giovedì 8 ottobre 2020

Il Virus e la Rai

Questa mattina c’è da immaginare che a diversi milioni di persone gira di traverso tutto quello che può girare. E ci sono mille buoni motivi. L’obiettivo del post di oggi era una riflessione sugli effetti sociali della pandemia, ma dopo che abbiamo letto su The Economist che in diverse parti del mondo sono in aumento i casi di suicidio e di grave disagio psicologico a causa del Covid abbiamo aggiustato il tiro della riflessione che proponiamo. Aggiungiamo pure e senza drammatizzare eccessivamente, che il grave disagio non è solo psicologico ma è sociale e c’è ora e ce ne sarà sempre di più sul piano delle famiglie, del lavoro, della scuola, del tempo libero, del divertimento, dello sport, della cultura, dello spettacolo, del semplice piacere di invitare qualcuno a cena senza timore di rischiare il contagio. È mai possibile che di tutti questi disagi non si trova traccia, che se parli così poco? Provate a fare una ricerca sul tema “conseguenze sociali sulla pandemia” e provate a vedere cosa appare sui quotidiani o nelle trasmissioni radio o televisive.

Ogni dannato giorno veniamo informati con queste categorie di numeri: attualmente positivi, guariti e deceduti. Ogni dannato giorno paginate di giornali e ore di trasmissioni radiotelevisive ci informano esattamente su come, dove, quando e in che modo dobbiamo indossare le mascherine, magari pure in camera da letto. Ma non si trova un cane in grado di rispondere a semplici domande per aiutarci a capire  quando e come potrà, e dovrà, finire tutta questa drammatica vicenda. Salvo che qualcuno possa sognare la segreta speranza che il Virus così come è arrivato se ne possa tornare da dove è venuto. Un pò come avvenuto con la peste nei secoli passati quando la sola terapia erano le processioni o le invocazioni divine. Per ora la sola unica e indiscussa soluzione proposta è la mascherina, in attesa di un futuribile vaccino.

In diverse parti del mondo sono in corso almeno sei sperimentazioni di tipi diversi di vaccini e oltre 30 laboratori e istituti di ricerca stanno lavorando con lo stesso obiettivo.

Vorremo trovare qualcuno che ci possa rispondere a qualche banale domanda. Anzitutto: perché non si consorziano tra loro, uniscono le forze e le risorse per arrivare ad un vaccino risolutivo unico, universale e gratuito? L’OMS ha stimato 167 istituti di ricerca in gara dei quali circa 30 in fase di sperimentazione umana. Il Governo Italiano in che direzione lavora? Da quale parte sta guardando e in che direzione spinge? Se, per malaugurata ipotesi, arriva prima un vaccino russo piuttosto che uno cinese mentre Trump sostiene che solo il Regeneron (anticorpo clonale che non è un vaccino) che vorrebbe distribuire gratuitamente, potrà essere la soluzione, noi cosa facciamo? Tra l’altro, Trump ha preso anche il Remdesivir, unico trattamento farmaceutico universalmente riconosciuto efficace. Comunque, aspettiamo il VII cavalleria che arriva da Washington?

Tutti capaci a vaneggiare i vantaggi della globalizzazione, della cooperazione internazionale, delle comunità scientifiche capaci ed efficienti a progettare viaggi verso Marte oppure tornare sulla luna o inventare un nuovo cellulare dal costo di 1600 euro e non è possibile mettere intorno allo stesso laboratorio scienziati cinesi, americani, inglesi, russi, coreani, italiani, senegalesi o norvegesi e farli lavorare per il comune interesse dell’umanità intera? Ognuno lavora per se e Dio per tutti. Ma ognuno lavora, a quanto sembra, ad un tipo di vaccino diverso dall’altro. In gara ci sono colossi della farmaceutica come i cinesi della CanSino Biologics, i russi dell’Istituto Gamaleya, gli americani della Johnson & Johnson, gli anglo italiani della AstraZeneca per non dire poi della Pfizer e così via ognuno dei quali, può essere evidente che non lavora per la Patria mondiale a gratis.

In soldoni: quale tra questi vaccini sarà più efficace e che differenza ci sarà tra loro? Quando sarà realizzato e quale sarà adottato dal Governo Italiano? Quello che arriva prima o quello "politicamente corretto"???

Andiamo avanti: nel bollettino di guerra giornaliero in base al quale si decidono le sorti di milioni di persone nessuno ci dice come e perché su oltre 330 mila persone colpite dal Coronavirus in Italia ce ne sono circa 235 mila guariti, circa 60 mila positivi e oltre 30 mila deceduti. Domanda semplice: ma i guariti come hanno fatto? È intervenuto lo Spirito Santo oppure sono stati sottoposti a trattamenti farmacologici efficaci? E gli attualmente positivi? Guariranno? E come? Con quali approcci terapeutici?

Giusto sul Corriere di ieri Alberto Villani, autorevole componente del Comitato Tecnico Scientifico, ha precisato che “… i 3678 casi di persone risultate positive al tampone (riferite a lunedì) non sono 3678 persone malate”. Lo ribadiscono con forza molti altri  Allora forse è il caso che una volta per tutte venga chiarito se un cosiddetto “asintomatico” deve essere considerato “persona malata” e quindi necessita di cure (e quali?) o cosa altro? Per quanto è noto, solo meno del 5% dei positivi al tampone evolve in forme più gravi di Covid e solo una parte di questi necessità di trattamenti in terapia intensiva. Inoltre, leggiamo sempre sul Corriere di mercoledì: “Contagiato uno su dieci … Ma in questo modo la letalità del Covid sarebbe ai livelli dell’influenza”. Non so se è chiaro il dubbio che pongono? Lo sostiene l’OMS, mica un parcheggiatore abusivo qualunque (con tutto il rispetto della categoria). Magari ci sarà qualcuno che potrebbe sostenere che all’OMS governano gli stregoni o gli sciamani ed è meglio non tenerne conto. 

Infine, ieri sono stati pubblicati i dati dell’Istituto superiore di Sanità (ISS) da leggere attentamente: vedi link

https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/bollettino/Report-COVID-2019_4_ottobre.pdf

Di particolare interesse i dati riferiti alla mortalità per fasce di età: i deceduti nella fascia tra i 20 e 49 anni sono stati 407. Un numero grave ma non quanto ci è stato descritto nei giorni scorsi quando sembrava che il Virus stava allargando il contagio verso i giovani. Infine, si conferma che la stragrande maggioranza dei decessi avviene in persone di età uguale o superiore agli 80 anni, dei quali molti con altre gravi patologie.

Allora, può anche andare tutto bene (e non è vero) e intanto ci sottoporremo alla dittatura delle mascherine, visto che non ci viene proposto di meglio. Però è necessario essere chiari e da subito su come e quando si intende porre fine a tutto questo. Osserviamo con attenzione come e quanto la Rai, il Servizio Pubblico, è attenta a questi dinamiche sociali. Ci sembra poco, troppo poco.

bloggorai@gmail.com

 

 

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