Andiamo avanti. O meglio, necessario fermarci, andare un passo indietro, e limitarci ai soli argomenti che ci potrebbero interessare. Non siamo in grado di sapere nulla di cosa stanno facendo i nuovi consiglieri, a parte una meritata vacanza. Ci auguriamo però che sotto l’ombrellone abbiano portato qualche libretto da studiare, non hanno molto tempo da perdere.
Però conosciamo esattamente alcune scadenze impellenti:
A) refarming delle frequenze
B) nuovo Piano Industriale
C) avvio dibattito su nuovo Contratto di Servizio
D) affrontare il tema risorse: canone e pubblicità
A questo proposito, un attento lettore ci ricorda una annosa questione: Rai Way. Occorrono soldi facili, subito? Ci sono: stanno Via Teulada e lo sa bene anche il Governo. Non sappiamo invece quanto ne sappia qualcosa il nuovo AD. Riapriamo il dossier della quotata Rai.
Abbiamo scritto ad aprile su questo Blog: “…un articolo di Sara Bennewitz su Repubblica dove affronta gli argomenti Ibarra e Mediaset (Vivendi) e, al suo interno si legge: “ ..in molti sono pronti a scommettere che una volta che saranno insediati i vertici Rai sarà approvata anche la legge che consentirà alla tv pubblica di scendere sotto il 51% di Rai Way”… “Viale Mazzini è, oltre che azionista di maggioranza, è “proprietaria” in quanto concessionaria delle risorse frequenziali messe a disposizione dallo Stato. Rai Way possiede solo torri e impianti: sulle prime c’è molto da dire sul suo valore al mercato del ferrovecchio, sui secondi invece è altro discorso perché potrebbero avere un valore considerevole proprio in vista di quanto sta per avvenire in tutto il perimetro delle TLC. Perché allora vendere azioni di Rai Way e scendere sotto il 51% e chi ne beneficerebbe di una tale “legge”? una riposta possibile la fornisce la stessa Bennewitz: “A quel punto le antenne di Rai e Mediaset potrebbero finire sotto un unico cappello …in questo modo Cologno realizzerebbe una grossa plusvalenza e avrebbe le risorse sia finanziare sia il buyback sia la crescita all’estero tale da agevolare la ripresa del titolo …” … Un paletto di cemento armato stabilisce che i diritti di concessione non siano cedibili e dunque non può essere venduto o ceduto in sub concessione ciò che non si possiede. Il tema di fondo è e rimane il controllo pubblico su beni di interesse collettivo. È pur vero che una società si può controllare anche con una quota di minoranza e non è detto che anche con meno del 50% questo non possa avvenire. Quello che non è affatto chiaro è quale possa essere la convenienza per Rai in questa operazione. Quello che temiamo fortemente, oltre all’indubbio vantaggio che si concederebbe a Mediaset, è che operazioni di questo tipo siano finalizzate a sostenere un disegno strategico strisciante quanto malefico: introdurre germi di progressiva privatizzazione della Rai”. Il 28 giugno scorso MF ha titolato: “Con la nomina del nuovo Cda Rai, opportunità di M&A alle porte per Rai Way”. Sotto il caldo sole di agosto, è un argomento che potrebbe tornare utile quando si dovrà parlare ancora di risorse sulle quali puntare per il futuro della Rai. Piccolo inciso: l’Amministratore di Rai Way guadagna il doppio dell’AD Rai.
Nota a margine finale: ci ha incuriosito assai la solerzia con la quale è stato chiuso l’accordo con Amadeus per Sanremo. In genere ci occupiamo poco di queste cose, ma la vicenda merita un filo di attenzione.
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