Allora è successo che ieri, sempre su Repubblica, è stato pubblicato un articolo sul tema delle repliche su Rai Uno e, appunto, ieri sera, è andata in onda l’ennesima di Montalbano. Da tempo abbiamo posto il problema ma il pezzo della Fumarola di ieri ha sollevato qualche osservazione. Un articolo del genere non nasce dal nulla e non si mette facilmente in relazione al canone. Per scrivere che “Si paga il canone per dodici mesi, perché il pubblico del servizio pubblico non dovrebbe avere diritto di vedere cose nuove?” occorre un ragionamento raffinato e un contesto di riferimento. Il primo non può essere semplicemente una constatazione di un fenomeno peraltro già noto da tempo e il contesto (il canone) non è casuale. Lo abbiamo già scritto: il canone sarà il problema cruciale per la sopravvivenza del Servizio Pubblico. Domande: a chi giova, seppure con un riferimento relativamente corretto (repliche), alimentare questo tema? Perché a Viale Mazzini, certamente consapevoli di quanto detto, si ostinano ottusamente a mandare in onda queste repliche proprio in questo periodo dell'anno? Abbiamo posto il problema e le risposte sono semplici e disarmanti: “Costano poco e rendono molto” e “In questo momento, non c’è di meglio per sostenere gli ascolti” e infine “Ai telespettatori piacciono”. Grasso sul Corriere.it la tocca piano: “Pretty Woman … questo film piace perché c’è un fondo di romanticismo che permette ai protagonisti di redimersi e a noi di vedere e rivedere per l’ennesima volta il film”. Buttata in caciara, come quando ci si chiede il perché dell’astensionismo al voto e il perché gli italiani si esprimono verso i partiti in certi modi. Una possibile chiave di lettura la fornisce stamattina il pezzo di Biondi sul Sole su dati dello Studio Frasi: “Sull'offerta televisiva dei consueti broadcaster il consuntivo del primo trimestre vede l'ascolto scendere di 1,6 milioni di individui nelle 24ore (a quota 9 milioni) e di 3,6 milioni in prima serata (a quota 21 milioni). Tutti gli editori presentano ascolti in rosso”. Tutti perdono telespettatori, la Rai mantiene le posizioni ma si avvicina sempre più a Mediaset. Perché si perdono telespettatori? Se non si riesce a rispondere a questo interrogativo hai voglia a mandare repliche di Montalbano e Pretty Woman.
L’affare Giletti si complica. I punti fermi granitici sono: lo scorso 16 marzo la Repubblica.it pubblica un pezzo con il titolo “Il tesoro del Cavaliere. La lente dell’Antimafia su 70 miliardi di lire a Berlusconi” e pochi giorni dopo, il 7 aprile, La7 comunica di aver interrotto la messa in onda di Giletti senza motivare il perché (che forse sapremo domenica sera quando andrà inonda uno speciale sul tema).
Interessante da vedere: https://www.rainews.it/tgr/toscana/video/2023/03/watchfolder-tgr-toscana-web-rizzo---soldi-mafia-berlusconi-1935mxf-8d1f07ef-3a44-4e97-a562-f69805b38ab5.html
Tra questi due punti, o meglio di contorno, ci sono illazioni, gossip e vocine che vorrebbero Giletti che torna in RAI (Salvini solidale) in parallelo con Santoro (Schlein solidale ?). A parte una interessante riflessione sul potere mediatico di una immagine fotografica che non è dato sapere con certezza se esiste o meno (quella che Baiardo ospite di Giletti avrebbe fatto vedere a qualcuno) altre certezze non ci sono. Almeno per ora. Ci tornano solo in mente le immagini suggestive de Il Caimano di Nanni Moretti e quella scena di soldi che piovono dal tetto.
Chiudiamo con l’ennesima tarantella sul futuro di Fuortes&C: oggi si legge che potrebbe essere varata una norma che consentirebbe di rimuovere l’attuale sovrintendente di Napoli per far posto all’AD RAI. Bloggorai ci mette la firma: con una ipotesi del genere il conto presso il Bar dove riscuoterò caffè si allunga fino al prossimo anno. Nel mentre e nel quando di una pennica e l’altra, tra due giorni si terrà il Cda e Fuortes& C sono pronti a suonare la grancassa. Domani è un altro giorno e si vedrà.
bloggorai@gmail.com
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