venerdì 27 dicembre 2024
Tranquilli, pacati e sobri
mercoledì 25 dicembre 2024
martedì 24 dicembre 2024
RAI: le battaglie sono finite ... per ora ... festeggiate in Pace
La prima è pressoché conclusa: il canone RAI, almeno per il prossimo anno, torna a 90 euro. In questi giorni, a cavallo del dibattito alla Camera sulla Legge di Bilancio, il tema è scomparso dai radar e nessuno ne fa più cenno. Dal che si doveva mantenere la riduzione a 70 Euro fortemente voluta dalla Lega (anche attraverso una specifica proposta di Legge presentata a maggio scorso), il Governo, ovvero Forza Italia in primo luogo sostenuta da Fratelli d’Italia, hanno preferito non “scomodare” il concorrente Mediaset che avrebbe sofferto la necessità per RAI di incrementare la raccolta pubblicitaria a tutto danno del Biscione. La “ragion di Governo” ha prevalso e Palazzo Chigi non si poteva permettere fibrillazioni in questo momento su questo tema. Rimane il fatto che il canone RAI è salvo anche grazie a Pier Silvio Berlusconi.
Questa partita ora si può leggere in due modi: sul versante “tecnico” avendo sotto mano il testo dell’art.113 delle Legge di bilancio con l’emendamento che, di fatto, ha modificato in modo significativo il testo precedente. Su questo aspetto, rimandiamo all’articolo di Marco Mele su Il Quotidiano del Sud dove illustra in modo completo tutte le implicazioni del provvedimento e le sue ricadute verso la RAI. Quello che ci interessa osservare è invece la “ricaduta” politica di questo finale di battaglia che vede, sostanzialmente, la Lega sonoramente sconfitta sul suo principale cavallo di battaglia: l’abolizione del canone RAI: Salvini incassa il colpo senza battere ciglio? Cosa può avere ricevuto in cambio? Qualcuno ha suggerito l’ipotesi che la compensazione, sempre sul terreno RAI, possa essere la presidenza di Viale Mazzini a Marano. Verosimile, forse improbabile ma plausibile. Sembra però poca cosa rispetto alla posta in palio. Il tema “canone” è molto più spendibile politicamente rispetto al tema “presidenza di Viale Mazzini” che al grande pubblico, al suo elettorato, forse interessa molto meno. Il terreno allora si sposta su altri piani: la pubblicità e il processo di fusione di RAI Way dove la Lega potrebbe avere una forte voce in capitolo. Sulla Pubblicità occorre ricordare quanto avvenuto con le dimissioni di Tagliavia come AD della Concessionaria e con la sua successione già “impacchettata” della attuale direttrice del Marketing Roberta Lucca e, a sua volta, con il subentro del suo vice Dianoro al suo posto. Ci dicono che era ed è tutta una operazione “made in Lega” dove sembra sia stata forte la “benedizione” del ministro Giorgetti, che però si è poi improvvisamente e inaspettatamente bloccata, almeno per un certo tempo. Cosa è successo? È successo che il domino si è inceppato a seguito del blocco sulla nomina della presidenza Agnes. “Hic manebimus optime” è il pensiero diffuso al VII piano e non solo. Anche la “politica” intorno a questa soluzione, seppure relativamente transitoria, si potrebbe accomodare almeno fino a metà febbraio.
E qui veniamo alla seconda battaglia: gli ascolti e il suo nuovo primo banco di prova. Come abbiamo anticipato, nei prossimi giorni entrerà in vigore il nuovo sistema di rilevazione degli ascolti con la Total Audience, ovvero comprendendo tutte le modalità di fruizione della visione di prodotti audiovisivi. È la fine di un’epoca, si conclude un’era di battaglie a colpi di share particolareggiati, dettagliati e ora ci si dovrà confrontare con gli “ascolti” prima non riconosciuti di tutti gli altri device e con tutte le diverse e molteplici modalità di visione della tv. C’è un rischio che RAI possa soccombere in questo nuovo scenario? Forse anche si. Il pubblico “digitale” appartiene poco alla tradizione RAI, è in continua espansione ed ha una fascia di età ben diversa da quello tradizionale della tv pubblica. La stessa Mediaset è relativamente più “giovane”. Tanto per avere un’idea aggiornata: questi dati dell’ultimo Report Auditel Standard Digitale per la settimana dal 15 al 21 dicembre: LS con Mediaset a 250.000 K e RAi a 69.000 e il TTS con Mediaset a 20.000 K e RAI a 15.000.
Il primo banco di prova della Total Audience sarà Sanremo dove si vedrà se e come la macchina del festival potrà tenere il “record” di ascolti e, di conseguenza, la raccolta pubblicitaria. Abbiamo scritto nei giorni scorsi che tra i motivi che potrebbero avere “indotto” Tagliava alle dimissioni c’era il problema degli obiettivi da raggiungere per il 2025 e, giocoforza, il primo tra questi è Sanremo dove pesano mille incognite.
Vale la pena ricordare un intervento di Carlo Freccero sul Sole del 17 dicembre. “Ci sono almeno tre grandi fasi della storia della televisione italiana in cui l'audience si rivela fondamentale per promuovere un cambiamento radicale. La prima è la fondazione dell'Auditel stessa come strumento di rilevazione condiviso tra servizio pubblico ed emittenti private. Firmando quel documento Biagio Agnes come rappresentante Rai poneva fine di fatto al servizio pubblico televisivo, dato che, subordinando agli ascolti la scelta dei programmi, cancellava definitivamente, le possibilità di una linea editoriale pedagogica e legata all'indice di gradimento. ... A partire dalla creazione dell'Auditel l'unico modello possibile diventa la televisione generalista commerciale…”. La Total Audience apre una nuova era, tutta da scoprire e comprendere.
Intanto, da Bloggorai a tutte e tutti voi un caloroso e affettuoso Augurio di Buone Feste.
Bloggorai@gmail.com
lunedì 23 dicembre 2024
Fenomeni audiovisivi del Terzo Tipo ... da seguire con un buon bicchiere di vino rosso
Ora comprendiamo perché i “destri” ce l’hanno tanto con Sigfrido Ranucci: pezzo a pezzo, sta prendendo a picconate la “gioielleria di famiglia” ovvero i pilastri del patrimonio enogastronomico nazionale ovvero il fior da fiore del “Made in Italy” prima con la pizza, poi con il caffè napoletano e ora con il vino. È verosimile supporre che Francesco Lollobrigida, ministro per la “sovranità alimentare” se la possa prendere a male e magari far presentare una mozione di censura in Vigilanza RAI (tanto … non funziona).
Cominciamo subito a mettere le cose in chiaro: dopo aver visto ieri sera il servizio di Report sul vino italiano e scoperto (ma già lo sapevamo) ancora una volta che note e prestigiose cantine nazionali che producono rossi eccellenti a prezzi importanti possono pure “falsificare” ovvero che commercializzare e vendere vini ordinari spacciati per pregiati (… prodotti e imbottigliati all’origine …) siamo rimasti impressionati. Quante volte ci è capitato di andare a cena da amici dove vi offrono un vino “etichettato” e magari pure millesimato e viene presentato come un “gran vino” dove se poi vai a leggere il retro etichetta si scopre che non si può nemmeno sapere da quale determinata zona di origine proviene e, seppure c’è scritto, poi vieni a sapere che magari quella nota azienda lo compra “alla carta” ovvero con il differenziale sulla quota fissata dal disciplinare di produzione di quella zona particolare e poi magari lo “mischia” con il suo. A queste stesse cene poi, capita, parlando di vini, che alcuni si spacciano per “esperti” e gli viene facile dileggiare il “vino del contadino” non conoscendo nulla su come viene fatto e con quali uvaggi. Proprio recentemente, avevamo avuto un lieve sospetto quando durante una gita enologia in una zona particolare della toscana abbiamo visto (e poi approfondito il tema) grandi appezzamenti prevalentemente coltivati a grano e non a vite come invece era lecito supporre vista la grande quantità di quel “vino originale” immesso sul mercato con grande gioia di turisti farlocchi che si portavano a casa una bottiglia a 70 euro convinti di bere un piccolo capolavoro di enologia nazionale.
