giovedì 5 agosto 2021

Rai: quando il cielo scende sulla terra

Quando il cielo scende sulla Terra possono succedere cose terribili. Quando si tratta di toccare con mano fredda la natura calda e ribollente della materia può accedere di non sapere e non essere in grado di comprendere i fenomeni che si possono verificare.

Questa la sensazione, fallace per sua definizione e incompleta per condizione, di quanto avvenuto ieri in Vigilanza Rai dove i parlamentari hanno incontrato l’Uomo Fuortes al Comando e la presidente Soldi. Premesso che non abbiamo potuto assistere in diretta all’incontro e quindi tutto ciò che scriveremo, al momento, è frutto di quanto possiamo leggere e sapere da chi invece ha visto la diretta streaming  e ci ha inviato commenti ed osservazioni. Nulla di nuovo sotto il sole, era tutto già scritto e previsto. Il solo ed unico mandato dell’AD, a quanto sembra, è  cercare di risanare i disastrati conti della Rai come prerequisito essenziale. È questo, in sintesi,  il pensiero unico che corre tra lui e il suo interlocutore privilegiato, Mario Draghi. Ieri in Vigilanza ha snocciolato i numeri del “dolore” finanziario di Viale Mazzini, noti da tempo, da molto tempo e che nessuna politica, compresa quella che ieri era dal suo lato opposto, ha mai saputo affrontare. Da quanto tempo abbiamo ascoltato questa litania? Un lettore ci ha ricordato che almeno dal 2008 la Rai è insofferenza, da quanto si è rotto il delicato meccanismo del rapporto tra “profitti” e perdite, cioè da quando è stato spinto l’acceleratore sul mercato a scapito del prodotto.

Lo abbiamo già scritto e di questo ce ne facciamo ulteriore convinzione man mano che questo nuovo vertice sta uscendo allo scoperto: non hanno (ancora???) una visione, un progetto o un‘idea di Rai e di Servizio Pubblico quale che sia se non quella dove il bilancio non presenta perdite. Non abbiamo letto ancora una riga che sia una sul Piano Industriale, sul prossimo Contratto di Servizio, sul piano editoriale, sulla Rai sociale, sull’informazione e sulle sfide tecnologiche. Pronti a correggere  se sbagliamo. Da quanto abbiamo letto e da quanto ci è stato riferito, non gli sono state fatte domande e quindi Fuortes non ha fornito riposte su questo perno del confronto.  La sola osservazione interessante l’ha proposta la presidente “La nostra aspirazione è di ritornare ad una azienda che risponde con convinzione, autorevolezza e centralità  alla prima domanda che ci siamo posti: quale debba essere il ruolo del servizio pubblico oggi e domani. Vogliamo una Rai che sia rilevante per tutti i cittadini italiani”. Bene, ci mettiamo la firma e prendiamo atto che sia questo il programma sul quale si intende lavorare. Però necessari allora che già da subito, da ieri, ci si dica in che termini , con quale indirizzo, vengono prese decisioni che impattano sul questo programma. Tanto per capirci: che senso a tagliare 3 mln a Rai Play,considerata la punta di lancia nel fonte della nuova tipologia di offerta digitale? Oppure   che senso ha tagliare fondi a vincoli del Contratto di servizio? Cosa si intende dire: i contratti non li rispettiamo? Alla fin fine, il problema di Fuortes e Soldi è lo stesso di Draghi: che visione ha il capo del Governo di questo Paese e del suo futuro? Alla fine della fiera, non sarebbe lecito nemmeno porgli questa domanda: questo capo di governo non è stato eletto da nessuno ma solo  chiamato a svolgere due compiti: gestire la pandemia e ottenere i fondi da Bruxelles. Ogni altro sconfinamento sarebbe naturale che debba avvenire con un mandato elettorale. Così non è, purtroppo, e ci troviamo, ancora duna volta, di fronte alla logica dell’Uomo solo al Comando.

L’incontro  di ieri ci ha rafforzato una sgradevole sensazione: partiti con il piede sbagliato nel merito, nel metodo e nella forma. In soldoni. Fino a prova contraria, la Rai NON è un Ente pubblico e quindi NON è vincolata al pareggio di bilancio e tantomeno non si può sostenere che sia un Ente No profit e dunque potrebbe anche avere utili. Il tema centrale sono gli investimenti, la visione appunto, per la quale come qualunque altra Azienda si potrebbe andare anche in perdita. Non è necessario essere laureati alla Sapienza con 110 e lode (più LSE con aggiunta di MBA all’INSEAD) per comprendere questo problema. Sensazione aggravata da quanto ci riferiscono: atteggiamento leggermente arrogante e sprezzante che conosciamo bene “Voi interni ed esterni, finora non avete capito un ciufolo ed ora vi spiego io cosa bisogna fare”. Odioooo noooo… ancora una volta.

Chiudiamo con una nota curiosa: Il Giornale di oggi titola “Governance Rai, blitz dell’esecutivo” e riferisce di una bozza del Governo dove si parla di Rai  e riferita all’attuazione delle direttive comunitarie sull’audiovisivo. Si parla di 79 articoli dei quali 4 dedicato alla Rai. Ora, da notare bene, che questo tema  venga affrontata quando in Parlamento sono state depositate ben 6 proposte di legge  su questo tema. Perché allora il Governo intende fare un “blitz”??? Che senso ha questa iniziativa?  Cercheremo di saperne di più ma, al momento ci appare preoccupante.  Tra l’altro, piccola nota margine, ieri Fuortes ha toccato il tema del canone in bolletta, sostenendo che non sarebbe intenzione di questo Governo tornare al vecchio sistema. Ma come? Non ce lo chiede l’Europa con le indicazioni sulla concorrenza? Questa innovazione non è prevista nel PNRR consegnato a Bruxelles? Qualcosa non quadra: appena sentita la puzza di bruciato, sono arrivati pompieri. Correggiamo: appena sentito l’odore del Napalm. La risalita del Tevere/Mekong è appena iniziata. Non abbiate timore, la navigazione sarà lunga, pericolosa e piena di insidie.      

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