giovedì 18 agosto 2022

La Rai e l'Apocalisse prossima ventura

Foto di Dirk Wohlrabe da Pixabay

In attesa del vaporetto del pomeriggio che, speriamo, possa portare buone notizie oggi solo qualche sommario spunto di riflessione.

Un attento e affezionato lettore, acuto e solitamente molto polemico, ci ha sottoposto un tema di dibattito: la Meloni al Governo, Salvini ministro e Berlusconi senatore potranno cambiare la narrazione sociale e culturale della Rai sul nostro Paese? La domanda è interessante. Al di fuori di qualche direttore, vice, dirigente in “quota” a destra o al centro (della “sinistra” ormai non ne parliamo più) pronto a cambiare pure il pannolino dei giovani criceti pur di accasarsi con il nuovo che avanza, rimane da capire se il nuovo “vento” che si appresa a tirare dopo il 25 settembre potrà incidere o meno sulle scelte editoriali, sui linguaggi, sui contenuti.

Tanto per iniziare, possiamo cercare di ricordare quanto avvenuto in epoca recente, quando a Viale Mazzini imperversava la “struttura Delta” che concordava i palinsesti con la concorrente Mediaset. Cosa è successo in quegli anni e cosa è cambiato nella “narrazione” del Paese? Il senso comune della società, le derive culturali, i comportamenti sociali, collettivi, i linguaggi televisivi sono cambiati verso il corrispondente modello politico di riferimento? Come pure, al contrario, i vari governi Prodi o Gentiloni che dir si voglia, hanno “influenzato” il lessico televisivo nazionale?

Non abbiamo una risposta pret a porter. Possiamo solo supporre che questi fenomeni richiedono tempi molto lunghi di sedimentazione ed elaborazione difficilmente leggibili nell’arco di una sola o più legislature.

Altri due argomenti interessanti: un lungo reportage di Alzo Cazzullo sul Corriere di ieri sull’Italia “incazzata” che si ferma a Cantagallo, il noto Autogrill sull’Autostrada. Pochi ce lo raccontano ma il Paese che ci ha lasciato in eredità il Governo Draghi non sta messo gran che bene e non lo sarà ancora di più nel prossimo autunno che incombe.

Poi, un lungo articolo di Luigi Mascheroni su Il Giornale su Walter Veltroni: graffiante e urticante quanto basta per comprendere certi “fenomeni” che avvengono in Rai e dintorni e non solo: si capisce pure perché si perdono consensi, perché avvengono rilevanti fenomeni di astensionismo dalla partecipazione politica e così via. Intendiamoci, non è solo colpa sua, ma per come la vediamo noi Veltroni rappresenta l’icona di una certa politica che tanto bene viene riassunta con quella famosa frase urlata da Nanni Moretti a Piazza Navona “E’ stata una serata inutile...con questi dirigenti non vinceremo mai” rivolgendosi a Rutelli e Fassino.

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