Ieri sera Bloggorai è entrato in crisi. Il vinello rosso di sua produzione (trebbiano, pinot e Montepulciano con una punta di grechetto) quest’anno è stato certificato e quindi garantito. Nonostante l’enologo abbia raccomandato l’uso di trattamenti di conservazione (metabisolfito, acido tartarico e disadicificante) e chiarificazione (gelatina e bentonite) al recente “cambio” dei primi di novembre abbiamo deciso di non aggiungere nulla. Il risultato è stato eccellente: vino robusto (12,5 gradi), corposo, fruttato con una punta di legno (abbiamo lasciato i graspi per circa 4 giorni) e ancora una leggerissima fermentazione in corso (sarà definitivamente pronto a marzo). Morale della favola: Bloggorai o ne regala alcune bottiglie ai più affezionati lettori oppure lo metterà in vendita a 50 euro l’una (su prenotazione e, su richiesta, con etichetta personalizzata). Altrimenti andate in un supermercato qualsiasi, spendete una cifra analoga e spropositata e vi bevete una ciofeca con tanto di quel bisolfito che con la metà ci sturate il lavandino, con buona pace della “sovranità alimentare”.
Detto questo andiamo avanti e cerchiamo di chiudere l’anno RAI e di Servizio Pubblico in bellezza. Sereni, tranquilli, pacati e sobri: per i tanti problemi aperti ci sarà tempo, proprio come gli anni passati e allora ci è tornata in mente una curiosità
Non c’è nulla da segnalare in questi giorni (a parte se siete interessati al fine stagione di Ballando con le Stelle o al successo della Clerici). Così, per non rimanere disoccupati, dopo avervi proposto nei giorni scorsi lo “Yule log” (su Netflix o Youtube) che pure non è cosetta da poco, oggi vi proponiamo un altro fenomeno audiovisivo interessante. Da molti anni, dal 1963, in Germania ma anche in altri paesi come Svezia, Danimarca e Australia, alla fine dell’anno va in onda un prodotto TV assolutamente “bizzarro”. Si tratta di “Dinner for One” una piece teatrale umoristica della durata di 18 minuti ripresa originariamente dalla tv inglese con scarso successo ma inspiegabilmente ripresa dalla tv tedesca Norddeutscher Rundfunk (NDR) dove invece continua a riscuotere molto gradimento e diventare un evento televisivo imperdibile. Vedere per credere: https://www.youtube.com/watch?v=5n7VI0rC8ZA .
Vi risparmiamo la trama e vi invitiamo a vederlo e però mandare a memoria il claim centrale di tutta la commedia: “Same procedure as every year, James”.
bloggorai@gmail.com
sabato 21 dicembre 2024
RAI: c'è un grande prato verde tra frequenze Tv e pubblico che cambia
A proposito dei ”razionali” su RAI Way, ieri non abbiamo accennato ad uno rilevante. Nel mentre e nel quando nel cortile di casa, ovvero nei giardinetti di Viale Mazzini, molti si trastullano con tric e ballacche di nomi e incarichi presidenziali oppure amenità sui rapper di casa nostra, in un luogo remoto, lontano, si è svolto uno scontro epico per le sorti tecnologiche della televisione nazionale passato pressoché inosservato sulla stampa e che merita essere ricordato.
A Dubai si è conclusa la WRC-23 (World Radiocommunication Conference 2023) dove, in sintesi, è stato confermato per l’Italia sino al 2031 l’uso delle frequenze in banda 470-694 MHz per le trasmissioni televisive da parte dei broadcaster: ha prevalso il No Change, almeno per ora. In poche parole, almeno fino a quella data, le trasmissioni in digitale terrestre sono certe e garantite. Non era un risultato da poco rilievo e per nulla scontato e la stessa data, il 2031, è molto ravvicinata e non lascia pensieri tranquilli. In parte, è stata moderata la pressione di molti paesi europei, laddove la diffusione Tv ormai avviene sempre più in streaming o via cavo, ed è presumibile che torneranno alla carica per la prossima scadenza. La posta in gioco, la sola grande risorsa sulla quale avviene la competizione tecnologica più rilevante per la televisione, per il Servizio pubblico universale, sono le frequenze digitali terrestri ed è su questo piano che si deve giocare la partita RAI e Rai Way. Sono le frequenze infatti il solo ed unico asset strategico della quotata del Servizio Pubblico. E’ in questa chiave che si dovrà leggere tutta la vicenda della possibile fusione tra RAI Way e Ei Towers (Mediaset): chi ha interesse prevalente in questa operazione e chi ha una visione strategica del problema? Se mai dovesse accedere che a partire dal 2031 le frequenze disponili fossero ridotte a favore del broadband si prospetterebbe un danno enorme a tutto vantaggio dei OTT che conquistano spazi crescenti ogni giorno. Vedi, ad esempio, i Data Center: Amazon ha recentemente annunciato l’apertura di due Data Center in Lombardia per un investimento di 1,2 miliardi e la prevista assunzione di 5.500 persone. Quello di Rai Way (dove complessivamente lavorano poco meno di 600 persone), recentemente aperto, a confronto, potrà essere utile per i 4 amici al Bar.
Sempre per rimanere nel panorama mutevole del mercato audiovisivo nazionale, ieri sul Sole è comparso un dettagliato articolo a firma Andrea Biondi che riporta i dati di “fine anno” che lo Studio Frasi chiude al 14 dicembre. Si legge anzitutto che il pubblico della tv continua a decrescere: rispetto a due anni addietro è calato del 6% e la sua età media si attesta intorno ai 60 anni mentre quello che fruisce di prodotti audiovisivi sugli altri device si aggira intorno ai 42. Ed è proprio questa la spina nel fianco del prossimo futuro che tra poco anche Auditel certificherà ogni giorno: il Total Audience che comprende l’ascolto non riconosciuto, ovvero tutto ciò che si vede “oltre la tv”. Nel 2024 la visione tramite streaming, le varie app, le piattaforme on line e i videogiochi si misura in questi termini: “La spinta alla crescita come detto, viene soprattutto dall’insieme “Non riconosciuto”, il cui peso è salito dal 16,9% del 2022, al 17,6% del 2023, al 18,1% di questo 2024” e sembra destinato a crescere sempre più. Attenzione, questa crescita, appunto, non viaggia sulle frequenze digitali terrestri. Infine, pure per il 2024, Mediaset seppure di poco supera RAI nel Day Time. Ma questo è un dettaglio ormai pressoché irrilevante anche perché, per fortuna che Mediaset c’è: se non fosse per Pier Silvio Berlusconi il canone sarebbe ancora un ballottaggio, almeno, forse, per il prossimo anno. Poi, si vedrà.
Questo passa il Convento.
bloggorai@gmail.com
venerdì 20 dicembre 2024
Caos, razionali RAI Way e misteri gloriosi mentre l'acqua inonda Viale Mazzini
Il fuoco sotto la cenere … ovvero il calderone ha ripreso a bollire. Il senso della giornata lo fornisce il titolo della Gazzetta di Mantova: “Nomine ed esodi, caos in Rai”. Raro trovare un titolo tanto sintetico quanto efficace.
Non basta il canone incerto e le riforme annebbiate. Oggi di cosa si tratta?
Nomine: la presidenza RAI è in alto mare e le attese (dovute) nomine di Tg3 e TgR non sono state fatte. Perché? La risposta banale è perché non c’è accordo tra nessuno, interno alla maggioranza e forse anche interno all’opposizione. È l’ennesima prova provata, la pistola fumante, che a Viale Mazzini non si muove paglia che la politica non voglia. Se ne parlerà l’anno prossimo, forse, attenderemo. Punto. Nota a margine: l’Usigrai ha protestato. Risposta: faranno sapere. Per ulteriori informazioni chiedere al consigliere in quota AVS Roberto Natale.
