“Il tempo intanto correva, il suo battito silenzioso
scandisce sempre più precipitoso la vita, non ci si può fermare neanche un
attimo, neppure un’occhiata indietro. “Ferma, ferma!” si vorrebbe gridare, ma
si capisce ch’è inutile. Tutto quanto fugge via, gli uomini, le stagioni, le
nubi; e non serve aggrapparsi alle pietre, resistere in cima a qualche scoglio,
le dita stanche si aprono, le braccia si afflosciano inerti, si è trascinati
ancora nel fiume, che pare lento ma non si ferma mai”.
Ecco allora che si pone il dubbio, il quesito: il tempo
corre o si sospende? Non riusciamo venirne a capo. Per la Rai come si mette? Siamo
in pausa oppure si lavora alacremente?
Se è vero, come ci è stato riferito, che l’AD sia ancora in
ferie (giustamente !!!) e tornerà lunedì, anche noi, nel nostro piccolo, ci
mettiamo in pausa di fine settimana. In fin dei conti, le nostre responsabilità,
passeggere ed occasionali, son ben poca e piccola cosa rispetto ai compiti che
gli competono. Del resto, a parte qualche spiffero, sottile quanto vago e
confuso, da Viale Mazzini non giungono segnali di fumo. Il solo segnale atteso
riguarda la comunicazione agli utenti dell’avvio della campagna di rottamazione
tv ma, per quanto sappiamo, ancora nulla: da ieri, a quanto ci risulta, stanno riflettendo, dibattendo, valutando
… chissà… forse… vedremo … boh!!!
Comunque, giusto per chi ha voglia di tenersi aggiornati:
segnaliamo un articolo comparso su La Stampa dei giorni scorsi con il titolo “Il
paradosso dell’Italia: dieci milioni senza la rete ma lo streaming fa boom –
Allarme di Bankitalia”. Nel testo ci si riferisce ad un documento molto
interessante: “I divari infrastrutturali in Italia: una misurazione caso per
caso” dove si legge, nel capitolo 3.2 – le infrastrutture di Telecomunicazione –
che “… Un forte ritardo caratterizza invece il Paese nel suo complesso per
quanto riguarda la disponibilità della tecnologia più innovativa, ovvero la
connessione di rete fissa a banda larga ultra veloce.
Con riferimento all'obiettivo del piano varato dal governo nel 2015 (85 per
cento della popolazione coperta dal servizio ultra veloce entro il 2020) siamo
praticamente a meno di metà strada, con un'infrastruttura sottodimensionata
rispetto ai principali paesi europei e una distribuzione sul territorio a
macchia di leopardo…” mentre invece “Molto diversa è invece la situazione per
quanto riguarda la disponibilità dell’infrastruttura a banda larga di tipo
mobile con tecnologia 4G (fino a 100 Mpbs), il cui grado di copertura del
nostro Paese risulta superiore rispetto alla media europea (95 per cento”. Questo
uno dei temi in agenda (urgenti) da affrontare per il Servizio Pubblico: da che
parte stare e come partecipare rispetto alla competizione in corso sul terreno
della rete unica? Se ne hanno voglia, Fuortes e i nuovi consiglieri, hanno
molto da studiare e poco tempo per decidere. Auguri.
bloggorai@gmail.com
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