giovedì 26 agosto 2021

Rai: trame sottili e giochi pericolosi

Foto di Rick Brown da Pixabay


Nella sua assoluta e totale normalità, oggi è una giornata per certi aspetti eccezionale. Non c’è nulla da dire, poco da riflette e ancora meno da scrivere. Eppure c’è, o ci dovrebbe essere, tutto quanto necessario per aprire una nuova stagione di dibattito sul futuro del Servizio Pubblico.

“Quando non è il suo turno di muovere, il giocatore ha spesso a disposizione molto tempo – cinque, dieci minuti, talvolta mezz’ora o perfino un’ora. Ci si potrebbe aspettare che egli approfitti di questo periodo per studiare la posizione: ebbene, ciò accade raramente”.

Proviamo ad immaginare cosa possa pensare in questi giorni il nuovo AD Rai, alle prese con scelte e decisioni importanti e urgenti. Per rimanere nella citazione di cui sopra (Psicologia del giocatore di scacchi, di Reuben Fine) proviamo ad immaginare quante mosse sia in grado di prevedere nella sua strategia di lavoro a Viale Mazzini in un arco determinato di tempo. Si sostiene, forse non sempre a ragione, che un maestro di alto livello possa al massimo riuscire a prevedere 25 mosse nel corso di una partita. Quante ne può immaginare Fuortes?

Perché questa premessa? semplice: con alcuni nostri attenti e affezionati lettori ci stiamo divertendo a riflettere sulla natura (sulla cultura) e soprattutto sul tempo che Fuortes ha a disposizione per svolgere il compito che il Governo gli ha affidato. Ecco allora che torniamo ad un ragionamento più volte scritto in passato: le circostanze e il futuro prossimo venturo del quadro politico. Saranno queste, infatti, molto probabilmente a influenzare o suggestionare i prossimi passi dell’AD già a partire dai prossimi giorni. Iniziamo con il primo appuntamento a breve termine: il prossimo 3 e 4 ottobre con le elezioni amministrative. Sia prima quanto dopo, tutti si sbracceranno a dichiarare che gli esiti delle urne non avranno peso sugli equilibri politici di governo e tutti sanno che non è vero. Lo avranno e pure forte perché saranno il preludio alle battaglie successive: in primo luogo l’elezione del presidente della Repubblica, prevista a gennaio 2022 e, un anno dopo, la consultazione per il nuovo parlamento nel marzo 2023. I tre appuntamenti si combinano tra loro in modo imprescindibile come pure sarà imprescindibile che Fuortes ne dovrà tenere in debito conto. Semplificando ai minimi termini, si può sostenere che la forza del nuovo amministratore di Viale Mazzini è direttamente proporzionale a quella di chi lo ha investito: Mario Draghi. Le elezioni d'autunno metteranno il timbro su quali saranno i nuovi equilibri politici tra i partiti che lo sorreggono e chi avrà in mano le fiches più pesanti. Da questi, giocoforza, si comincerà a capire il quadro entro il quale avverrà il cambio della guardia al Quirinale. Si sostiene da più parti che, al momento, le carte siano tutte coperte ma un paio di scenari sono plausibili. Il primo sembra essere quello più auspicato: Mattarella rimane al suo posto e si fa garante della continuità del Governo fino alle elezioni politiche. Molti sperano e vedono con favore questa possibilità. Nonostante il Capo dello Stato abbia già manifestato la sua intenzione contraria, si tratta di un’ipotesi che non si può escludere a priori. Qualora fosse, ciò significa che Draghi rimane saldamente al suo posto e porta a casa gli obiettivi che gli sono stati assegnati: la gestione della pandemia e il PNNR. Di conseguenza, anche Fuortes rimane l’Uomo … al comando fino a giugno 2024. Quindi è obbligato a fare scelte di lungo periodo. Ma, come noto, c’è anche un’altra ipotesi: che Draghi decida o sia indotto a decidere di candidarsi al Colle e, in tal caso, come sostengono alcuni, dentro e fuori al palazzo, il destino di Fuortes è segnato. Sul suo tesserino di ingresso a Viale Mazzini verrebbe scritta la data di scadenza, come lo yoghurt. Ne consegue che le sue scelte dovranno per forza adattarsi ad uno scenario di medio breve periodo e cercare di salvare il salvabile della sua reputazione di salvatore dei conti Rai.

E’ molto verosimile che sia proprio in questi termini che al VII piano siano in corso elaborati quanto complessi ragionamenti su cosa fare già dalle prossime ore, dai prossimi giorni. Con quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi, abbiamo saputo che ad alcuni sia andata di traverso la lettura del Post. La prima casella che si vorrebbe occupare, quella da DG, non è affatto scontato che possa essere occupata e per chi ci aveva messo ben più di un occhio sopra la cosa non sembra per nulla divertente. E, dopo la pubblicazione del Post, abbiamo scoperto che gli ambiziosi sono più d’uno e, come abbiamo scritto, non riveleremo i nomi nemmeno sotto tortura cinese, salvo poi confidarli in cambio di un caffè sospeso dalla gentile signora napoletana dietro Via Pasubio (nota bene: la lista è già corposa). L’idea che Fuortes, per prudenza e per convenienza, possa scegliere di contare sui generali già operativi è forte e convincente.

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