Esodi: non ci sono soldi per nulla e tantomeno per il rinnovo contrattuale dei dipendenti RAI però ieri il Cda ha deliberato un nuovo piano di incentivo all’esodo. Il tema gestione delle “risorse umane” è sempre nella retrovie e quando viene allo scoperto c’è sempre il trucco. Il trucco consiste nell’annosa questione del loro utilizzo razionale ed efficiente: si preferisce ricorrere a risorse esterne, appalti e collaborazioni, e non utilizzare le risorse interne. Si preferisce disperdere un patrimonio di professionalità acquisito da decenni e sprecare soldi a favore di soggetti esterni. Per ulteriori informazioni, chiedere sempre lumi ai consiglieri di “opposizione” magari sono più informati di noi. Se vi rispondono avete fatto tombola, di questi tempi!
RAI Way: ieri è stato reso noto un Comunicato Stampa congiunto “Si rende noto che, in data odierna, RAI, F2i e MFE - MediaForEurope (le “Parti”) hanno sottoscritto un Memorandum of Understanding non vincolante (“MoU”) per l’avvio anche con il coinvolgimento di RAI Way ed EI Towers di taluni approfondimenti preliminari sugli aspetti industriali di una eventuale aggregazione tra RAI Way ed EI Towers…”. Di cosa si tratta? Per ora e per allora, è solo fumo, solo fumo. Il MoU anzitutto “non è vincolante” su nulla: è solo una dichiarazione di buona volontà per "taluni approfondimenti", la stessa che da oltre 10 anni si rincorre vanamente. Già, proprio "taluni". Dall’Opa ostile di Mediaset del 2015, Bloggorai conosce molto bene il “dossier” RAI Way e possiede una ricca collezione di ritagli di giornali dove, periodicamente, si legge la riproposizione di questo tema prevalentemente ad uso e consumo degli azionisti che ad ogni stormir di fronda incassano lauti dividendi e vedremo questa mattina come andrà il titolo in Borsa. Cosa c’è di nuovo oggi? Quali sono le spinte che lo hanno riportato a galla proprio in questo momento di grandi difficoltà per la RAI? Ci sono tanti passi indietro che andrebbero ripercorsi per capire bene ma ci soffermiamo su uno in particolare: in che termini questa iniziativa si colloca all’interno del Piano industriale RAI approvato lo scorso 18 gennaio? Alla pagina 12 del Piano si legge che sono previsti interventi di “valorizzazione asset aziendali (cessione quota di minoranza Rai Way)” pari a 190 mln. Cosa è successo nel frattempo? Che la cessione delle quote non solo non è avvenuta per il semplice fatto che i “fondi” si sono opposti ma anche che dai 190 mln previsti siamo passati a 130. Comunque, a farla breve, in queste circostanze ci troviamo di fronte ad un solo “razionale” prevalente di questa operazione di ieri: quello “politico”. Mediaset mette la solita fretta di chiudere il prima possibile questa partita in buona compagnia dei fondi azionari che non pure non vedono l’ora di portare a casa il “loro” risultato. Intendiamoci bene: anche Rai potrebbe avere analoga convenienza se solo ci fosse chiarezza sul suo futuro in termini di risorse e di tecnologie, ovvero di una visione strategica del suo futuro che sembra tutt’altro che chiara. Per chi volesse saperne di più sui “razionali” di Rai Way (politico, finanziario, tecnologico e percettivo) rimandiamo calorosamente a rileggere il Post del 15 gennaio scorso: https://bloggorai.blogspot.com/2024/01/rai-la-grande-truffa-dei-razionali.html .
Come abbiamo scritto, attenderemo l’avvio delle trattative e vedremo dove si incaglieranno. Bloggorai apre le scommesse: il primo scoglio sarà la governance: chi potrà guidare la futura società delle torri? A suo tempo, uno dei “soci” interessati all’operazione lo disse chiaro e tondo: saremo noi e non certo RAI.
Bene. Vi abbiamo accennato che abbiamo ancora aperti due fascicoletti alquanto misteriosi: la nomina della Agnes all’EBU come rappresentante RAI in odore di illegittimità oltre che di opportunità e la dimissioni di Tagliavia da Rai Pubblicità. Sulla Agnes regna il Mistero Glorioso: nessuno parla perchè forse non conosce e capisce di cosa si tratta e chi sa invece tace. Forse, forse, ci dicono, a Bloggorai è sfuggito un dettaglio. Ne verremo a capo.
A proposito di Tagliavia invece recentemente ci è stata posta una domandina curiosa: si è forse dimesso intorno a problemi sugli obiettivi di raccolta 2025? Quali sono quelli richiesti da Rai e cosa ha chiesto Tagliavia alla RAI per poterli raggiungere? Da non dimenticare che, come abbiamo scritto, intorno a questa operazione si stava apparecchiando una girandola di nomi tra Roma e Milano assai interessante tutte sotto la “quota” Lega (osservanza Giorgetti) poi improvvisamente stoppata. Propri ieri il Cda Rai ha ratificato Luca Poggi come nuovo AD.
Infine, siamo
prossimi a svelare il mistero di fine anno: come sono andati gli ascolti RAI e
come andranno alla vigilia del nuovo metodo di rilevazione dei dati Auditel? Si
prevedono assai dolori, assai.
Nel frattempo, e non è una metafora, la “barca” di Viale Mazzini affonda: si sono rotte tubazioni dell’acqua. Salvate il salvabile, si salvi chi può e comunque per fortuna dei naufraghi, dal prossimo anno inizia l’esodo verso al nuova sede dell’Eur.
bloggorai@gmail.com
giovedì 19 dicembre 2024
RAI: Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire
Dopo quanto abbiamo scritto nei giorni, settimane e mesi trascorsi siamo sempre allo steso punto. Il “mondo del pressappoco” che circonda la RAI sembra che non riuscirà mai a tramutarsi in un “universo della precisione”. Tutto è relativo, marginale, subordinato, fuori luogo e fuori tempo. A leggere i giornali oggi, il solo tema che emerge è il futuro prossimo venturo del Festival di Sanremo e dei testi delle canzonette in gara.
“Sono le persone che fanno le cose e non viceversa” e le “cose” sulla RAI sono fatte da tante persone forse ormai stanche, impigrite, svogliate e spesso impelagate in camarille di sottobottega: una nomina in Cda senza alcun criterio, una consulenza, una “cattedra” universitaria senza concorso, una presentazione di un libro e la partecipazione ad un dibattito non si negano a nessuno. E tutto procede stancamente, in attesa di qualcosa che non si sa mai cosa possa essere. Forse, è proprio e solo l’attesa, quel magico momento di sospensione del pensiero, che ancora rende interessante andare avanti. Spesso abbiamo scritto “staremo a vedere” ora potremo scrivere “aspetteremo”.
bloggorai@gmail.com
mercoledì 18 dicembre 2024
Il Vuoto RAI e il suo doppio e triplo
Punto, a capo. Si torna al punto di partenza cioè al nulla, al vuoto cosmico, al niente esistenziale. Nulla sul canone sempre più incerto, nulla sulla presidenza di Viale Mazzini, nulla sulle nomine di Tg3 e TgR, nulla sul Piano Industriale, nulla sul dibattito per la riforma RAI (fosse pure solo della governance) e nulla su RAI Way di cui domani in Cda ci sarà solo un “aggiornamento” su un possibile MOA.
Già: domami in Cda erano previste nomine “pesanti” come il Tg3 che invece non ci saranno per il semplice motivo, comprensibile e plausibile da loro punto di vista, che non c’è accordo tra nessuno, tutti contro tutti e ognuno per se. Il calderone ribolle con tutto dentro: dalle testate giornalistiche alla presidenza, Sul canone, fintanto che non vedremo il testo finale della Legge di Bilancio approvato al Senato non sapremo cosa succederà. Sulla presidenza siamo a “carissimo amico ti scrivo …” ovvero ognuno è rimasto sulle proprie posizioni: il governo punta sulla Agnes e l’opposizione non la vota nemmeno sotto tortura. In verità, sappiamo per certo che la Agnes è ancora Presidente sulla carta ma non sappiamo invece su quale carta è l’opposizione. Sappiamo poi che l’opposizione non è tutta opposizione dura e pura: sappiamo per certo che qualcuno voterebbe pure la Agnes, magari per fare dispetto a qualche socio di coalizione. Sappiamo pure che non tutta la maggioranza è compatta quanto sembra: da tempo gira il pensiero che la Agnes sarebbe sacrificabile in cambio di qualcosa. Per l’opposizione sembra troppo fragile sostenere “dateci un nome autorevole e di garanzia” come era fragile quando sostenevano “prima la riforma e poi le nomine” e sappiamo come è andata a finire il 26 settembre. Se c’è un nome sul quale far convergere consenso, o proponessero i vari M5S, AVS e PD, lo facessero uscire un nome dal cilindro e lo buttassero nella mischia e poi si vedrà chi è il/la migliore.
