A leggere di sorvolo i titoli dei quotidiani di oggi c’è da provare
qualche brivido di emozione e di sottile preoccupazione: quello più inquietante
è del Resto del Carlino “Crisi del gas: un milione di posti a rischio”
e, a seguire, La Stampa con “Gas, la stangata sulle famiglie…” e vorremmo
omettere di aggiungere il resto del titolo per semplice imbarazzo però lo
dobbiamo fare “…ora i partiti implorano Draghi”. Implorare Draghi? Chi? Lo stesso
dell’Agenda fantasma? Lo stesso che ha detto non più tardi di un paio di giorni
fa che “chiunque sarà al prossimo Governo, l’Italia ce la farà”? Chiunque? Ovvero, un governo vale l’altro? Come poi se il personaggio su tutto questo non ha alcuna responsabilità, cioè ... come si dice a Roma “dormiva da piedi”. Il Governo Draghi, per chi lo avesse
dimenticato, è stato in carica per quasi 18 mesi, un anno e mezzo. È ragionevole
pensare che ha avuto tutto il tempo e modo per preparare e fronteggiare una
crisi del genere, preannunciata da tempo e forse anche indipendentemente dalla guerra in Ucraina. E così
via trotterellando verso un inizio di stagione che si preannuncia alquanto
complessa. Lasciamo poi perdere i conti irrisolti (canone) sulla Rai.
E in tutto questo ci sono bizzarri soggetti che invece si
trastullano con temi di dibattito politico a dir poco esilaranti: avete sentito
parlare della vicenda della spia russa che per 10 anni ha operato in Italia? Notizia
sconvolgente come se il nostro Paese non fosse la terra di Bengodi dove le spie
sono candide animelle innocenti e si aggirano raccogliente mammole e margherite,
come se tutti gli altri Paesi anche nostri “amici” non avessero disseminato
spie e spioni da decenni e come se noi stessi non avessimo qualche spione
nostrano in altri Paesi. Come al solito, molti hanno la memoria corta e il
cervello rosicchiato dai criceti: ricordate il caso Abu Omar? La Corte Europea
dei Diritti dell’Uomo, il 23 febbraio 2016 ha condannato l’Italia per aver
violato i principi della Convenzione Europea per la tutela dei Diritti
dell’Uomo nella nota vicenda legata al sequestro dell’ex imam di Milano Abu
Omar. Secondo il Tribunale di Strasburgo, «l’Italia ha applicato il legittimo
principio del segreto di Stato in modo improprio e in maniera tale da
assicurare che i responsabili del rapimento, della detenzione illegale e dei
maltrattamenti ad Abu Omar non dovessero rispondere». E chi c’era dietro questa
vicenda? Spioni nostrani e americani. Ecco … di cosa stiamo parlando… eppure
una storia del genere ha fatto “notizia” e ne hanno fatto tema di campagna
elettorale.
Per non dire poi del goffo tentativo in corso di spacciare
la competizione elettorale come se fosse solo un affare privato tra la
destinata a vincere e il condannato a soccombere. Qualcuno dimentica che se mai
un giorno ci potrebbe essere una possibilità di fronteggiare la destra incombente
al Governo questa risiede solo in un diverso accordo politico in grado di
sostenere una maggioranza alternativa. Però, qualcuno vaneggia di riproporre un
certo Draghi, non pago della inutile stagione appena conclusa cominciata con la
disfatta del Colle, quando si è dovuto ricorrere alla buona grazia di Mattarella
per evitare la catastrofe istituzionale. Ostinati, ottusi e perversi. E se poi
al voto ci vanno sempre meno persone tutti poi a lambiccarsi il cervello a
chiedersi il perché.
E qui veniamo al terreno che interessa Bloggorai: oggi La
Stampa pubblica una lettera di precisazione di Bruno Vespa in risposta ad un
articolo precedente dove ci sarebbe stata una inesattezza. Ma la curiosità è in questo passaggio “Approfitto
per chiarire che se il dibattito Letta-Meloni non fosse possibile in Rai, non
potrebbe andare in una televisione commerciale, anch'essa sottoposta ai vincoli
Agcom”. Anzitutto notare il “se non fosse possibile …” lasciando intendere che
magari chissà, come ha pure sibilato stizzito Entico Letta, ci potrebbe essere qualche
possibilità ancora che la Rai possa ospitare il dibattito “a lume di candela”. Delle
due l’una: o l’AgCom ha sparato una balla o ha ribadito una regola del gioco
inderogabile. Siamo propensi alla seconda ipotesi e dunque? A che titolo ancora
Vespa (e chi con lui) ancora insiste su questo tema? Inoltre: Vespa (e chi
con lui al VII piano di Viale Mazzini) sapevano bene dell’esistenza dei “vincoli
AgCom” come il conduttore ricorda nella lettera citata. E allora? Perché farsi
bacchettare le dita per essere richiamato all’ordine? Rimane un aspetto
intrigante: chi è in Rai che su questo argomento ha titolo e obbligo ad intervenire?
Ponete la domanda e trovate la risposta … facile facile…
Come i nostri lettori sanno bene, Bloggorai, in oltre 4 anni
di pubblicazione ininterrotte, si è ritagliato uno spazio piccolo ma
significativo. In questo spazio ci sono moltissimi amici (e pure qualche nemico)
a Viale Mazzini e non solo. Da loro provengono molte notizie, commenti, suggerimenti
precisazioni. In questi giorni, al ritorno dalle ferie, non sono pochi quanti
ci scrivono e riferiscono di mal di pancia che si avvertono tra il VII e i piani
inferiori. Uno in particolare, ci avvisa che proprio su questo tema della
par condicio, c’è movimento. Non sappiamo ancora bene di cosa si tratta, ma
abbiamo subito risposto che di qualsiasi cosa si possa trattare potrà avere
senso e peso solo a condizione che sia pubblica altrimenti rimane solo una
buona intenzione alla quale, bene che vada, Fuortes&C forse “… faranno
sapere…” oppure, come spesso è pure avvento, sarà lasciata cadere nel cassetto
del dimenticatoio in fondo alla cantina. Rimaniamo in attesa fiduciosa.
bloggorai@gmail.com
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