera e dove si legge che si possa “… prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche) poi i (canale istituzionale), u (piano industriale) e v in particolare al comma “ii) possa prevedere la rimodulazione del numero dei canali non generalisti…”. Ora che l’AD si possa gongolare di attuare in pieno il Contratto di servizio non può fare altro che piacere ma corre forte il dubbio che si possa essere scordato qualcosa di ben altra importanza per la strada. Insomma, è probabile che l’AD ha in mente un Contratto di Servizio a corrente alternata… un pezzetto alla volta ... oggi qui ..domani là ...trullallero ...trullallà.


Ma il vero grande dubbio che abbiamo posto ai nostri lettori è se questo accordo è conveniente e vantaggioso per Rai o no. Tralasciamo per un solo momento (ma non è un aspetto irrilevante) il piano tecnologico e cerchiamo di porre l’attenzione sul cuore dell’accordo: Rai cede la poderosa library di Rai Play e Sky rende accessibili il suo parco clienti/telespettatori. Noi apparteniamo alla vecchia scuola dove abbiamo appreso che “content is the King” e la loro qualità/quantità costa molto e si acquisisce in anni di duro lavoro e ingenti risorse impiegate per realizzarli. Chi si avvantaggia realmente in questo “deal” dove, apparentemente, tutti sono soddisfatti? E' Rai che guadagna qualche milione di possibili visualizzazioni sulla piattaforma satellitare o Sky che si irrobustisce a tal punto da rendere pressoché superfluo avere un’antenna digitale terrestre, un nuovo decoder e pagare un canone? Credo ci possano essere pochi dubbi che Sky sia un diretto concorrente di Rai: sottrae pubblico dalla sua platea privilegiata digitale terrestre e universale per andare a cercarlo in un ambito (satellitare e on demand) dove Rai non ha il suo core business. La povera mamma mia diceva sempre “dove non c’è il guadagno la remissione è certa” e che il “guadagno” di Rai si possa concentrare sul fatto di poter comparire nel menù di Sky, francamente pare un tantinello poco pochino e forse nemmeno tanto conveniente. Un buon accordo si ritiene raggiunto quando il massimo dell’offerta di chi compra (sky) incontra il minimo della richiesta (Rai) al di sotto della quale l’affare non è più conveniente. Ma il dubbio che poniamo è proprio sulla natura dell’accordo: è realmente vantaggioso cedere una parte del patrimonio Rai che, di fatto, arricchisce e favorisce un diretto concorrente piuttosto che concentrarsi sulla propria offerta editoriale da diffondere su tutte le diverse piattaforme? By the way… sono noti i problemi di Rai Play… vedi pure quanto emerso nel famoso documento della Vigilanza Rai dello scorso febbraio: “RaiPlay non appare essere ancora in grado di rispondere alla sfida di dotare l'Azienda di un servizio autenticamente competitivo nel confronto con le nuove piattaforme commerciali OTT e di valorizzazione i contenuti audiovisivi realizzati da e per il servizio pubblico”. Elementare Watson... Santa Pace ... prima mettete a posto e arricchite di contenuti di Rai Play e conquistatevi il pubblico con quella e poi fate accordi con i concorrenti.

Bloggorai@gmail.com


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