Per oggi, anche Bloggorai si adegua al nulla. Poi, si vedrà.
bloggorai@gmail.com
martedì 17 dicembre 2024
Il caffè malato, la palude e 3 misteri RAI
Truffa truffa, ambiguità! Ieri Bloggorai era molto scocciato per come la RAI ha influenzato il suo umore nei giorni scorsi a partire dal Rapporto Censis e “la storiella della RAI che ha accompagnato la crescita sociale e culturale degli italiani” fino ad un certo punto salvo poi scordarsene. Poi ha ricevuto la stangata di Sanremo e infine ha visto il servizio di Report su RAI Tre domenica sera sul caffè. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare la tazzina: in un mondo di incertezze e di fragilità, almeno quella dovrebbe essere un pilastro, un punto di riferimento esistenziale e, se la mette in discussione la RAI, ci sarà da riflettere.
Però ieri la tazzina ha traboccato ancora e il caffè ci è andato di traverso. Ebbene, cosa ci ha segnalato un attento lettore? Che quel servizio, pressoché identico, è andato in onda ben 10 anni prima, aprile 2014, a firma Milena Gabanelli (https://www.raiplay.it/video/2014/04/Espresso-nel-caffe-288469fe-eaea-479d-a858-7cefcbf79937.html ) e poi ancora nel 2019 ( https://www.facebook.com/ReportRai3/videos/332480484085637/ ) . Da non crederci: il servizio di domenica sera è stato riciclato come un abito rammendato, un maglioncino infeltrito e Bloggorai aveva dimenticato che era andato tutto già inonda negli anni passati. Ci mancherebbe. Sempre di grande attualità, un evergreen, però ditecelo prima: “Questa sera vi proponiamo un servizio già andato in onda etc etc”.
Quando ci si trova nella palude della confusione, dell’incertezza e del disordine ogni appiglio è buono per cercare di uscirne. Ci troviamo a pochi i giorni dal voto sulla Legge di Bilancio e ancora pochi sono in grado di sapere se e come si chiuderà la partita canone: rimane inalterato l’art. 113 (seppure con una variante) oppure rimarrà la riduzione a 70 euro qualora rispuntasse a sorpresa l’emendamento della Lega? Ci troviamo poi ad oltre due mesi dall’insediamento del nuovo Cda Rai e ancora nessuno è in grado di immaginare chi potrà assumere la presidenza. Oggi Il Messaggero titola “Rai, prove d'intesa Lega-PD (Marano e la guida del Tg3). L'idea per sbloccare le trattative: offrire al centrosinistra un direttore di area in cambio del via libera sulla presidenza” dove si legge la solita litania di Tizio al posto di Caio e Sempronio al posto Calpurnio a seconda se sono della Lega, del M5S o del PD.
Ormai le sorti della RAI appartengono alle suggestioni, alle emozioni e alle preveggenze dove tutto si mescola con tutto e il suo contrario. Alla vigilia del Cda di giovedì prossimo il tema sono le direzioni del Tg3 e TgR e i corollari dei ragionamenti sono tutti e solo sull’appartenenza dell’uno o dell’altro in “quota” ad un partito o ad un altro. Non c’è scampo, non ce ne libereremo mai. Ormai è stata distribuita una potente sostanza allucinogena, si è diffuso un poderoso fumo, si mastica un fungo miracolante e di degusta un ottima bevanda alcolica: tutte sostanze insinuate nel profondo, nell’anima e nello spirito di tanti tra coloro che seguono le sorti della Rai e del Servizio Pubblico. Sembra quasi impossibile guarire: è tutto una logica di “un tanto al chilo, questo a me questo a te”. Non c’è verso di vederla in altro modo. È bene però ribadire e sottolineare: nulla avviene per caso e quanto leggiamo oggi, ancora una volta occorre ricordarlo, è il frutto avvelenato di in albero malato nelle radici, nel suo profondo e da molto tempo. Il tradimento del 26 settembre sarà per sempre la prova provata che anche i “migliori” cedono alle tentazioni.
Chiudiamo: stiamo lavorando intorno a tre “misteri”. Vi faremo sapere.
ps. Ieri abbiamo parlato a lungo con il nostro barista di fiducia: ci ha assicurato che ogni mattina lava il filtro del dosatore e poi abbiamo constatato che il contenitore del caffè tostato è sigillato in un contenitore “usa e getta”. Almeno questa è una certezza.
lunedì 16 dicembre 2024
RAI: le tragedie Nazionali
“Buongiorno Bloggorai ...come va?”
“Male, va male!”
“Oh Santa Pace, così ... di prima mattina e inizio settimana ... e che sarà mai successo???”
“E’ successo che il mio, nostro malumore è tutta colpa della RAI che pure ieri sera ha colpito al cuore!”
“La RAI ... e che avrà fatto mai per mandarti di traverso la giornata?”
“Allora, tutto è iniziato qualche giorno fa quando il Censis mi ha detto che gli italiani, cioè tutti noi più o meno, siamo una manica di pezzi di legno ovvero ignoranti come capre che invece sono molto più intelligenti di noi. Altro che perdere tempo con l’intelligenza artificiale, qui, oggi, abbiamo un problema con l’intelligenza naturale. Il problema della RAI è che per anni, decenni, ci hanno raccontato che il Servizio Pubblico ha “accompagnato la crescita sociale, civile e culturale del Paese” e invece ora scopriamo che non è più vero da almeno 20 anni e tanti ne hanno grande responsabilità. Due giorni fa abbiamo letto su Italia Oggi che nella RAI “La cultura sarebbe quasi completamente assente dai palinsesti televisivi … le risorse pubbliche incassate grazie al canone dovrebbero finanziare trasmissioni capaci di volare alto, anche in prime time, un po’ a prescindere dagli ascolti attesi o raggiunti”.
Andiamo avanti, con dolore su dolore. Non basta sentirsi dare o essere ignoranti, la settimana scorsa è arrivata la tegola di Sanremo che dal 2026 potrebbe non essere più trasmesso dalla RAI: mi sono sentito offeso, umiliato, un attacco al cuore della mia, della nostra nostalgia musicale che già è scarsa di suo. Mi fa arrabbiare che la RAI non ha fatto nulla prima per difendere la sua storia della canzone italiana, quando doveva e quando poteva. Un colpo al patrimonio Nazionale. È come se volessero rubare i gioielli di famiglia, i preziosi orecchini d’oro della nonna e il braccialetto della prima comunione (una volta si usava) con la complicità di qualche parente in famiglia che sapeva dove erano nascosti. Insopportabile.
Infine, il colpo di grazia. Proprio ieri sera, sul tardi, abbiamo visto Report su RAI Tre e il suo servizio sull’italico caffè. La tazzina fumante: un pilastro della nostra esistenza, la certificazione di benessere quotidiano fatta a pezzi da un servizio giornalistico. Da Trieste in giù, fino al suo “tempio” napoletano si beve una “tragedia” ovvero un “caffè morto” come è stato definito. Le coronarie stavano per cedere: se penso a tutti i caffè offerti e ricevuti in decenni di onesta attività giornalistica e professionale dentro e fuori la RAI mi prende uno stranguglione. Ciofeca !!! Io ho, noi abbiamo bevuto e continuiamo a bere una pessima ciofeca: nessuno distingue la sua qualità tra Arabica e Robusta, nessuno si accorge del “bottiglione” spesso unto e oleoso da dove poi il caffè viene macinato, nessuno batte ciglio se il filtro non viene lavato ad ogni utilizzo, e nessuno infine si accorge se viene fatto il “purge”. Orrore !!!
