Ogni tanto nei mercatini compare una paranza di tre compari
che gioca con le tre carte dove, inevitabilmente, qualcuno rimane fregato. L’abilità
del magliaro fa si che sia facile intravvedere la carta giusta dove puntare per
poi farla sparire con quella “bucata”… è un fiato, un attimo, un soffio e “carta
vince, carta perde”.
Allora ieri è successo che si è materializzato uno dei fantasmi
dui cui abbiamo parlato, la Vigilanza RAI dove è stato audito il ministro Urso
che ha rilasciato dichiarazioni importanti che meritano di essere messe a punto
e in ordine.
A: attualmente è in vigore il Contratto di Servizio 2018-22
la cui scadenza è stata prorogata al prossimo settembre.
B: questo Contratto prevede, all’art. 25,u, che “… la Rai è
tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, entro
sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta
Ufficiale, un piano industriale di durata triennale…”
C: il Piano industriale di durata triennale tutt’ora in
vigore è stato approvato a marzo 2019 ed è vigente in forza a seguito della
sospensione avvenuta a marzo 2020 che, di fatto, ne ha fatto slittare la
validità di un anno.
D: una bozza di Piano industriale è stato presentato in Vigilanza
lo scorso 21 luglio insieme al Piano immobiliare rimasto poi lettera morta a seguito
della crisi di governo e nei giorni precedenti (13 luglio) anche ai sindacati.
E: la relazione tra Contratto di Servizio e Piano industriale
è definita esattamente nel citato articolo 25 del Contratto oggi in vigore: è
il Contratto che determina il Piano e non viceversa non foss’altro perché la
logica sinallagmatica del Contratto prevede che si debbano definire prestazioni
in cambio di sovvenzioni (canone). Parlare oggi di obbligo di definire il piano
senza prima concludere il Contratto dove si definiscono gli obiettivi e gli
strumenti per conseguilo appare del tutto illogico.
F: recentemente la presidente Soldi ha dichiarato che, a proposito
di una presunta “bocciatura” del Contratto da parte del Ministero, che
è in corso una normale interlocuzione, cioè che le parti stanno lavorando allo
scambio di bozze di lavoro, come previsto da questo schema:
A: leggiamo sul Corriere “… ha sottolineato come la mancata
presentazione da parte di Fuortes del piano industriale in consiglio di
amministrazione impedisca ora la sottoscrizione del contratto di servizio tra
Stato e Rai…”
B: leggiamo su La Stampa “L'amministratore delegato ha pieni
poteri e mi aspetto che proceda sul piano industriale, una delibera che ci
consente di proseguire con il contratto di servizio”.
Dunque, quanto successo ieri si divide esattamente su due
livelli: uno meramente tecnico giuridico e l’altro assolutamente politico.
Sul primo livello, per quando di nostra conoscenza e
competenza non ci sono dubbi: il ministro Urso sembra aver mescolato fischi per
fiaschi: non è scritto da nessuna parte che il Piano industriale (peraltro in vigore)
impedisce l’avanzamento del rinnovo del Contratto di Servizio i cui lavori sono
in corso. Il tema si sposta sul secondo livello e sulle dichiarazioni che si
leggono sia dello stesso ministro che di altri esponenti della maggioranza di
Governo: “Urso attacca Fuortes. Non mi risponde” (Corriere), “Ultimatum di Urso
a Fuortes: adesso il Piano”, “…confermato la opportunità di un rapido
avvicendamento al vertice operativo della RAI …” nota di Gasparri e, infine, la
nota della Lega dove si legge “…impegno
affinché la Rai torni ad essere un'azienda competitiva e al servizio degli
italiani, a partire dal rinnovo della governance…”.
Ora tutto sta a capire se quanto avvenuto ieri in Vigilanza
punta a rafforzare il disegno di spingere Fuortes fuori dalla RAI o meno. La nostra
opinione è che, formalmente, alcuni lo vorrebbero ma, sostanzialmente, non riescono
a farlo. Le “dimissioni” che Fuortes potrebbe rassegnare sono immaginabili solo
a condizioni indeterminate: che venga presentato un nuovo Piano Industriale,
che poi venga bocciato e che l’AD ne possa trarre la conclusione che si debba
dimettere. Tre elementi tutti da verificare nella loro concretezza e nei tempi
necessari. Ancora, da non dimenticare che è tutt’ora valido l’impegno preso tra
la Meloni e lo stesso Fuortes a riversi a seguito dell’approvazione del
bilancio e, infine, da tenere bene in mente che mancano poche settimane dallo sciopero
generale Rai che non passerà certo inosservato. Intanto, comunque, è stata formalizzata
una prossima audizione di Fuortes in Vigilanza e ancora non calendarizzata:
prima o dopo l’incontro con la Meloni?
Chiudiamo: la nostra sensazione è che sia stata buttato il
pallone in tribuna: la “politica” tutta intera, compresa l’opposizione di PD e
M5S, ha cercato di scaricare su Fuortes la responsabilità di non aver affrontato
il nodo RAI per la sua interezza a alimentato il caravanserraglio dei vari teatrini
dell’Opera di Milano, Firenze o Napoli. Questa una vera fonte di incertezza e instabilità.
Nota a margine: notizia clamorosa di questa mattina “Richard
Sharp si dimette da presidente della BBC dopo aver omesso di dichiarare il
legame con il prestito di Boris Johnson. L'indagine afferma che Sharp ha
infranto le regole sulle nomine pubbliche, creando "potenziale conflitto
di interessi percepito". Attenzione ai termini: “potenziale” e “percepito”.
Esattamente come da noi, la stessa cosa.
Rimanete sintonizzati, ci potrebbe essere di più e di
meglio.
bloggorai@gmail.com
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