venerdì 6 agosto 2021

Rai: il Paese delle mezze verità

Molti di noi sono stati educati sin da bambini con il precetto di non dire bugie. Questo Blog si è già occupato con attenzione dei miracoli, oggi ci occupiamo sommariamente delle bugie e delle menzogne. Già, perché nonostante i due termini possano essere usati con lo stesso significato, a voler essere precisi, c’è una sostanziale differenza. Non vogliamo scomodare S. Agostino che sull’argomento ha scritto forse le sue più belle pagine, per ricordare come questo tema appartiene alla storia umana in modo radicale e profondo e senza voler occupare più spazio del lecito, ci limitiamo a ricordare almeno che tra bugia e menzogna intercorre lo spazio di un capello. A voler seguire la Treccani, si potrebbe sostenere che la bugia è più tenue, ingenua, forse usata talvolta a fin di bene mentre la menzogna è più malevola, infida, fredda e razionale. Nell’una e nell’altra accezione, si tratta almeno di un’alterazione della verità: “una pipa è una pipa” e se invece diciamo che una pipa è un cannone raccontiamo una cosa diversa del vero.

Allora, perché questo pistolotto di introduzione? Perché, come al solito, questo Blog su alcuni dettagli arriva con un leggero ritardo in quanto necessitano di essere sedimentati prima di scriverne. A quanto sembra, Fuortes avrebbe dichiarato che il budget 2021 con i tagli sarebbe stato approvato dal Cda dello scorso 28 luglio all’unanimità quando invece è noto che il consigliere letto dai dipendenti si è astenuto. Non ha lo stesso significato dire “unanimità” oppure dire “un astenuto” anche perché Laganà ha motivato il suo voto con dichiarazioni forti e condivisibili: “È necessario prima un progetto industriale e editoriale basato su risorse congrue e certe per adempiere a tutti gli obblighi di servizio pubblico” argomento sul quale anche noi, da subito, abbiamo sollevato il problema. Si tratta di una innocente bugia, di una malevola menzogna o, per voler essere indulgenti, di una disattenzione, di una piccola dimenticanza, di un lapsus? A noi non spetta giudicare, a malapena riusciamo ad osservare e prendere nota. Altro argomento che gli si avvicina è quello che si riferisce alla sua considerazione su cosa è o cosa dovrebbe essere la Rai: Fuortes sostiene argomenti che dovrebbe ben conoscere a proposito della differenza sostanziale tra Ente pubblico e Società per azioni dove si impongono a norma di Codice Civile comportamenti del tutto differenti. Affermare che lui non firmerà mai un bilancio in rosso sembra come volersi dare un paio di randellate sulle ginocchia e vivere felice. In ogni parte del mondo e da migliaia di anni, ogni buon padre di famiglia pensa al futuro dei suoi figli. Il suo primo pensiero è dargli un tetto solido sotto il quale dormire e, per ottenere questo risultato, è possibile che debba indebitarsi e, come molti fanno, debba indebitarsi ovvero “aprire un mutuo”. Per quanto riguarda la Rai, ad esempio, come abbiamo scritto tante volte, sarebbe necessario dotarsi di una CDN proprietaria che, tanto al chilo, potrebbe costare circa 100 mln di euro. Soldi che non ci sono in cassa e per averli si dovrebbe accedere appunto ad un prestito che, giocoforza, per un determinato periodo di tempo, comparirebbe come rosso in bilancio. Banalmente, un’operazione del genere si chiama investimento. Si investe quando si guarda al futuro, quando si ha un progetto, una visione che ancora fatichiamo a leggere.

Abbiamo poi letto da qualche parte che l’AD avrebbe avuto qualche scambio di opinioni con i leader dei vari partiti di governo. Non sappiamo se si tratta di mezze verità o frutto di fantasie di chi si spaccia come “vicino ai dossier” ma non ci sarebbe nulla di male, ci mancherebbe, un cordiale saluto non si nega a nessuno. Ma sarebbe interessante sapere oltre i convenevoli di cosa altro hanno parlato giacchè appare alquanto inusuale che pochi giorni dopo il suo insediamento inizia il pellegrinaggio alle segreterie politiche. Poi, per carità, non è che sia necessario stare sempre a pensare male, a fare i dietrologi a tutti i costi … però, però qualcosa non torna.

Chiudiamo con una nota, sempre in tema risorse. Ieri abbiamo dato notizia di come il Governo intenda recepire le direttive comunitarie in materia di revisione del TUSMAR che come noto prevede la ripartizione di tetti pubblicitari. Fuortes in Vigilanza ha sollevato il problema del possibile impatto negativo sull’Azienda di possibile riduzione delle entrate da pubblicità. Il tema risorse è diventato centrale per capire da che direzione si intende andare. Inoltre, ieri a questo proposito ci siamo soffermati sul fatto che si voglia, in questo quadro , mettere mano alla riforma della governance Rai laddove è noto che giacciono inerti ben 6 proposte di legge in discussione  al Senato.  Partita complessa.

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