Ecco perché sono arrabbiato con la RAI e il Servizio Pubblico che non fa: Sanremo lo potevano difendere prima e almeno questa del caffè pure ce la potevano dire prima … ha ragione Pier Silvio a sostenere che la RAI in cambio del canone si dovrebbe occupare più dei veri interessi degli italiani”.
Comunque, iniziamo la settimana e già si sentono attacchi di orticaria. Questa mattina quasi tutti si occupano delle dichiarazioni della Agnes che vorrebbe essere “la presidente di tutti” ovvero di garanzia e animata da profondo spirito di servizio. Che vuol dire e cosa significa questa dichiarazione? Il Giornale titola “Rai, aria di intesa sulla Agnes”. Per quanto poi invece leggiamo si tratta di aria fresca: l’opposizione non ci pensa proprio a votarla, anzi, il PD ripete una litania un po’ logora quanto ormai inutile: prima la riforma e poi la “nomina” cioè al singolare perché le “nomine” al plurale sono già avvenuto lo scorso 26 settembre con il tradimento del voto per il Cda. Giovedì prossimo è previsto il Cda a Viale Mazzini dove si potrebbero votare caselle importanti sul fronte delle testate giornalistiche, Tg3 e TgR. Ovvero tutta merce di scambio molto preziosa in vista di possibili “inciuci” o accordi politici che dir si voglia.
Auguri, buona settimana.
bloggorai@gmail.com
Ps: appena scendo al bar (l’Ufficio pubblico di Bloggorai) vado subito a controllare se almeno fanno il ”purge”.
domenica 15 dicembre 2024
Una settimana RAI Tv particolare, molto particolare
Ahhhhhh … bei tempi andati …
Proviamo a rivedere qualche nota a margine di questa settimana:
Lunedì: iniziamo bene con i dati di ascolto della Prima alla Scala su RAI Uno: oltre il 10% di share, ovvero la cultura paga. A seguire, montano le polemiche sulla telefonata di Report a proposito della faccenda Sangiuliano che si accompagnano a quelle su Mariotto, noto critico artistico in onda a Ballando con le stelle che ha abbandonato la trasmissione.
Martedì: il “caso” Mariotto imperversa … mentre “Mediaset fa il bis e supera la RAI” titolo di Italia Oggi.
Mercoledì: giornataccia!!! Alle 8 del mattino i parlamentari della Vigilanza pendono il caffè e non votano il/la presidente RAI. Se tutto va bene, se ne riparla con comodo … a febbraio …forse!
A volte ritornano: si torna a parlare (ma solo a parlare, da quasi 10 anni) della fusione Rai Way e Ei Towers. Qualcuno aspetta … e spera. Bufera su Report e Mariotto mentre si apre il feroce dibattito su Mammuccari a Belve (Rai Due): fu vera gloria? Il popolo si divide: ha fatto bene Mammuccari a mandare affan … la Fagnani o no? Lo share però è cresciuto.
Giovedì: apriti cielo … la rassegna è ingolfata. Anzitutto arriva Auditel Total Audience e, occhio e croce, per la Rai potrebbero essere dolori … forti dolori. Un nostro autorevole lettore (forse non molto "affezionato") ha gongolato per gli ascolti de L’Amica geniale (già che si stava, poteva pure spendere una parola per Don Matteo o Montalbano). Sanremo: il Comune ricorre in appello e nessuno capisce se è un bene o un male per la Rai che magari pure potrà o vorrà ricorrere. Boh!!! Nel frattempo “l’affaire” Sangiuliano” si ingrossa mentre l’altro “affaire” Mammuccari si rimpiccolisce: il noto conduttore si scusa “ho sbagliato”. Amen!
Venerdì: una giornata fantastica per la RAI, per il Servizio Pubblico. Finalmente qualcuno che la difende senza indugi: Pier Silvio Berlusconi. Ipse dixit: “Il canone rimane … Sanremo alla RAI che però deve fare più servizio pubblico”. Come fai a darli torto? Da Viale Mazzini buone notizie: l’AD Rossi non si preoccupa per il canone “non è un problema …”. Nel mentre e nel quando sul caso Report si muovono gli avvocati.
Sabato: notizia epocale! I vincitori della 38° edizione del Premio Laurentum, una manifestazione di assoluto rilievo cantata e suonata tra Roberto Sergio e Gianni Letta, sono nientepopodimenoche Botteri, Buttafuoco e Fagnani e per la carriera Bruno Vespa. Complimenti anche da Bloggorai !!!
Per chiudere in bellezza: leggiamo su Repubblica.it “Il Tg1 oscura le proteste contro il DDL Sicurezza”. I soliti smemorati …
Domenica, cioè oggi: tranquilli, Mariotto ieri sera è tornato a Ballando con le stelle!!! Sanremo dove a volte ritornano i “soliti giochi”: il Corriere titola “Arriva la Total Audience, Sanremo avrà una spinta di ascolti in più”. Della serie: “io spero che me la cavo” ovvero “mettere le mani avanti sperando di non cadere indietro” ovvero un “trucco già visto in tv”.
Questa felice e spensierata settimana di RAI e di Servizio Pubblico merita adeguata chiusura. Vi proponiamo una novità di assoluto rilievo per il nostro Paese. Avete mai sentito parlare di “Yule Log” ??? Provate per credere: la televisione come non l’avete mai vista prima, un fenomeno audiovisivo di portata storica universale. Dopo averla vista per almeno un’ora non ne potrete fare più a meno. Mettetevi comodi, un soffice plaid e una comoda poltrona e se non lo avete un gatto ve lo presta Bloggorai. Per chi non ha Netflix può cercare su YouTube. Fateci sapere.
bloggorai@gmail.com
sabato 14 dicembre 2024
RAI: ... ??? ...
“Che ci faccio qui?”… parafrasiamo B. C. : ”Che ci facciamo
noi qui?”
Bella domanda. Non sappiamo rispondere. Da oltre sei anni, ogni
mattina, Bloggorai cerca di seguire, di legare i punti rilevanti di quanto avviene
dentro e fuori la RAI. Molto difficile e spesso il risultato deludente. Se mai
volessimo tirare un bilancio sommario di questi lunghi anni, non c’è da essere
gran che allegri.
Grosso modo, sembra che le forze avverse, più o meno oscure,
che remano contro la natura stessa non tanto della RAI Azienda ma contro il concetto
stesso di Servizio Pubblico, sono sempre più forti e agguerrite e spesso si
sono annidate profondamente, da anni, nei meandri di Viale Mazzini. Lo abbiamo scritto
tante volte: riteniamo più pericoloso il silenzio degli amici che il fragore
dei nemici. Intendiamoci: forse è vero che un’Azienda come la RAI, così com’è e
forse anche leggermente ridotta, può far sempre comodo e in verità nessuno la
vorrebbe completamente ridotta ai livelli della PBS americana.
Nei giorni scorsi abbiamo registrato due dichiarazioni, di fronti
solo apparentemente opposti, che meritano tenere a memoria. La prima è dell’AD
Rossi che alla festa dei suoi amici di Fratelli d’Italia avrebbe dichiarato che
“Non è tanto importante lo strumento, canone sì o canone no, ma la quantità di
risorse destinate al servizio pubblico … La RAI non è un'azienda, è un hub
industriale da cui dipendono intere filiere. Se diminuiamo le risorse alla
Rai, le togliamo a queste filiere e intere aziende chiuderebbero”. Interessante.
Poi annotiamo quanto sostenuto da Pier Silvio Berlusconi “La Rai ha un ruolo
importantissimo in Italia e non solo per il sostegno a tutta l'industria
dell'audiovisivo, ma anche per far vivere la nostra cultura, le nostre
tradizioni e per l'identità italiana; bisognerebbe però fare in modo che fosse
più chiaramente editore del servizio pubblico”. Semplice: il tema Rai è tutto nella quantità
di risorse che gli vengono assegnate non tanto e non solo per svolgere le sue
attività di Servizio Pubblico ma per quante poi ne possono essere girate alla “filiera”.
Ecco il tema canone si canone no che si riconduce anch’esso al fatto che la sua
variabilità possa disturbare il mercato della pubblicità con danno o favore di Mediaset.
Punto.
