Questa mattina mettetevi molto comodi. C’è molto da riferire su tre temi: Sanremo, dirigenti RAI a Convegno (riservato) sul tema canone e la presidenza di Viale Mazzini.
Ciao! Mafia. Pizza e spaghetti. Mandolino e ‘O Sole mio. Tiramisù e Mamma Mia. Le parole italiane diffuse nel mondo, ormai universali, sono tante ma spesso ne viene dimenticata o sottovalutata una: Sanremo.
Si da il caso che questa “parolina magica” è una delle poche sulle quali si regge una buona parte del fatturato pubblicitario incassato da RAI insieme alle partite della Nazionale e alle repliche/sequel dei tanti Montalbano o Don Matteo, Un posto al Sole e Chi l’ha visto? Se a Viale Mazzini gli rompi pure questo giocattolo si prospettano dolori. Ricordate poi sempre quanto scritto da Bloggorai nei giorni scorsi sulle “manovre” in corso a Rai Pubblicità. Talvolta le “cose” avvengono per caso, per fatal combinazione. Talvolta no: sotto l’albero del pero cascano pere e non mele. Questa vicenda casca nel pieno della tormenta sul canone e, forse, non è un caso e non casca inattesa. Forse … (ma non dite che Bloggorai è complottista).
La notizia del giorno ovvero di ieri è che il Tribunale Amministrativo Regionale per la Liguria (Sezione Prima) a proposito dell’annosa querelle giuridica sul festival di Sanremo (un tema che dal 2012 è bene a conoscenza dei vertici RAI ovvero da quando Bloggorai era ancora in servizio) ha pronunciato la seguente sentenza dove, in estrema sintesi, si legge che
“ … - dichiara inammissibile il ricorso principale iscritto al R.G. n. 627/2023 etc. etc. etc.
In soldoni: sostengono i giudici amministrativi, il format sarà pur sempre della Rai ma il brand/marchio associato a Sanremo no! Per il futuro il Comune di Sanremo deve andare a gara e chi più ne ha più ne metta e la Rai ha poco da mettere. Punto, a capo. Se l’Azienda vuole, si potrà organizzare il ”suo” festival, farlo svolgere dove meglio crede e chiamarlo come gli pare. Doppio punto a capo.
La RAI, prontamente, ha diffuso una nota dove si legge che “I giudici amministrativi hanno confermato l'efficacia della convenzione stipulata tra Rai e il Comune di Sanremo per l'edizione 2025, nonché la titolarità in capo a Rai del format televisivo da anni adottato per l'organizzazione del Festival … nessun rischio che la manifestazione canora, nella sua veste attuale, possa essere organizzata da terzi". Nota stringata quanto basta: è certamente confermato che l’edizione 2025 è salva mentre, per il futuro prossimo venturo ovvero che il “Festival di Sanremo” in quanto tale possa essere organizzato dalla RAI noi almeno non ci scommettiamo un dollaro bucato.
Chissà perché ci torna subito in mente che nel 2027 scadrà la Concessione Stato/Rai e chissà perché ci torna in mente che da tempo, da anni, gira un vago sospetto che pure questa possa essere messa a gara.
Ognuno faccia il proprio mestiere e Bloggorai non è un tecnico giurista però sa leggere e scrivere. Appena giunta la notizia abbiamo cercato e trovato subito il testo integrale della sentenza e letto per intero, nonché sottoposto ad una prima “verifica” con nostri qualificati esperti . Quello che si legge chiaro e tondo è una serie di argomentazioni robuste, ben esplicitate e, a nostro modesto avviso, molto convincenti. Quello che è in discussione anzitutto riguarda l’annullamento di due ricorsi, di cui il secondo ci appare più rilevante. Ovvero, leggiamo: “ … della Convenzione stipulata tra il Comune di Sanremo e RAI “per la concessione dell’uso in esclusiva del marchio “Festival della Canzone Italiana” e per lo svolgimento della 74esima e 75esima edizione del “Festival della Canzone Italiana” per gli anni 2024 e 2025”…
… di ogni altro eventuale atto preparatorio, prodromico e connesso a quelli sopra indicati e comunque attinenti all’uso in esclusiva del marchio “Festival della Canzone Italiana”, nonché allo svolgimento della 74ª e 75ª Edizione del “Festival della Canzone Italiana” per gli anni 2024 e 2025…”.
I titoli dei principali quotidiani riassumono bene la faccenda: Corriere “Sanremo alla Rai, stop dei giudici. Dal 2026 una gara per il marchio”; Repubblica “Da Mediaset al Nove fino a Sky le altre tv ora sognano il Festival”; La Stampa “Sanremo schiaffo alla RAI. Perché rischia di perderlo”; il Sole 24 ore “Festival di Sanremo, il Tar : «Serve una gara»” e così via.
Basta e avanza per far venire qualche attacco di orticaria a più d’uno, dentro e fuori la Rai. A Bloggorai appare una sonora legnata contro la Rai, magari ci sbagliamo e cambieremo idea.
Adesso però è doveroso distinguere e ragionare almeno tre piani diversi seppure, ovviamente, saldamente connessi tra loro: uno sul piano giuridico, uno fortemente politico e uno “banalmente” editoriale. Sul primo punto, nei prossimi giorni approfondiremo le carte, leggeremo meglio e confronteremo e cercheremo di capire in che termini la Rai potrà ricorrere al Consiglio di Stato e con quali speranze di vincere. Non sarà una battaglia facile: come abbiamo accennato e per quanto abbiamo letto l’impalcatura del TAR ligure è molto solida. Sugli altri due punti ci sarà molto da dibattere: sul piano politico già si levano brontolamenti di protesta sull’italianità del Festival e via trotterellando e si chiede nientepopodimenoche all’AD Rossi di riferire in Parlamento. Sul piano editoriale poi sarà necessario aprire un apposito capitolo presso l’Enciclopedia Britannica. Per ora, comunque, a quanto ci dicono, i vertici RAI sentono gran puzza di bruciato intorno a loro.
Per la cronaca e per aiutare la riflessione tecnico/giuridica, ci è stata proposta una interessane similitudine: negli anni passati, intorno al 2012, c’è stato un caso analogo (seppure privati tra privati) sul brand “Mille Miglia” laddove l’Aci di Brescia venne indotta a fare una gara per la sua assegnazione.
Per ora fermiamoci qui. Più tardi pubblichiamo un secondo post sugli altri due argomenti. Rimanete sintonizzati.
bloggorai@gmail.com
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