È iniziata una settimana particolare. La notizia del giorno è che il M5S ha trovato la sua “pace” ed ora sarà forse possibile intravvedere meglio quale potrà essere il suo disegno verso la soluzione del problema presidenza della RAI.
Piccolo passo indietro: sabato scorso è comparso sul Fatto un breve articolo, a firma Gianluca Roselli, con una notizia interessante. Leggiamo il titolo: “RAI Agnes, ipotesi dimissioni per sbloccare la presidenza” che poi è il seguito del precedente articolo del 28 novembre con il titolo “Rai, l'ipotesi Natale per la presidenza che piace "a tutti".
Cerchiamo di capire. Bloggorai lo ha scritto in epoca non sospetta che qualora la situazione Agnes non si dovesse sbloccare si sarebbe potuta percorrere l'ipotesi della strada interna, ovvero un altro consigliere da sottoporre alla validazione della Vigilanza. Ipotesi suggestiva perché avrebbe consentito di "salvare la faccia" a Forza Italia che si è tanto battuta per lei. In questo caso, giocoforza, i soli nomi “candidabili” sarebbero Marano per la Lega e Natale per AVS. Entrambi, insieme a di Majo per il 5S, per pura e banale evidenza, sono espressione dei “partiti” nella loro forma essenziale, primitiva e brutale ovvero frutto del perverso meccanismo di selezione e nomina senza alcun criterio aperto e trasparente. Questa semplice e banale considerazione andrebbe in urto frontale con quanto dichiarato e ribadito proprio recentemente da Giuseppe Conte “Non appoggeremo Agnes, né altre candidature di partito. Siamo pronti a confrontarci solo su figure super partes" come ha ricordato, correttamente, lo steso articolo del Fatto e come risulta anche a Bloggorai per aver approfondito il tema.
Se allora la posizione di Conte è ancora più rafforzata dopo il voto di ieri sera, a rigor di logica, non ci sarebbe alcuna possibilità che Marano o Natale possano avere speranze di presidenza perché assolutamente evidente che nessuno dei due è una figura “super partes” allo stesso livello di quanto non lo è la Agnes. Se poi la vogliamo dire tutta e bene, Marano è una figura di partito chiara e tonda, forte e chiara, mentre Natale è una figura di partito passepartout, come ha scritto il Fatto del 28 novembre “che piace a tutti” ovvero “ … L'importante è che sul suo nome convergano tutte le opposizioni: PD, AVS, M5S, ma pure Italia Viva e Azione. Altrimenti non sarebbe un nome abbastanza forte e non se ne farebbe nulla...", spiega una fonte qualificata. Insomma, entrato in Cda alla chetichella con l'appoggio di AVS (anche se alcuni sostengono sia in realtà il candidato mascherato dei dem), Natale potrebbe avere più di una chance”.
Che poi sia un consigliere uscito dal cilindro di Mago Magò e scelto senza alcun criterio aperto e trasparente sembra passare in secondo piano e molti amici lo stanno dimenticando tanto, troppo, in fretta.
Ancora una volta lo scriviamo forte e chiaro: Bloggorai non dimentica il 26 settembre e ne fa una “questione di principio” fondamentale, uno di quelli non derogabili e non oggetto di trattativa. Ribadiamo: l’autonomia e l’indipendenza dai partiti è una questione granitica e prioritaria sulla quale si decide il futuro del Servizio Pubblico. Come si può pensare di affidare questo futuro incerto e irto di difficoltà proprio a chi questo principio lo ha disatteso?
Uno scenario complesso. Come noto, tutto può succedere in politica, ad esempio che il M5S si possa rimangiare tutto come in parte già avvenuto lo scorso 26 settembre (“prima la riforma e poi il voto”) e tra due giorni, mercoledì 11 alle 8 del mattino, possa votare la Agnes con un colpo di scena. Altrimenti, come pure possibile, se la maggioranza si dovesse pur mettere l’anima in pace che la Agnes non sarebbe mai votata si dovrà cercare una soluzione esterna, sempre però di fonte governativa perché, questo viene spesso sottovalutato, il nome lo deve comunque fare il Ministro Giorgetti.
Ed ora veniamo al “quid”. Il PD cosa farà? Sulla Agnes, formalmente, non ci dovrebbero essere problemi a mantenere il no e condividere la posizione del M5S. Ma su chi potrebbe essere presidente “autorevole e di garanzia” idee e nomi non sembrano esserci. Potrebbero convergere in una ipotesi Natale? Si, tutto è possibile ma poi dovrebbero spiegare come è stato possibile prima rompere il patto del 26 settembre e poi scendere a più mito consigli sotto la pressione del M5S. Altri nomi da Via del Nazareno non ne sono usciti, finora. Ancora due giorni e poi, forse, capiremo qualcosa.
Come pure, nei prossimi giorni si saprà con certezza il futuro del canone 2025 (e solo di quello perché si andrà avanti anno per anno) e vedremo se sarà confermato l’art. 113 della Legge di Bilancio oppure se in Aula ci sarà qualche sorpresa.
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