In soldoni e riassumendo: canone si o no? Non importa,
dettagli, quisquillie, un tema irrilevante. Presidente Agnes si o no? Ma a chi
importa? Con calma, c’è tempo … Al VII piano qualcuno è convinto che se ne parlerà
a febbraio (perché poi proprio febbraio? Boh!). Le 8 proposte di riforma della
sola governance RAI depositate in Commissione Senato? Sono rimaste anni negli stessi
cassetti le precedenti proposte, possono rimanere tranquillamente anche queste
per gli anni a venire, non se ne accorge nessuno. Il Piano Industriale? Chi se
lo ricorda? Che roba è? Vedremo, faremo, valuteremo …
Adesso c’è da preoccuparsi di Sanremo, di questo prossimo e di
quello futuro.
“Che ci faccio qui?” … già “Che ci facciamo noi qui?”
bloggorai@gmail.com
giovedì 12 dicembre 2024
RAI: un bicchiere di vino, un muro di omertà e ascolti digitali
Premessa n. 1: Bloggorai produce un ottimo vinello rosso, certificato e garantito, fatto con vitigni di Trebbiano, Pinot e Sangiovese con qualche grappolo di Grechetto in testa ai filari. Quest’anno è venuto un bel vinello, robusto, fruttato e di giusta gradazione. Succede pure che Bloggorai lo beve volentieri ora che è iniziato l’inverno e cerca di non eccedere, seppure non contiene bisolfiti e va giù che una bellezza.
Premessa n. 2: sappiamo con certezza che Bloggorai viene molto letto, specie al VII piano di Viale Mazzini, da molti parlamentari di diversi partiti e tanti autorevoli studiosi, esperti insieme a tanti pensionati e sfaccendati vari.
Allora, ci domandiamo: delle due l’una e allora o Bloggorai esagera con il suo vinello e va a cercare problemi pure dove non ce ne sono oppure talvolta solleva qualche problemino che molti, tanti, troppi preferiscono ignorare come questo della Agnes nominata all’EBU. Abbiamo avvertito su questo tema una certa coltre di silenzio omertoso, di reticenza, di sottintesa riluttanza a porre (e forse comprendere) il peso del problema. La presunta illegittimità o ben che vada di inopportunità della sua nomina merita un filo di attenzione? Ribadiamo la domanda: è stata compiuta una presunta quanto indebita forzatura per spingere la Agnes verso presidenza prima ancora che la Vigilanza possa esprimersi? Qualcosa non torna.
Come pure, ci avviciniamo alla resa dei conti sul canone con la prossima approvazione della Legge di Bilancio: sia che passi l’art.113 sia che last minute la Lega possa far approvare un emendamento per mantenere la riduzione a 70 euro, ci sarebbe materia sufficiente per sollevare un forte problema di legittimità costituzionale per la nota indisponibilità del canone nelle mani del Governo. Non è stato fatto lo scorso anno e sembra verosimile che non avverrà anche quest’anno. Lo sappiamo bene: difendere il canone implica una postura politica non facile da assumere: da una parte del PD, passando per il M5S e finendo ala Lega al fregola abolizionista è alquanto diffusa. Paradossale che sia: a difendere il canone è rimasta solo Mediaset!
Con buona pace di quanti in questi giorni si stanno strappando le vesti a difendere la possibile perdita di Sanremo. Ancora ieri abbiamo letto di qualcuno che si tormenta con il dubbio di se, di come e di quanto il festival possa ritenersi “una risorsa fondamentale” del Servizio Pubblico la cui perdita anticiperebbe addirittura un percorso di imminente privatizzazione.
Vale la pena tornarci su: Sanremo è anzitutto il crocevia perfetto di interessi economici rilevanti, un pozzo dove attingono copiosamente case discografiche, agenti artistici, case di produzione, sponsor più o meno occulti e portatori sani o malati di grossi budget pubblicitari e, infine di una pasticciata cointeressenza con la rivale Mediaset che si coltiva in casa i propri “talent” con lauti ascolti (De Filippi docet) per poi “lanciarli” sulla vetrina di Sanremo/RAI/Servizio Pubblico. Poi, occasionalmente, sul fondo, si sente musica e canzoni. Se il “Servizio Pubblico” volesse proporre una propria gara della canzone italiana o un “talent show canoro” ha tutti i mezzi e l’esperienza per proporre un “Festival di Vattelappesca” per produrlo in proprio senza dover dare i resti e condividere interessi con tutto il cucuzzaro che gira intorno a Sanremo. Non ci stracceremo le vesti per un Sanremo dove il conduttore dichiara solennemente che in questo festival si parlerà solo di famiglia, lasciando fuori tutti il resto del mondo. “Sono solo canzonette” non ci ha mai convinto, anzi!
Chiudiamo con note a margine: periodicamente, da ormai quasi dieci anni compaiono notizie sul "dossier" Rai Way dove, puntualmente, si legge “… sul tavolo RAI la fusione con Ei Towers”. Nel pieno dell’incertezza sulle risorse di RAI, del suo piano Industriale pressoché cementato senza risorse e, ancor più, nel pieno delle verifiche sul rinnovo del contratto di servizio tra Viale Mazzini e la quotata di Via Teulada (del valore di oltre 200 mln) appare alquanto bizzarro che questo tema riemerga proprio in questo momento. Vale la pena Per RAI mantenere ancora questo servizio oppure si può considerare di “metterlo a gara” realizzando un possibile risparmio stimato in circa 100 mln?
La notizia del giorno è l’avvio del nuovo sistema di rilevazione dei dati di ascolto: il Sole titola “Auditel, via alla rivoluzione degli ascolti Tv: dato unico da pc, smartphone, tablet”. La rivoluzione annunciata, la Total Audience, è foriera di grandi cambiamenti e, occhio e croce, non sarà un pranzo di gala per Rai: il mondo “digital” gli è lontano, il suo pubblico è anziano e tradizionalista legato al “tubo catodico” di Don Matteo e prodotti da Villa Arzilla, poco avvezzo a “smanettare” sui social o nuovi device. Per inciso: la concorrenza Mediaset da tempo è più forte in questo ambito: senza alcuna pretesa di scientificità, ci siamo presi la briga di confrontare i report Standard Auditel Digitale per le settimane 1/7 dicembre 2024 con 3/9 dicembre 2023 e leggiamo:
LS (2024) Mediaset: 247.000 k RAI 71.130 k
TTS (2024) Mediaset: 22.300 k RAI 15.100 k
LS (2023) Mediaset 246.000 k RAI 65.100 k
TTS (2023) Mediaset 19.900 k RAI 15.800 k
Se poi volessimo costruire una serie mensile per lo stesso anno di riferimento i dati sarebbero impietosi: la RAI ne esce con le ossa rotte e con una tendenza che difficilmente potrà essere invertita o migliorata. Chissà come interpretano questo pensiero gli strateghi del Marketing RAI e i “nuovi “amministratori”?
bloggorai@gmail.com
mercoledì 11 dicembre 2024
RAI in Europa: grosso intrigo locale e pasticcio internazionale
Tra una piccola trama e un complotto da giardinetti di Viale Mazzini, ci mancava l’intrigo internazionale tra le sponde del Tevere e le rive del Lago Lemano.
Prima però, vi confermiamo,
come previsto, che pure questa mattina la votazione in Vigilanza è andata a
vuoto!!! Agnes non passa e cominciamo ad avere forti dubbi che potrà passare. Il
braccio di ferro con l’opposizione durerà a lungo, fintanto che da qualche
parte uscirà un nome condiviso oppure qualcuno si deciderà a sollevare un problema
di prerogative della Vigilanza impossibilitata a svolgere il suo compito
istituzionale insieme alla verifica dei dubbi di legittimità sugli atti compiuti da un Cda con due presidenti.
A proposito di Agnes, ieri vi abbiamo riportato qualche appunto sulla vicenda della sua nomina all’Executive Board dell’EBU. Abbiamo sollevato dubbi e perplessità. Abbiamo ulteriormente approfondito e più cerchiamo di capire e sapere più ci convinciamo che qualcosa non torna.
