mercoledì 3 agosto 2022

La Rai e il volto oscuro della politica di chi gli vuole bene


                    A caval donato non si guarda in bocca.

Carnevale, ogni scherzo vale

Il buongiorno si vede dal mattino

Il dado è tratto

Una rondine non fa primavera

E così via banalizzando, semplificando e descrivendo perfettamente e sinteticamente quanto avvenuto ieri. Cosa c’è di nuovo oltre al già noto e saputo?

L’accordo Letta Calenda segna forse la fase culminante della parabola di quello che fu una volta il Partito Comunista Italiano nella sua corsa verso il Centro. È un’operazione che non merita più attenzione di quanta indebitamente gli viene assegnata. Da Prodi in poi, passando per Veltroni, Rutelli in buona compagnia di Franceschini si arriva a Letta: un percorso che viene da lontano e frutto di tutta solida matrice democristiana, rivista, corretta e aggiustata a buon uso del moderato, educato, sereno e rassicurante “centro” elettorale. Roba buona, ci mancherebbe… Non ci imbarchiamo in disavventure storiche varie, scissioni e correnti, gruppi e lobbine di diverso orientamento e ci limitano solo ad immaginare quali riflessi possa avere questa inedita (ma non imprevista) virata del PD verso la Gelmini, Carfagna &C (solida matrice Berlusconi).

Calenda: da epoca non sospetta ha teorizzato la privatizzazione della Rai. All’epoca del Governo Renzi si oppose al canone in bolletta e scrisse in un Tweet “Nell’ordine: 1) Governo Renzi ha messo canone in bolletta e non si può promettere in campagna elettorale il contrario di quello che si è fatto al Governo, 2) se si vuole affrontare la questione del canone allora si ragioni su privatizzazione Rai altrimenti è presa in giro”. Chiaro?  Ma, attenzione. Il tema canone all’interno del PD non è stato mai chiarito in modo uniforme e costante. Da ricordare, ad esempio, quanto disse nel 2019 l’allora ministro Francesco Boccia: “Non penso sia più tollerabile un canone, al tempo della società digitale, interamente assorbito dalla Rai” e, per finire, ricordiamo ancora una volta il famoso dibattito tra la senatrice Fedeli e l’attuale AD Fuortes quanto la prima chiese al secondo quali fosse il suo punto di vista sul teme canone e lui rispose candidamente “ditelo voi a me”. Conclusione: l’accoppiata PD e Calenda non lascia sperare proprio nulla di buono e se, per giunta, si aggiunge la famigerata “agenda Draghi” (ma che è ???) che ben che vada non contiene la parola Rai e male che vada prevede solo dolori.  

Renzi: ha lasciato il segno sul tema canone e chissà se questo stesso segno ha lascito tracce nell’attuale PD. “Nella prossima direzione del Pd proporrò l'abolizione del canone Rai. La tv pubblica deve essere un diritto dei cittadini". .."Nella fase transitoria  lo Stato dovrà supplire al canone trasferendo tra un miliardo e mezzo e due miliardi all'anno alla Rai”. Chiaro?

Sul fronte opposto (Lega) lo abbiamo più volte ricordato: Salvini si vanta di non pagarlo da tempo. Nel 2014 ha scritto “Il CANONE RAI da pagare con la bolletta della luce??? Un FURTO, contro cui la Lega si batterà con ogni mezzo”. Chissà se, nel frattempo, avrà cambiato idea. Per tutti gli altri … c’è sempre speranza, tanto su questo argomento nessuno sa bene cosa dire. Del suo socio Berlusconi c’è poco da dire. Della socia Meloni, l’ultima dichiarazione nota risale all’anno scorso: “Irricevibile la proposta dell’ad della tv di Stato nominato da Draghi, Carlo Fuortes, di far pagare anche i cittadini che utilizzano device diversi dalla tv per vedere la programmazione del servizio pubblico. Di fatto, sarebbe un aumento mascherato del canone Rai che andrebbe a pesare su ogni singolo italiano che possiede uno smartphone”. Non lascia molte speranze sul futuro del canone.

E ora salutiamoci con le buone notizie: dopo il Report di AgCom sugli ascolti del primo trimestre 2022, ieri è arrivato il consueto Auditel Total Audience che, ancora una volta, segnala Rai con un bel -4% sulla settimana precedente nell’andamento AMR (Mediaset invece -1%). Da ricordare che pure nel report precedente Rai segnava – 5%. Andiamo avanti così … facciamoci del male …

La prossima volta che si sente parlare di Piano Immobiliare che “andava fatto” si suggerisce una buona cura ricostituente a base di ottime erbette: la Supercazzola del compra, vendi, affitta, restaura, ammoderna e rendi efficienti uffici e locali di produzione non è che sia poi tutta una attività poi tanto straordinaria … o no??? Non dovrebbe essere quello che una normale Azienda compie “normalmente” al fine di gestire al meglio le proprie risorse?  Già, ma di normale e ordinario a Viale Mazzini sembra rimasto ben poco.

bloggorai@gmail.com

ps: rimanete sempre sintonizzati anche in riva all’onda o nel mezzo di un fresco boschetto, le nuove Supercazzole sono in arrivo !!!

 

 


 

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