“Che ci faccio qui?”… parafrasiamo B. C. : ”Che ci facciamo
noi qui?”
Bella domanda. Non sappiamo rispondere. Da oltre sei anni, ogni
mattina, Bloggorai cerca di seguire, di legare i punti rilevanti di quanto avviene
dentro e fuori la RAI. Molto difficile e spesso il risultato deludente. Se mai
volessimo tirare un bilancio sommario di questi lunghi anni, non c’è da essere
gran che allegri.
Grosso modo, sembra che le forze avverse, più o meno oscure,
che remano contro la natura stessa non tanto della RAI Azienda ma contro il concetto
stesso di Servizio Pubblico, sono sempre più forti e agguerrite e spesso si
sono annidate profondamente, da anni, nei meandri di Viale Mazzini. Lo abbiamo scritto
tante volte: riteniamo più pericoloso il silenzio degli amici che il fragore
dei nemici. Intendiamoci: forse è vero che un’Azienda come la RAI, così com’è e
forse anche leggermente ridotta, può far sempre comodo e in verità nessuno la
vorrebbe completamente ridotta ai livelli della PBS americana.
Nei giorni scorsi abbiamo registrato due dichiarazioni, di fronti
solo apparentemente opposti, che meritano tenere a memoria. La prima è dell’AD
Rossi che alla festa dei suoi amici di Fratelli d’Italia avrebbe dichiarato che
“Non è tanto importante lo strumento, canone sì o canone no, ma la quantità di
risorse destinate al servizio pubblico … La RAI non è un'azienda, è un hub
industriale da cui dipendono intere filiere. Se diminuiamo le risorse alla
Rai, le togliamo a queste filiere e intere aziende chiuderebbero”. Interessante.
Poi annotiamo quanto sostenuto da Pier Silvio Berlusconi “La Rai ha un ruolo
importantissimo in Italia e non solo per il sostegno a tutta l'industria
dell'audiovisivo, ma anche per far vivere la nostra cultura, le nostre
tradizioni e per l'identità italiana; bisognerebbe però fare in modo che fosse
più chiaramente editore del servizio pubblico”. Semplice: il tema Rai è tutto nella quantità
di risorse che gli vengono assegnate non tanto e non solo per svolgere le sue
attività di Servizio Pubblico ma per quante poi ne possono essere girate alla “filiera”.
Ecco il tema canone si canone no che si riconduce anch’esso al fatto che la sua
variabilità possa disturbare il mercato della pubblicità con danno o favore di Mediaset.
Punto.
In soldoni e riassumendo: canone si o no? Non importa,
dettagli, quisquillie, un tema irrilevante. Presidente Agnes si o no? Ma a chi
importa? Con calma, c’è tempo … Al VII piano qualcuno è convinto che se ne parlerà
a febbraio (perché poi proprio febbraio? Boh!). Le 8 proposte di riforma della
sola governance RAI depositate in Commissione Senato? Sono rimaste anni negli stessi
cassetti le precedenti proposte, possono rimanere tranquillamente anche queste
per gli anni a venire, non se ne accorge nessuno. Il Piano Industriale? Chi se
lo ricorda? Che roba è? Vedremo, faremo, valuteremo …
Adesso c’è da preoccuparsi di Sanremo, di questo prossimo e di
quello futuro.
“Che ci faccio qui?” … già “Che ci facciamo noi qui?”
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