E' necessario anzitutto comprendere bene che quell’incarico non è un francobollo qualsiasi da appiccicare sull’album da collezione delle poltrone da occupare. L’Executive Board dell’EBU ha un peso molto rilevante nella definizione delle politiche che le emittenti aderenti debbono assumere. Per questo motivo la policy adottata (Terms of reference) è molto rigorosa: si richiede essenzialmente che i componenti dell’Ex.B. debbano avere adeguata “rappresentatività” anche legale dell’Azienda da cui sono stati nominati. Non solo, si richiede pure che debbano garantire una certa “continuità” per il tempo del loro mandato. Basta leggere l’elenco e le qualifiche degli attuali componenti per averne controprova: sono tutti CEO, Presidenti o Direttori Generali e la Agnes, finora, è solo consigliere “semplice” laddove la sola designazione a presidente è del tutto irrilevante fintanto che non viene ratificata in Vigilanza.
Ecco allora le serie di domande alle quali cercheremo di trovare risposta (con grande difficoltà):
1. chi e perché ha deciso che debba essere proprio la Agnes?
2. cosa è stato comunicato all’EBU in merito ai requisiti richiesti nel “Terms of reference”?
3. il Cda RAI è stato informato preventivamente, c’è stato dibattito?
6. i consiglieri di opposizione di Majo e Natale hanno qualcosa da osservare?
4. è stato adeguatamente tenuto in considerazione e comunicato all’EBU il fatto che la Agnes è solo designata come presidente ma non ancora validata dalla Vigilanza?
5. di conseguenza, è stato tenuta in considerazione la possibilità che la Agnes possa non essere validata?
6. l’EBU ha verificato dettagliatamente i requisiti comunicati e realmente posseduti dalla Agnes?
Cosa può significare tutta questa vicenda? La risposta più semplice è quella di qualcuno che ha cercato di “portarsi avanti il lavoro” dando per quasi certa la nomina di Agnes come presidente. La risposta più complessa e difficile da verificare puntualmente, è la presunta illegittimità di un atto con rilevanza interna all’Azienda e verso l’EBU. Vedi il corollario alla domanda n. 3: rientra nelle prerogative dell’AD assegnare deleghe ad un consigliere come quella sulle relazioni internazionali concessa alla Agnes?
Adesso sotto con un altro “impiccio” di grosso spessore: nei prossimi giorni si deciderà cosa succede sul canone. Staremo a vedere nel mentre e nel quando il prossimo Cda del 19 dicembre dovrà decidere qualche nomina. Questo Cda … proprio questo Cda, quello fortemente voluto con il tradimento del 26 settembre. Cari M5S e AVS, avete voluto la bicicletta? Ora fateci vedere come sapete pedalare.
bloggorai@gmail.com
martedì 10 dicembre 2024
FLASH: prima che sorga il nuovo giorno RAI
Domattina alle 8 in punto ci sarà l'ennesima votazione per cercare di eleggere il/la presidente RAI. Per quanto ne sappiamo, in questo momento, non ci saranno novità e si presume che si andrà a finire l'anno prossimo.
Ci permettiamo di lasciare un memo ... non si sa mai! Succede qualcosa di strano intorno al lago di Ginevra. Succede che nei giorni scorsi si è svolta la 93° Assemblea generale dell’EBU (European Broadcasting Union) dove sono stati nominati 9 nuovi membri dell’executive Board. Succede che per conto Rai è stata nominata Simona Agnes, al momento consigliera “semplice” del Cda di Viale Mazzini seppure “designata” come presidente e in attesa di ratifica vincolante da parte della Vigilanza RAI. Sta a dire, semplicemente, che se la Vigilanza non vota la Agnes o rimane semplice consigliera può succedere che la prende a male (o bene) e magari si dimette per dirigersi verso migliori destinazioni come alcuni hanno ipotizzato.
La “stranezza” consiste nel fatto che il ruolo di rappresentante RAI nel Board EBU è sempre stato ricoperto da un/a presidente RAI e mai da un/a “consigliere” semplice come , di fatto e di diritto, è oggi la Agnes. La precedente era la Soldi e prima di lei Foa e prima ancora Maggioni e ancora prima la Tarantola nominate anche vice presidenti dell’EBU e così via. E comunque, il delegato dell’Azienda che assume l’incarico nel Board EBU è pur sempre un Presidente, un CEO o un Direttore Generale: vedi i nuovi nominati ( https://tivubiz.it/news/simona-agnes-entra-nellexecutive-board-di-ebu/ ).
Delle due l’una: o la RAI ha fatto un “downgrading” o un “decalage” del proprio peso nell’EBU o lo ha subito. Oppure, ha messo una mano davanti per non cadere dietro.
Ma c’è di meglio e di più. Abbiamo cercato, con grande fatica, di capire e sapere qualcosa. Anzitutto abbiamo capito che la nomina NON è stata votata dal Cda ovvero è avvenuta una semplice comunicazione all’EBU che ne ha preso atto. Chi ha deciso che doveva essere proprio la Agnes e con quali criteri è stata scelta lei? Poi abbiamo capito che per essere nominato nel Board EBU non sembra vincolante il ruolo ricoperto dal candidato/a nella rispettiva azienda. In teoria potrebbe essere un/a dipendente qualsiasi ma in pratica no (vedi sopra). Poi abbiamo capito che ci sarebbe stata una certa “urgenza” sollecitata dall’EBU per non bloccare i lavori dell’Assemblea generale pena dover rinunciare al posto destinato alla RAI. Infine, abbiamo inteso che qualcuno avrebbe sollecitato e spinto la Agnes ad occupare questo incarico. Non è chiaro chi sia ma qualche idea ce l’hanno fornita. Morale della favola: è stata presa al volo la scusa dell’urgenza per “portarsi avanti il lavoro” dando per scontato che comunque la Agnes sarebbe stata votata presidente in Vigilanza. E se così non fosse? E se mai la Vigilanza non raggiungesse mai i voti necessari per eleggerla? “Magari si dimette” ci hanno risposto. Vedi post precedente. Si pone qualche problemino. N. 1 il Cda Rai è stato tenuto fuori da questa nomina? Nessuno ha obiettato nulla? I consiglieri di “opposizione” non hanno nulla da dire? N.2 Posto che la poltrona all’EBU, almeno per consuetudine formale è stato sempre occupata da un/a presidente RAI, è stato ignorato il ruolo della Vigilanza che ancora si deve esprimere su questo tema?
E qui veniamo ad un tema ancora più complesso del quale vi abbiamo già accennato: l’attuale Cda di Viale Mazzini vede in presenza due presidenti, ovvero un presidente anziano facente funzioni (Marano) e una presidente designata (Agnes) ma non validata dalla Vigilanza, ovvero una "non presidente" di fatto. Una situazione giuridicamente alquanto anomala e foriera di possibili "problemini".
Stiamo cercando di capire e sapere se questa situazione sospesa dell’Azienda e della Vigilanza possa essere viziata da possibili illegittimità. Per l’Azienda si tratta di capire se gli atti compiuti durante questo momento possano essere ritenuti validi (da ricordare che in questo momento il presidente in caso di parità ha due voti) mentre per la Commissione Parlamentare di Vigilanza si tratta di capire se il perdurante “blocco” delle sue attività di “indirizzo generale e la vigilanza” possa ritenersi lesivo delle sue prerogative istituzionali.
L’argomento è assai complesso ma è ancora di più sconfortante dover constatare lo scarso interesse di molti, di tanti. Vedremo.
bloggorai@gmail.com
RAI: nessuno vince, nessuno perde (per ora)
1. ampio sedile il legno pregiato destinato a persone autorevoli
2. luogo destinato al riparo degli animali
3. sistema di apparecchiature e conduttori elettrici
4. antico forno utilizzato in metallurgia
5. sostare in un luogo
6. negli scacchi posizione del Re impossibilitato a muovere (partita patta)
Quest’ultima notazione è quella che a noi più interessa. Il Re, in questo caso il Governo, è impossibilitato a muovere per far passare la sua proposta di presidenza RAI e, forse, domattina alle 8 in Vigilanza, ne avremo ulteriore prova provata. Agnes si, Agnes no ... questo il problema! Ci troviamo di fronte ad un classico gioco a somma zero dove il guadagno di una parte corrisponde esattamente alla perdita dell’altra. Maggioranza e opposizione puntano ognuna al raggiungimento del proprio vantaggio/obiettivo presupponendo che la parte opposta possa accettare supinamente le conseguenze. La Legge però prevede che per far passare la nomina del/la presidente in Vigilanza occorrono due,(2) voti che il Governo non sa dove prendere. L’alternativa al gioco a soma zero potrebbe essere il classico “win-win” dove le due parti in competizione portano a casa il risultato atteso.
