giovedì 16 giugno 2022

La Rai metafisica e trascendentale,

Foto di Artie_Navarre da Pixabay
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C’è nell’aria qualcosa di sidereo, metafisico, trascendentale, spirituale e sovraumano per tutto ciò che riguarda la Rai e il Servizio Pubblico Radiotelevisivo. L’Azienda sembra vivere in un limbo tutto suo dove da un lato ci sono i corifei di “va tutto bene” e dall’altro gli allarmisti de “siamo solo all’inizio della catastrofe annunciata”. Bloggorai, notoriamente e da tempo, è propenso a schierarsi con i secondi, vista appunto l’aria che tira e i personaggi sulla scena. Esempio: gli ascolti. A sentire i partigiani della prima specie la Rai è leader e poi succede che Auditel rilascia il report settimanale della sua Total Audience e alla pagina 6 l’andamento AMR scende al 6%  sulla settimana precedente. Poi, sempre ieri, su La Stampa Michela Tamburino picchia duro e titola: “Estate Rai, il gelo degli ascolti. Flop dei programmi del Day Time e degli speciali elettorali di pari passo con il massiccio assenteismo dalle urne”. Seguono interessanti considerazioni di Mario Morcellini: “Il mondo in questi due anni è cambiato, deve cambiare ancha la Tv” ovvero la tv è vero che ha accompagnato il cambiamento sociale, politico e culturale del Paese ma lo ha fatto al ribasso, sottraendo invece che aggiungendo valore e valori. La Rai sembra avere svolto bene il suo compitino con i suoi prodotti di punta: Sanremo e Montalbano spolverati con un pizzico di Angela e un profumino di Augias. La gloria del passato e la tradizione del futuro mentre i figli crescono e i genitori invecchiano. Oggi la Tamburino torna sul tema e titola “Rai, tutto cambia. Anzi, no”. Esattamente come abbiamo scritto da anni, come quando abbiamo ricordato il piccolo regalo fatto ad alcuni affezionati colleghi alla vigilia della mia uscita dall’Azienda con una copia del Gattopardo di antiquariato. È sempre la stessa collega che il 12 novembre dell’anno scorso scriveva “…l'idea stessa della Rai che si vorrebbe ripensata. Il diktat è arrivato forte e chiaro dalle stanze di Palazzo Chigi, da dove ci si muoveva già infastiditi per il Piano Industriale copia-incolla di quello di Salini”. Non ci stupirebbe se, un giorno lontano, dovessimo leggere che qualcuno possa aver fatto una telefonata a Torino per chiedere, gentilmente, di non rompere le scatole (come sembra che sia avvenuto in un non lontano passato).

Ecco allora il tema che rimane sempre occulto, nell’ombra, in silenzio: il cambiamento verso qualche direzione, quale che sia e magari che non sia proprio la minestra riscaldata come quella che il vertice Rai sta per proporre con la “rivoluzione dei generi”.   

Tutto ciò accade alla vigilia di: anzitutto la “chiusura per ferie” di molti programmi di informazione (Cartabianca), la presentazione palinsesti del 28 giugno, la possibile comunicazione delle linee guida del Piano Industriale, l’aggiornamento sul Contratto di Servizio tutto mescolato nel calderone di una stagione politica istituzionale che volge direttamente verso la fine della legislatura, cioè al vuoto programmato di un destino incerto.

Ieri mattina si è svolta l’audizione di Fuortes in Vigilanza a proposito della rimozione di Orfeo. Ce la siamo risparmiata per non mettere a dura prova il nostro già traballante stato mentale e, a quanto leggiamo, siamo stati in buona compagnia di tanti altri colleghi che hanno scritto ben poco sul tema. Abbiamo fatto bene a disertarla e dedicarci ad innaffiare le piante. Irrilevante. Del resto, cosa si poteva dire se la premessa, la sintesi e la conclusione del suo ragionamento è stata “Ho registrato da mesi una serie di criticità … mancato invio nei tempi previsti … considerato il suo valore professionale etc etc”. Al che, quelle vecchie volpi dei PD Fedeli e Romano si scatenano e giudicano “molto deludenti” le affermazioni dell’AD (sembra che possa avere avuto un brivido di terrore) non prima però di essere tornati alla carica dell’argomento Talk dove, ovviamente, hanno in mente solo il modello Vespa ovvero tutti esperti e competenti ma rigorosamente di una parte sola. Ogni forma di dissenso, quale che esso sia, compreso il Papa è meglio lasciarlo fuori. 

Per tornare alla metafisica del cambiamento leggiamo il titolo del Il messaggero di oggi: “Rai, nei nuovi programmi continuità Di Bella Orfeo”. Già … e allora ??? cosa giustifica il cambiamento? Il ritardo per non avere presentato il compitino? Metafisica della trascendenza.

A proposito di stupore e di metafisica trascendentale, ci è stata proposta la lettura di una amena conversazione, sembra realmente avvenuta, tra due personaggi che alcuni anni addietro trattavano allegramente di “ … mignotte … nel senso tutte le donne eh…” in cambio di “… trovami un posto in Rai e io ti trovo (sorride)...”. Chissà se lo scambio è riuscito? Piccole storie antiche ma che, ogni tanto ritornano a galla tra la metafisica e lo stupore. Se poi ci si interroga sul perché della Rai non sembra più interessare più nulla a nessuno, qualche risposta la si trova facilmente.

bloggorai@gmail.com  

 

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