martedì 17 agosto 2021

La Rai al tavolo del Poker

Foto di David Mark da Pixabay

Chi segue quotidianamente questo Blog da ormai oltre tre anni sa bene che spesso e volentieri usiamo metafore tratte dal mondo dei giochi. Jonas Huizinga e Roger Caillois sono i nostri capisaldi. Con questi strumenti ci avviciniamo ai problemi e con la visione della partita in corso cerchiamo di intravvedere le possibili soluzioni.

Oggi ne proponiamo una prima, fondamentale, tratta dal Poker: quando alla terza mano ancora non hai capito chi è il pollo da spennare, allora è molto probabile che il pollo sei tu. Ce ne viene in mente una complementare: provate ad immaginare una ricca tavola bene apparecchiata e imbandita, buon cibo e vini raffinati, dove tutti i commensali sono già accomodati: arrivate voi e non trovate più posto e il padrone di casa, alquanto imbarazzato, cerca subito di farvi posto con uno strapuntino chiedendo la cortesia agli altri ospiti di fare un po’ di spazio. Solitamente tutti accettano di buon grado, con un sorrisetto leggermente beffardo e un pizzico di puzzetta sotto il nasino e il pranzo è servito.

Ecco, questo il quadro che si propone a pochi giorni dall’inizio del nuovo anno mediatico per la Rai e il Servizio Pubblico. Fra tre giorni riprende il campionato di calcio che, per la prima volta compresa la Coppa Italia, vedrà la Rai quasi del tutto fuori dal gioco (a parte la radio). Sarà pressoché tutto streaming e il lineare sarà solo un lontano ricordo. Spalmate le partite su tre giorni, il grande pubblico che segue il calcio sarà attratto sempre più da un mondo televisivo che si presenta più brillante e comodo da seguire, dove, come e quando vuoi.

Per singolare coincidenza, il 23 agosto, prenderà il via la campagna di rottamazione dei vecchi televisori/decoder in vista della transizione al DVB-T2. Sarà un passaggio epocale, pieno di rischi ed incognite per il broadcast tradizionale. Ci sono in ballo milioni di famiglie che potrebbero arrivare in ritardo ad accedere al bonus che, comunque, ha un limite di impegno globale di 250mln di euro. Significa semplicemente che solo circa 2,5 mln potranno accedere all’incentivo mentre il numero di famiglie che dovranno cambiare o adeguare il proprio apparato Tv sono molte  di più. Inoltre, i nuovi televisori saranno sempre più “smart”, sempre più rivolti alla rete piuttosto che all’etere. Molti brand hanno già in commercio il telecomando con i loghi di Netflix, Prime, Youtube etc.

Per la Rai sarà tutta una corsa in salita, ripida e piena di buche. Per affrontarla ci vorrebbe una bicicletta adeguata, di quelle al titanio, futuristiche, del genere che camminano con la sola forza del pensiero. Invece ne abbiamo una con le gomme rattoppate (ricordate quella scatolina di metallo con il Tip Top?) e chi la conduce non sta nemmeno tanto bene, ha le idee un pò confuse perché indebolito e costretto ad una dieta a risparmio energetico.

Tanto per rimanere e ricordare lo scenario che si prospetta: nei giorni scorsi abbiamo parlato a lungo sul tema canone. Ci sono almeno tre problemi aperti: il recupero integrale dell’extragettito, la stabilizzazione e il reintegro totale del canone speciale e la certezza del mantenimento dell’attuale sistema di riscossione in bolletta. Su questo ultimo aspetto, la situazione è ancora alquanto confusa e non c’è nessuna certezza che le cose non possano cambiare in adempimento a quanto ci richiede l’Europa, e tutti sappiamo bene quanto il capo del Governo sia sensibile elle richieste di Bruxelles.

Poi, dobbiamo registrare un anomalo e significativo silenzio sul tema della pubblicità a seguito di quanto avvenuto con l’introduzione delle nuove normative in merito alla ripartizione degli spazi e dei nuovi vincoli che si pongono in capo a Rai. Una stima prudente è sui 100 mln di potenziale riduzione delle entrate che nessuno è in grado di capire come si potranno compensare. Si tratta, più o meno, di quanto sarebbe necessario spendere per avere una CDN proprietaria, un volano indispensabile per sedersi comodamente ai tavoli dei quali abbiamo parlato prima.

Di fronte a tutto questo, ascoltiamo attenti, aggiornati e competenti lettori che si stanno posizionando sul noto refrain “lasciamoli lavorare e poi giudicheremo”. No, purtroppo, le cose del mondo non sembrano funzionare in questo modo: quando si tratterà di giudicare potrebbe essere troppo tardi. Senza andare toppo lontano, è stato fatto lo stesso ragionamento, pari pari, con Salini e Foa, quando con enfasi qualcuno (anche tra i nostri amici) li accolse come gli artefici del cambiamento. Ecco, ora possiamo giudicare e constatare quanto successo. 

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