giovedì 12 agosto 2021

Rai: una palla di neve in faccia nel pieno di Agosto

Foto di Couleur da Pixabay

Prima di leggere quanto stiamo per scrivere consigliamo vivamente di leggere i post dei giorni precedenti e fare attenzione alla prima parte del titolo di questa mattina: “Il Passato che ritorna …”.

Bene, non appena scritto il titolo del Post ci giunge come una palla di neve in pieno ferragosto il titolo del pezzo di Mario Ajello su Messaggero di oggi: “Il Servizio Pubblico che cambia. Via Rai1, Rai2 e Rai3. La rivoluzione Fuortes”. Ci prende un colpo, trasecoliamo, diventiamo verde oliva, ci viene uno stranguglione, tanto che i nostri vicini di ombrellone bulgari, Dragamir e Costantina si sono preoccupati. Forse hanno pensato che mi ero fatto una canna con erba andata a male  oppure che la traversata dei 180 metri che ci separano dall’acqua con 42 gradi di calore ci siano stati fatali.

“Ci eravamo fatti persuasi che …”  gli avvenimenti avessero una loro intrinseca logica espansiva, propulsiva. Eravamo convinti che “da cosa nasce cosa” per dirla in termini popolari. Che la naturale dinamica degli eventi fosse rivolta più verso il futuro che non verso il passato, del quale comunque nutriamo grande rispetto. E invece no, non sempre è così. È successo che l’articolo in questione ci informa dettagliatamente  che siamo tornati esattamente indietro di circa tre anni. Ad essere precisi a settembre 2018 quando veniamo a conoscenza per la prima volta del Piano industriale Rai 2018-21 (un vincolo del Contratto di Servizio) e dei suoi cinque (5) corposi allegati per un totale di circa 800 pagine che ancora non abbiamo compreso del tutto. Poi ci sono voluti sei mesi prima che il Cda se ne facesse carico, altri mesi prima che la Vigilanza lo ratificasse e poi la tragedia del Covid che lo mettesse in congelatore con la famoso delibera di sospensione fino a tempi migliori (che ancora non si capisce bene quando verranno).

Con buona pace di uno nostro caro, stimatissimo e qualificatissimo lettore, ci eravamo fatti persuasi che di questa triste vicenda non se ne parlasse più (personalissima opinione) e della ristrutturazione per generi ce ne fossimo finalmente dimenticati ed ecco che … zacchete …Fuortes se ne appropria, fa suo il vecchio Piano industriale e Il Messaggero ne canta le lodi come la Nuova Rivoluzione Rai. Fenomeni !!! Geniali !!! Senza parole. Certe idee se non ci fossero bisognerebbe inventarle e non è facile.

Ci chiediamo: ma allora ci potevamo tenere Salini, magari rimpannucciato e rinverdito e con un cerchio magico più capace e avremmo risparmiato tempo ed energie preziose. E poi: finora,  a parte il colpo di grande eleganza sull’obbligo del Lei, cosa è stato fatto di nuovo? I tagli li aveva impostati Salini, la lettera di licenziamento di Sinisi pure… e allora??? Fa caldo, tanto caldo.. 

Torniamo da Dragamir e Costantina e cercheremo di tranquillizzarli:  va tutto bene… tutto bene ..benissimo … meglio di così non avremmo mai potuto immaginare. Per quanto ci riguarda ci risparmierà un sacco di nuovi Post. Basta riprendere quelli già scritti. Grazie.

bloggorai@gmail.com

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