lunedì 6 giugno 2022

Un frugale (e indigesto) pranzo della domenica intorno a Viale Mazzini

Foto di stokpic da Pixabay

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“Ciò che possiamo vedere noi stessi è il meno; per la maggior parte delle cose, ci si avvale di informazioni: viviamo sull’altrui buona fede. L’orecchio è la seconda porta della verità, ma è la porta principale della menzogna. Di solito la verità è quella che si vede, e solo in via eccezionale la si ascolta(…) sempre porta seco qualche impurità raccolta dagli affetti attraverso i quali è passata. (…) La riflessione serve a respingere il falso”

(Baltasar Gacian, Oracolo Manuale, ovvero L’arte della Prudenza)

Oggi non c’è nulla riferire, tutto è sotto traccia. La domenica appena trascorsa è stata giornata dedicata al riposo e, per alcuni, al riordino delle cose. Solitamente si svolge prima la cerimonia della Messa religiosa e poi il “pranzo” di famiglia. Le comunità si incontrano, si scambiano il saluto e mettono a registro i nuovi rapporti sociali.

“Immaginiamo” che ieri si sia svolto almeno un "aperi-pranzo" della domenica tutto romano con i pochi rimasti in città dove alcuni hanno cercato di “supporre” cosa potrà succedere nei prossimi giorni, una specie di “exit strategy” in vista del prossimo mercoledì 8 in Cda. "Immaginiamo" pure che non si saprà un nome di chi vi ha partecipato nemmeno sotto tortura.

Al netto del “garbo istituzionale” dovuto ai padroni di casa e alla buona educazione che consiglia di non trattare a tavola argomenti “delicati”, giocoforza così non è avvenuto. Ci raccontano che ben presto il dibattito si sia impantanato nella difficoltà a rispondere ad alcune domande di prologo della vicenda che sta portando Rai sull’orlo del baratro. Se non si chiariscono alcuni passaggi fondamentali sembra essere estremamente difficile fare gli “avantologi” e non i “dietrologi” come alcuni lettori ci suggeriscono: Fuortes ha agito da solo o in buona compagnia (interna o esterna)? È stato “ispirato” ovvero “indotto” oppure ha avuto uno scatto d’ira dopo avere letto il famigerato articolo de Il Foglio? Ha in mente un progetto, un piano subdolo, oppure è in preda al panico? La qualità di questi interrogativi dovrebbe lasciare bene intendere che i commensali non dovrebbero essere parte in causa. In parte è così. Ma in questo momento ogni dubbio è lecito. I tentativi di trovare risposte sono naufragate tutte nell’ambito delle “…supposizioni, suggestioni o emozioni…”. In soldoni: fuffa! “Grazie dell’ottimo pranzo… buon pomeriggio .. a presto …” e via con una bella pennica! È rimasta però una solida incertezza: quale sarà il destino di Fuortes? Sarà “scaricato” o “tutelato”? Lui ha sostenuto di “sentirsi sicuro” e magari ne ha avuto buone rassicurazioni … già … da chi?

Come vi abbiamo scritto tante volte, Bloggorai è appassionato di immagini, segni, simboli, significati e significanti e leggere in questi termini le traiettorie del destino è tutt’uno: “Un’interpretazione definitiva sarebbe in sé una contraddizione. L’interpretazione è sempre in cammino”. Dunque l’interpretazione di quanto avvenuto nei giorni scorsi induce senz’altro a sostenere che si è intrapresa una “lunga marcia” ma che, al momento, sembra priva di una mappa di orientamento. Gli scenari possibili (dimissioni o indebolimento strutturale di Fuortes) somigliano alla minaccia di crisi di Governo: molti la vorrebbero ma nessuno se la può permettere. Non abbiamo la palla di vetro, i nostri dadi sono riposti e i nostri aruspici sono al mare e non possiamo indovinare.

Per certo sappiamo solo che il prossimo 28 giugno è prevista la conferenza stampa di presentazione dell’offerta 2022/23 e che pochi giorni dopo si dovrebbe sapere qualcosa di più sul Piano industriale mentre il Contratto di Servizio è entrato nel porto delle nebbie sotto l’attenta supervisione della Presidente Soldi e del suo ardimentoso gruppo di lavoro. Come si dice nella Bassa Val Tiberina “Di più …n’el so !!!” ...per ora .. forse per oggi ... comunque rimanete sintonizzati .. non si sa mai !

bloggorai@gmail.com

 

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