mercoledì 8 giugno 2022

Rai: il giorno più lungo e forse il giorno più buio

Foto di brands amon da 
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Il giorno più lungo nella storia recente della Rai si appresta a svolgersi oggi e potrà anche essere il più buio. La Fortezza Bastiani di Viale Mazzini è assediata dal suo interno e dall’esterno.

Il primo avviso di quanto potrà avvenire lo fornisce stamattina Riccardo Laganà in una lunga intervista a Repubblica che titola “Non ci sto ai giochi di ruolo dei partiti. Basta scelte sbagliate”. È solo il primo di altri titoli che sembrano tutti intonare il De Profundis non tanto e non solo di una persona ma di un metodo che viene nemmeno poi da tanto lontano: da Palazzo Chigi. Leggiamo altri titoli: La Stampa “Assedio a Fuortes”, la Verità “Fuortes usa il Cencelli per salvarsi”, Il Giornale “Rai, finito l’effetto Draghi: Fuortes già commissariato, in corsa la Soldi e la Maggioni”.

Il pentolone della minestra acida che ribolle a Viale Mazzini è tutto li: nell’ennesima protervia dimostrazione dell’arroganza e ignavia dei partiti in ottima compagnia di chi gli è vicino o in quota dentro la Rai. Fatte le debite proporzioni e precisazioni Draghi sta al Parlamento come Fuortes al Cda Rai. Con i partiti che sorreggono, minacciano o ricattano in cambio della loro sopravvivenza pagata con qualche spicciolo di poltrona.

Laganà precisa subito e bene lo stato delle cose: Fuortes decide e, se proprio necessario, informa il Cda … magari dopo che gli intendimenti sono stati già resi noti. La prova provata è stata fornita proprio nel momento in cui si svolgeva il preconsiglio di lunedì scorso, quando i consiglieri vengono a sapere dalle agenzie di stampa che l’AD ha cambiato il Capo Ufficio Stampa senza un perché e senza un per come, solo per fare una “cortesia” alla destra della Meloni.

Ma, appunto, il “metodo” non è nuovo e si sapeva già tutto da tempo su come si è proceduto con le nomine finora avvenute: senza motivazioni, senza valutazioni comparative, senza logica e senza senso industriale. Laganà cristallizza la situazione: “Siamo finiti sui giornali per l’ennesimo balletto sule nomine e non per un serio dibattito sul futuro del servizio Pubblico”.

Ci permettiamo di dare una mano a ricordare al resto del Cda, alla Presidente in particolare, qualche “problemino” sui quali rimaniamo in fiduciosa attesa di conoscere qualche pensierino.

1. Le risorse. Senza mezzi termini: la Rai non ha nessuna certezza sulle sue risorse. La pubblicità è in calo e il canone è fortemente minacciato di riduzione con le nuova modalità di riscossione che potrebbe entrare in vigore dal  2023. Ancora dobbiamo sentire qualcuno che batte i pugni sul tavolo per affrontare questo tema.

2. Le tecnologie. È in corso la transizione al DVB-T2 e non sembra che stia andando molto bene. La presidente Soldi ne sa qualcosa visto che a lei è assegnata la delega sull’argomento? Qualcuno ha mai sentito un suo pensiero? Degli investimenti necessari su questo fronte sa quali sono le priorità? Dove reperire le relative risorse? Della vendita di Rai Way ha detto qualcosa? CDN, Rete Unica, Big Data???

3. Contratto di Servizio e Piano Industriale. Chi li ha visti? Di cosa si tratta? Il primo è sotto la tutela sempre della Presidente con il suo gruppo di lavoro. Qualcuno sa qualcosa? Ci sono aggiornamenti dopo le linee guida espresse dal Governo? Il secondo è un oggetto misterioso che si aggira tra il fosco e il losco di un passato lontano (vecchio modello Salini&C) e un futuro improbabile. Anche su questo tema siamo rimasti a “carissimo amico …” e alle scarne slides dei consulenti Altman & Solon.

4. Informazione. Lo sbando più totale: non c’è traccia di progetto, di idee o visioni che dir si voglia. Il solo “passaggio” epocale è stata l’eliminazione della Tgr nell’edizione notturna con il famoso “patto delle lenticchia”. Di “newsroom” unica, di razionalizzazioni, di efficientamento dei Tg e Gr non ci sono lontanamente segnali di alcun tipo.  

5. Offerta editoriale. Siamo rimasti all'esultanza per Don Matteo rivisto e corretto, alla 32a riproposizione di Montalbano, ai quasi trent’anni di Un Posto al Sole, ai decennali de I Fatti vostri, a Piero Angela e al di lui figlio, a Corrado Augias e alla Prova del Cuoco. Ci si stupisce che oltre il 70 % del pubblico Rai sia bel oltre i 50 anni? Sempre a proposito della Presidente: ne sa qualcosa di Auditel Total Audience?    

In tutto questo si vorrebbe menare vanto della “riorganizzazione per genere” la più colossale bufala della storia aziendale. Sostiene Laganà: “Se però i modelli operativi delle reti con i loro vizi vengono replicati in orizzontale allora moltiplica l’errore su tutte le reti” e aggiunge “I modelli organizzativo camminano sulle gambe dei dirigenti selezionati per le strutture cruciali, editoriali e corporate. Ma in Rai per lo più sono gli stessi di sempre con risultati non sempre brillanti. C’è una classe dirigente che lavora per perpetuare se stessa, indipendentemente dai risultai raggiunti …”. Preciso e tagliente come un bisturi chirurgico: è esattamente così e non da oggi e non dal solo Fuortes con la differenza che a chi era prima di lui non gli sono stati dati i poteri di cui lui ora gode e che, evidentemente, non ha saputo, voluto o potuto usare.

Fra poche ora sarà noto il suo destino: Fuortes potrà reggere il clima di sfiducia che si è creato intorno a lui? Che faranno i vari "congiurati/disperati" intorno a lui? Se pure potrà sopravvivere a qualche voto contrario, è del tutto evidente il suo commissariamento e la sua sopravvivenza garantita solo in virtù della stessa logica dell'emergenza che regge Draghi. In condizioni normali, in un Paese normale, in una Azienda normale, certe scelte e certi comportamenti non sarebbero tollerati. Come si può prima dichiarare venuto meno il rapporto di fiducia con uno dei più autorevoli e accreditati direttori “politici” di ferrea marca PD come Orfeo e subito dopo proporlo alla direzione del Tg3? Come si può, al suo posto, nominare un signore come Di bella che tra pochi mesi avrà il solo compito di pensare a portare a spasso qualche nipotino e, infine, come si può alla direzione Day Time nominare una persona che di produzioni editoriali tv ne dovrebbe sapere poco più di nulla? La presunta “rivoluzione per generi” è già cosa confusa e complessa di suo e se questi sono i criteri con i quali si nominano i suoi direttori forse è meglio che lasciano perdere subito per mettersi alla ricerca di una nuova “rivoluzione” in altra dimensione oltre quella orizzontale.

Rimanete sintonizzati … il giorno sarà lungo … molto lungo …

bloggorai@gmail.com


 

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