martedì 24 agosto 2021

Fuortes, i suoi Generali e i Signori della Guerra

Foto di Jürgen Sieber da Pixabay

Sappiamo che molte lettrici e lettori attendono impazientii di leggere il Post di oggi. Mettetevi comodi e non vi aspettate sorprese, gossip o bassa cucina di pettegolezzo anche se tanto appetito e richiesto. Noi possiamo proporre solo ragionamenti e pure con qualche difficoltà. Non ci sono notizie di alcun tipo. Attenzione: non è un buon segno. È la fotografia esatta di un’Azienda ferma, immobile, stagnante. A quasi un mese dall’insediamento del nuovo vertice il solo segnale di fumo (per modo di dire) è stata l’intervista della consigliera Bria con gli “algoritmi etici”.  Nel frattempo, in queste ore, in questi giorni, tutto il mondo gira. Tanto per scrivere qualcosa: è iniziata la campagna di rottamazione Tv e abbiamo la vaga sensazione (pronti a correggerci se sbagliamo) che pochi telespettatori della Rai ne sappiano qualcosa.  

Andiamo avanti e ci avvantaggiamo un compitino per i prossimi giorni.

Ne abbiamo già parlato in altra occasione: gli storici stanno ancora dibattendo se la sconfitta di Napoleone fu colpa di ragioni avverse (il terreno, gli schieramenti mal disposti, i rinforzi, il suo stato di salute etc) oppure se furono alcuni dei suoi valorosi generali a non saper gestire le difficoltà del momento. Come noto, fino alle 12 circa di quel 18 di giugno, il Corso era convinto di sbaragliare gli inglesi e dava per certa la vittoria. Nel breve giro di poche ora le sorti della battaglia cambiarono e l’epilogo è scritto nei libri di storia. Veniamo ai giorni nostri. Qualcuno si è interrogato sulla precedente esperienza Salini e non pochi (tra i quali anche il sottoscritto) si è chiesto se avesse avuto una squadra di “generali” autorevoli, capaci e competenti, come sarebbero andate le cose. PercaritàdiDio… tutti gentiluomini autorevoli, capaci ed esperti… ci mancherebbe… però, va a sapere, magari Draghi avrebbe potuto farci un pensierino, in fin dei conti “squadra che vince non si cambia” si usa dire. Ma però… ma però… altri giochi, altri ragionamenti, altro quadro politico hanno indotto questa mutazione genetica che ancora nessuno ha ancora capito bene da che parte si indirizza. Il tema dei generali però rimane ed è la prima vera battaglia che Fuortes dovrà ingaggiare..

Ecco allora che il tema dei prossimi giorni (o meglio quello del quale si dibatte interna corporis più vivacemente) è esattamente: chi saranno i generali  che combatteranno più vicini all’Uomo Fuortes al comando©Bloggorai? Altri aggiungono: chi lo consiglia, chi gli suggerisce nomi, cognomi, indirizzi e numeri di telefono dei possibili candidati? Bene, iniziamo a ragionare. L’AD dispone, sulla carta, di due eserciti, che non è affatto chiaro se e quanto siano alleati: il primo, potentissimo anche se un po’ ammaccato, è il Popolo Rai. Si tratta di una Armada Invencible fino a non molto tempo addietro ma, si sa, le cose cambiano. E’ un esercito guidato da generali ormai stanchi (ricordate  Louis Nicolas Davout, Michel Ney, Nicolas Jean-de-Dieu Soult??? ) e provati da molte battaglie, disillusi, spesso impigriti e molti in attesa di una comoda pensione. Alcuni tra loro hanno cambiato spesso e volentieri l’onorata divisa, mentre altri invece, fedeli alla loro storica tenuta da battaglia, una volta presi prigionieri dal nuovo arrivato, sono stati esiliati o invitati caldamente a farsi da parte. Si potrebbe scrivere molto ancora sull’esercito Rai, al quale abbiamo appartenuto con onore, ma per ora limitiamoci a questo. 

Il secondo esercito, più occulto e non meno potente è tutto al di fuori di Viale Mazzini. Nelle sue schiere militano veterani di mille battaglie che, al confronto, quella Rai sono semplici scaramucce da esercitazione di Accademia. La prima fila è composta da vecchi volponi della politica, quelli che sanno e possono fare e disfare. La seconda fila, nascosta nelle foreste burocratiche dei ministeri, è quella più insidiosa: a loro occorre rivolgersi per sapere qualcosa sull’esercito alleato, sono loro che hanno i numeri, i conti, le chiavi di casa. La terza fila è ancora più subdola e pericolosa: sono i cosiddetti Poteri Forti dove militano mercenari di ogni genere, pronti a comprare e vendere se stessi e parti della propria famiglia al migliore offerente. Insomma, un esercito alquanto bizzarro con il quale però è necessario, quasi obbligatorio fare i conti (oddio, proprio obbligatorio no… magari con un po’ di coraggio si potrebbe anche farne a meno). Fatto sta, semplicemente, che ora è molto verosimile immaginare l’AD mentre sta lambiccandosi il cervello con questi signori della Guerra e con loro dovrà tirare fuori i nomi di cui presto parleremo.

Ora Fuortes ha due ordini di problemi immediati: il primo è il Capo di Stato Maggiore (chiamatelo pure DG, anche se in un certo senso è un termine abusivo), cioè quello che dovrebbe essere la cinghia di trasmissione con l’Azienda che Fuortes forse ancora nemmeno immagina quanto possa essere difficile e complessa. Questo ruolo necessita di particolari requisiti non facili da riassumere nella stessa persona ma, con un po’ di buona volontà, si può trovare e una buona ipotesi sembra già esserci. Fino a poche settimane fa pensava di aver risolto il problema e invece le cose non sono andate come lui voleva. Punto e a capo. Il secondo ordine di problemi è la sua “squadra” cioè il suo primo riporto: il Capo Staff, il Direttore delle relazioni istituzionali e il Direttore della comunicazione. Figure chiave, strategiche, di grande importanza. Scelte molto complesse. Girano alcuni nomi, non tanti in verità, ma non li citeremo nemmeno sotto tortura.  

Il compitino è appena iniziato ma dal suo esito, si capirà il proseguimento dell’anno scolastico.

Buona serata...

bloggorai@gmail.com

 

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