Ma, lo “stallo” in cui si trova la RAI oggi non sembra prevedere nessuno dei due giochi: non può essere a somma zero perché giocoforza una delle parti dovrebbe soccombere ed è allo stesso tempo difficile supporre che maggioranza e opposizione possano raggiungere simultaneamente il loro obbiettivo. Come uscirne, posto che una via d’uscita si dovrà trovare prima o poi? Ieri abbiamo ricevuto un “pensiero” che sembra girare ed avere un certo credito al VII piano di Viale Mazzini: rinviare, attendere, trattare e qualcuno ipotizza addirittura fino a febbraio. Abbiamo cercato di approfondire e ne abbiamo ricavato una "sensazione" e come tale ve la riferiamo: nessuno ha tirato fuori l’asso dalla manica ammesso che lo abbia e nessuno, oggi, sa come risolvere il problema senza “farsi troppo male e perdere la faccia”.
La mossa è ora tutta nelle mani del Governo: è nelle sue competenze e responsabilità indicare un nome in grado di raccogliere il voto anche dell’opposizione. Oggi Marco Mele sul Quotidiano del Sud ricorda un precedente interessante: “ … il governo Renzi aveva in mente di designare a presidente della RAI Simona Ercolani, fondatrice della società di produzione Standbyme, vi rinunciò per l'opposizione del centrodestra, che invece diede l'ok sul nome di Monica Maggioni, che, nell'agosto 2015 divenne subito presidente alla prima votazione con 29 voti favorevoli, cinque schede bianche e quattro contrari”. Ancora poche ore e sapremo cosa potrà succedere.
Chiudiamo con una nota a margine. Carta canta! E abbiamo sentore che potrà cantare ancora più forte nei prossimi tempi. Oggi leggiamo che “Mediaset fa il bis e supera la RAI … Nonostante Europei e Olimpiadi della concorrenza, il Biscione si avvia a replicare il 2023” (Italia Oggi).
Anche Bloggorai, nel suo piccolo, si è preso la briga di confrontare qualche dato con i due strumenti ufficiali disponibili: il report Auditel Total Audience e lo Standard Auditel Digitale per due periodi sufficientemente analoghi: novembre/dicembre 2023 e prima settimana di dicembre. Vi risparmiamo i dettagli e una noiosa tabella (che a gentile richiesta possiamo fornire) dove, grosso modo, si evidenzia che per Rai le cose non vanno proprio nel migliore dei modi.
‘Mo vene Natale (e non è il consigliere uscito dal cilindro del suo partito). Saremo tutti più buoni? Forse anche no!
bloggorai@gmail.com
lunedì 9 dicembre 2024
RAI: spettacoli di magia e vuoti di memoria
È iniziata una settimana particolare. La notizia del giorno è che il M5S ha trovato la sua “pace” ed ora sarà forse possibile intravvedere meglio quale potrà essere il suo disegno verso la soluzione del problema presidenza della RAI.
Piccolo passo indietro: sabato scorso è comparso sul Fatto un breve articolo, a firma Gianluca Roselli, con una notizia interessante. Leggiamo il titolo: “RAI Agnes, ipotesi dimissioni per sbloccare la presidenza” che poi è il seguito del precedente articolo del 28 novembre con il titolo “Rai, l'ipotesi Natale per la presidenza che piace "a tutti".
Cerchiamo di capire. Bloggorai lo ha scritto in epoca non sospetta che qualora la situazione Agnes non si dovesse sbloccare si sarebbe potuta percorrere l'ipotesi della strada interna, ovvero un altro consigliere da sottoporre alla validazione della Vigilanza. Ipotesi suggestiva perché avrebbe consentito di "salvare la faccia" a Forza Italia che si è tanto battuta per lei. In questo caso, giocoforza, i soli nomi “candidabili” sarebbero Marano per la Lega e Natale per AVS. Entrambi, insieme a di Majo per il 5S, per pura e banale evidenza, sono espressione dei “partiti” nella loro forma essenziale, primitiva e brutale ovvero frutto del perverso meccanismo di selezione e nomina senza alcun criterio aperto e trasparente. Questa semplice e banale considerazione andrebbe in urto frontale con quanto dichiarato e ribadito proprio recentemente da Giuseppe Conte “Non appoggeremo Agnes, né altre candidature di partito. Siamo pronti a confrontarci solo su figure super partes" come ha ricordato, correttamente, lo steso articolo del Fatto e come risulta anche a Bloggorai per aver approfondito il tema.
Se allora la posizione di Conte è ancora più rafforzata dopo il voto di ieri sera, a rigor di logica, non ci sarebbe alcuna possibilità che Marano o Natale possano avere speranze di presidenza perché assolutamente evidente che nessuno dei due è una figura “super partes” allo stesso livello di quanto non lo è la Agnes. Se poi la vogliamo dire tutta e bene, Marano è una figura di partito chiara e tonda, forte e chiara, mentre Natale è una figura di partito passepartout, come ha scritto il Fatto del 28 novembre “che piace a tutti” ovvero “ … L'importante è che sul suo nome convergano tutte le opposizioni: PD, AVS, M5S, ma pure Italia Viva e Azione. Altrimenti non sarebbe un nome abbastanza forte e non se ne farebbe nulla...", spiega una fonte qualificata. Insomma, entrato in Cda alla chetichella con l'appoggio di AVS (anche se alcuni sostengono sia in realtà il candidato mascherato dei dem), Natale potrebbe avere più di una chance”.
Che poi sia un consigliere uscito dal cilindro di Mago Magò e scelto senza alcun criterio aperto e trasparente sembra passare in secondo piano e molti amici lo stanno dimenticando tanto, troppo, in fretta.
Ancora una volta lo scriviamo forte e chiaro: Bloggorai non dimentica il 26 settembre e ne fa una “questione di principio” fondamentale, uno di quelli non derogabili e non oggetto di trattativa. Ribadiamo: l’autonomia e l’indipendenza dai partiti è una questione granitica e prioritaria sulla quale si decide il futuro del Servizio Pubblico. Come si può pensare di affidare questo futuro incerto e irto di difficoltà proprio a chi questo principio lo ha disatteso?
Uno scenario complesso. Come noto, tutto può succedere in politica, ad esempio che il M5S si possa rimangiare tutto come in parte già avvenuto lo scorso 26 settembre (“prima la riforma e poi il voto”) e tra due giorni, mercoledì 11 alle 8 del mattino, possa votare la Agnes con un colpo di scena. Altrimenti, come pure possibile, se la maggioranza si dovesse pur mettere l’anima in pace che la Agnes non sarebbe mai votata si dovrà cercare una soluzione esterna, sempre però di fonte governativa perché, questo viene spesso sottovalutato, il nome lo deve comunque fare il Ministro Giorgetti.
Ed ora veniamo al “quid”. Il PD cosa farà? Sulla Agnes, formalmente, non ci dovrebbero essere problemi a mantenere il no e condividere la posizione del M5S. Ma su chi potrebbe essere presidente “autorevole e di garanzia” idee e nomi non sembrano esserci. Potrebbero convergere in una ipotesi Natale? Si, tutto è possibile ma poi dovrebbero spiegare come è stato possibile prima rompere il patto del 26 settembre e poi scendere a più mito consigli sotto la pressione del M5S. Altri nomi da Via del Nazareno non ne sono usciti, finora. Ancora due giorni e poi, forse, capiremo qualcosa.
Come pure, nei prossimi giorni si saprà con certezza il futuro del canone 2025 (e solo di quello perché si andrà avanti anno per anno) e vedremo se sarà confermato l’art. 113 della Legge di Bilancio oppure se in Aula ci sarà qualche sorpresa.