La politica (e la Rai in particolare) non sono al riparo da queste raffiche
e le sentono arrivare dai primi refoli. I risultati di ieri, sia alle
amministrative che ai referendum, confermano quanto già era noto da tempo: tutta
l’area di centro destra, complessivamente, si rafforza a danno di chi si
scioglie, il M5S, e di chi prova a resistere (il PD). Il Governo si regge sugli
spilli di un futuro incerto e improbabile. Le elezioni sono
alle porte e, con questi chiari di luna, la Rai non sa dove andare. Già, la Rai non sa dove andare:
nessuno, o pochi, hanno idea “pubblica” ovvero collettiva, condivisa, sostenibile e "comunicabile" su cosa potrà e dovrà essere il Piano
Industriale, il Contratto di Servizio e i relativi progetti per l’informazione.
Abbiamo pubblicato le quattro domande
essenziali alle quali sarà necessario trovare presto risposte “pubbliche” e non
dai soliti quattro amici al Bar: “ Eravamo io, Fidel, Paco Peña, Maradona, Cassius
Clay, De Niro, Mario e Pippo Santonastaso, Compay Segundo, Sotomayor, Arthur
Ashe, Tarek Aziz, i King Crimson…”.
La sola notizia degna di nota oggi non riguarda la Rai oggi ed
è l’articolo/intervista con Papa Francesco su La Stampa. Convien leggerla
attentamente prima che il Corriere della Sera possa arruolare pure Bergoglio
tra i “putinisti” d’Italia.
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