Ci sono i fatti e le persone. Ci sono gli eventi e ci sono gli uomini e le donne che li compongono, li rappresentano simbolicamente e li raccontano pubblicamente nella loro intima e profonda natura.
Ci sono avvenimenti che appaio già predisposti a svolgersi come è giusto che sia. Ci sono circostanze che appaiono già viste, vissute, immaginate in ogni singolo dettaglio. Talvolta si avverte la suggestione, la sensazione ovvero la speranza che le cose possano andare in modo diverso di come poi andranno. In genere, ci si pone come in uno stato di grazia, dell’arrivo di un angelo salvifico, dell’improvvisa apparizione sulla scena di qualcosa o qualcuno che possa modificare il corso degli eventi. Ma questo, solitamente non avviene e se qualcosa è destinato ad andare di traverso ne potete essere ben sicuri che così andrà (legge di Murphy). tradotto in italiano si potrebbe definire "il pensiero speranzoso".
Provate a mettere insieme i contenuti degli articoli di oggi de La Repubblica, de Il Foglio, de Il Fatto Quotidiano e tutti gli altri ancora e tiratene una linea mediana. Tutti ruotano intorno ad un solo baricentro: scambio “merce” tra chi ha ottenuto e potrà ottenere qualcosa in termini di amici, parenti o conoscenti e sodali vari in “quota” di PD, Lega, FI, Fd’I e in parte pure di M5S. Così è sempre stato e forse così sarà sempre. Il filo conduttore è il solito, da tempo: ricatto, scambio, opportunità e convenienza.
Da osservare che, solitamente, quando sulla carta stampata si parla dei grandi temi che interessano il Servizio Pubblico (il canone, l’innovazione digitale, i contenuti editoriali, i Piani industriali e i contratti di servizio) faticherete a trovare articoli che entrano nel merito, quando invece si tratta di fare gossip su chi sarà il/la conduttore/conduttrice di qualche programma diventano tutti raffinati e informatissimi specialisti e sanno tutto di tutti. Fenomeni del giornalismo contemporaneo.
Non c’è scampo, non c’è speranza: tutto si svolge CVD, Come Volevasi Dimostrare. Ieri il Cda ha confermato tutto quanto ci si attendeva da loro (dalla maggioranza di loro), nulla di più e nulla di meno. Oggi merita appena di passaggio di soffermarci sulle dichiarazioni della consigliera in quota PD: Francesca Bria, già nota alle cronache per la sua teoria sugli “algoritmi sociali”. Come è stata la senatrice Fedeli in Vigilanza sul tema canone oggi anche la Bria è un “paradigma” di leggiadra bellezza politica programmatica sul futuro della Rai. Leggiamo un paio di perle di rara saggezza con le quali ha motivato il voto favorevole alle proposte dell’AD: “…ho votato a favore delle nomine proposte oggi dall'Ad, pur non condividendone il metodo e la tempistica. Un metodo inaccettabile”. Ovviamente ha avuto una dimenticanza, un lapsus, una distonia, e non ha citato il “merito” che pure potrebbe avere il suo peso, il suo senso e il suo significato ma … tant’è …ca va sans dire… superfluo. A suo dire, è inaccettabile solo il “metodo” e magari ... tiè... pure la tempistica ... ovvero la forma perché della sostanza chissenefrega. Di Bella che va in pensione tra pochi mesi va benissimo. La Sala che di programmi di Day Time è verosimile che non sa da dove cominciare meglio ancora. Ma la vetta di sublime eleganza argomentativa lo ha raggiunto quando nel breve volgere di una sola riga riesce a sostenere un concetto e il suo contrario: si tratta di un esercizio di perfida eleganza retorica. Cerchiamo di tradurre in italiano: ha votato a favore di un metodo inaccettabile. Delle due l’una: o il metodo è accettabile e allora si certo che si vota a favore o non lo è e allora si vota contro. O no??? È un ragionamento logico oppure anche noi siamo in preda a colpi di calore?
Andiamo avanti. Più avanti dichiara: “Fiducia, quindi, all'Ad Fuortes sulle nomine proposte oggi, ma si tratta di una fiducia condizionata”. Di cosa si tratta? Cosa si intende per “fiducia condizionata”? quando, da bambino si facevano le liti in cortile si diceva “stai in campana, come te movi te corco !!!” (voce del verbo "corcare" cioè menare) perché magari c’era un buon motivo per minacciare ma in questo caso? Dunque, una fiducia a priori che già per averla pronunciata in questi termini lascia intendere che ce ne sia ben poca perché altrimenti evidenziare il “condizionamento”? In genere una persona vuole bene al marito o alla moglie senza condizioni ed è del tutto evidente che se poi uno dei due viene colto con le mani nella marmellata di un amante si chiede subito il divorzio. Un argomento del genere, con fondamento, lo ha espresso il consigliere De Biasio motivando senza giri di parole il suo voto favorevole alle scelte dell’AD “Per me non si pone il problema, i direttori si testano e se uno non va bene si cambia”. Già, si “testano” ovvero si fanno gli esperimenti, come al piccolo chimico e se poi il pupo da fuoco alla casa … va bene ... giochi da ragazzi. Allora: la Bria pone fiducia condizionata a cosa? Per quanto tempo vale questa “minaccia” e si intende magari che si dovrà sottoporre a verifica periodica, un tagliando trimestrale? Aggiunge la Bria con la vetta più elevata di pensiero scientifico mai raggiunta prima da un amministratore Rai “Serve condivisione sulle scelte strategiche dell'Azienda e sulle motivazioni che le guidano, che devono necessariamente essere determinate da una visione del futuro del servizio pubblico”. Mai sentita prima una cosa del genere: occorre una “visione del futuro del servizio pubblico”. Già… vero, importante, grazie, molto gentile. Peccato che non gli è stato chiesto quale potrebbe essere questa “visione”, la sua personale e quella del suo AD. Quisquilie. Robetta, se ne parlerà quando si potrà verificare la “fiducia condizionata”.
A proposito di uomini e di donne che fanno gli eventi. Solitamente cerchiamo di tenerci lontano dalla beghe degli scantinati Rai dove pure c’è un vasto e importante archivio storico che ogni tanto qualcuno si prende, giustamente, la briga di andare a rivedere: ci è pervenuta una perfida e malevola segnalazione che non abbiamo modo di verificare nella sua fondatezza ma che sembra meritevole di attenzione. Ci dicono che Italia Oggi, nel lontano 22 giugno del 2006, avrebbe pubblicato un articolo dove si raccontano intercettazioni telefoniche del nuovo responsabile dell’Ufficio Stampa Rai. Non le abbiamo lette e non vorremmo leggerle per quanto ci è stato raccontato sul suo contenuto, un surreale dialogo tra i massimi sistemi di "mignotte" e Rai per quanto potrebbero essere impegnative e imbarazzanti. Magari altri lo hanno fatto e però … scordammoc’e o passato … chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato … o NO???
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