martedì 9 agosto 2022

Rai: i soldi di Agosto


Ci sono alcuni termini greci che stanno ad indicare perfettamente lo stato d’animo che si può avvertire quando ci si trova lontani, distanti, dai luoghi di origine dei fatti, delle notizie. Si tratta di una sorta di sentimento, di sensazione diffusa, che rende la visione della realtà molto più complessa del solito in specie quando più questa è lontana e rarefatta.

Il primo temine é Ησυχία (isychía ) che vuol dire tranquillità e i secondo temine è Σαστιμα (Sastima) vuol dire sbigottimento, smarrimento, sbalordimento. Ne esiste pure un terzo, più complesso da descrivere, ed è Ανησυχία (anesichia) vuol dire apprensione, preoccupazione. La somma di questi termini racchiude la difficoltà a comprendere le grandi linee lungo le quali si dipanano i fenomeni complessi, rese ancora più incerte dalla distanza e dalla mancanza di soggetti tangibili.

Tutto questi per anticipare gli argomenti del giorno.

Oggi vi proponiamo due sommarie riflessioni, in qualche strettamente connesse tra loro: le modalità di riscossione del prossimo canone che, a partire dal prossimo anno,si dovrebbe riscuotere in forma diversa da quella attuale, e la procedura di “vendita” di una quota di Rai Way attualmente in corso. Non a caso ne paliamo nel bel mezzo di un caldo mese di agosto e in piena campagna elettorale. La “famigerata Agenda Draghi” della quale almeno noi non abbiamo ancora capito bene di cosa si tratta, aveva almeno una pagina una pagina stropicciata e scarabbocchiata: cosa fare della Rai dopo che pure Super Mario, forse, si è reso conto di aver fatto un errore a nominare Fuortes come AD (vedi articoli recenti su La Stampa). In particolare, se n’è ben guardato di scrivere sull’agenda un importante appuntamento: fare una proposta di riscossione del canone. Il Governo (vedi Giorgetti) lo ha dimenticato ma altri no: vedi Agenzia delle Entrate dove, per quanto ci risulta, stanno studiando il ”dossier” molto attentamente. Sul tappeto ci sono diverse possibilità: la prima potrebbe essere quella che vede il canone inserito nel 730. La seconda quella di farlo rientrare nella fiscalità generale. La terza quella di inserire in canone come imposta aggiuntiva di ”uso” di una abitazione, sia essa in proprietà o in affitto. Tutte ipotesi molto complesse e scivolose, da tenere bene al riparo durante la campagna elettorale dove la parola “tassa” sulla Tv e a favore della Rai verrebbe interpretata come una bestemmia in sacrestia. La prima ipotesi sembra avere un certo consenso ma è osteggiata da chi sostiene che l’Agenzia si troverebbe nella difficile situazione di essere al tempo stesso Ente verificatore e sanzionatore (si dovrebbe applicare un sistema sanzionatorio previsto per la dichiarazione dei redditi e non quella per l’evasione del solo canone Tv) cosa che renderebbe molto complesso il sistema di verifica e controllo. Si teme un massiccio ricorso all’evasione. Inoltre, c’è tuttora un nervo scoperto del quale si parla poco ma che pesa molto: il canone speciale, la cui normativa risale addirittura al 1938. Parliamo di circa 80 mln di euro.

Il tema strategico, dal punto di vista RAI, potrebbe essere: conviene più attendere che possa maturare una proposta organica e stabile in capo al prossimo Parlamento/Governo oppure battere i pugni sul tavolo (of course si tratta di metafora: chi? quando?) come avrebbe potuto e dovuto fare l’AD in epoca non sospetta, per avere una norma subito per dare una “ipotesi” di certezza sulla risorsa canone per i prossimi anni? Sarebbe interessante chiederlo ai partiti, proprio ora.


Veniamo allora al secondo tema: Rai Way. Oggi su Repubblica compare il titolo “RaiWay-EI Towers, nozze vicine"Tutelare il servizio pubblico tv" a firma di Sara Bennewitz e Aldo Fontanarosa. “Si lavora anche a Ferragosto sul dossier RaiWay ed EI Towers, operazione da cui nascerebbe il gigante tricolore delle torri televisive, uno dei dossier caldeggiato dal governo di Mario Draghi per dare alla Rai dell'ad Carlo Fuortes le risorse per il rilancio”. I know my chicken!!! e quando escono articoli del genere conosciamo benissimo la genesi, gli antefatti e gli obiettivi che si intendono perseguire. Nulla succede a caso. Ribadiamo quanto abbiamo scritto più volte. Si tratta di pura alchimia finanziaria utile a far divertire advisor, consulenti, banche di affari, fondi investimento e, last but not least, il diretto concorrente Mediaset che partecipa all’operazione. Al momento, fino a prova contraria, nulla a che vedere con una politica industriale della Rai che, semplicemente, non c’è. Non esiste ancora il Contratto di Servizio e il suo collegato Piano Industriale dove una operazione del genere dovrebbe trovare la sua corretta collocazione. Da non dimenticare la “fregola” che tanti soggetti hanno messo a Draghi alla viglia della nota di indirizzo dello scorso giugno. I tanti “furbetti del quartierino” che ronzano introno a Via Teulada attendono fiduciosi una mossa del genere. Che poi possa interessare o meno gli interessi della Rai è altro discorso. Già spacciare questa iniziativa con “risorse per il rilancio” la dice lunga.

In campana gente … in campana.

bloggorai@gmail.com 


ps: ci teniamo di riserva il tema Contratto di Servizio dopo la nota AgCom .. c'è molto da dire


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