Era relativamente facile supporre che ci saremmo trovati in un periodo di relativa incertezza. L'inizio del semestre bianco si presta a diverse interpretazioni. Per i partiti inizia una fase di logoramento strategico che dovrà scontare passaggi tattici essenziali. Il primo riguarda le prossime consultazioni amministratve nelle grandi città. In questo momento, forse più che nel passato, la Rai potrebbe apparire irrilevante. Nonostante la concentrazione sia formalmente sui conti, difficile immaginare che si possa essere indifferenti alla partita sul controllo editoriale, in particolare quello relativo all'infomazione. Molti si pongono la domanda: le nomine ora o dopo le elezioni di autunno? Molte possibili risposte, ognuna plausibile. Ognuna comunque di natura prevalentemente tattica perché ancora indeterminato un passaggio fondamentale: che intenzioni ha Draghi? Se il capo del governo ha ambizioni per il Quirinale si apre uno scenario che potrebbe essere del tutto diverso in caso contrario. Giocoforza questo ragionamento riguarda pure la Rai.
Domani sera è prevista la Vigilanza dove i parlamentari vorrebbero sapere quali sono le idee di Fuortes e Soldi sul ruolo del servizio pubblico. A parte la banale osservazione sul tempo di questa domanda (potevano e forse dovevano chiederglielo prima di nominarli), si può solo "sperare" che i nuovi amministratodi possano aver trovato tutto il tempo necessario per studiare e capire esattamente la natura del tema del quale dovranno parlare. In altre circostanze, sarebbe stato anche opportuno poter dire: "onorevoli senatori e deputati, siamo appena arrivati a Viale Mazzini e sarebbe forse presuntuoso da parte nostra presentarci di fronte ad un organo parlamentare di tale rilievo con l'ambizione di esporre un programma, un progetto che non può, non deve, essere improvvisato in cosi pochi giorni. Vi chiediamo pertanto di consentirci di avere piu tempo per studiare per poi ripresentarci con le idee più chiare".
Questo potrebbe avvenire in un Paese normale.
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