giovedì 6 aprile 2023

RAI: ...avanti o Popolo ... alla riscossa ...


Autorevoli fonti ci raccontano una scena suggestiva quanto surreale che sembra accaduta al VII piano di Viale Mazzini. Sembra che sia stato visto un signore camminare per i corridoi intorno alle 19 e lo hanno sentito mormorare parole apparentemente incomprensibili … tipo “Adacquatore, Ammagliecà, Banneriola de la cannala, Batticulo, Chiancarella, Caniste pi quagliuni …” e così via in ordine alfabetico intervallate da un canticchiello del tipo “O surdat’ innamorato…”. Si tratta senza dubbio di un frasario napoletano-italiano di larga diffusione e indispensabile per chiunque ama quella città e quella cultura. Ma perché questo oscuro e misterioso personaggio si adopera con tanta lena ad imparare il partenopeo di uso  corrente? Non è dato sapere ma qualcosa … sotto sotto, c’è. Si tratta di un “soffietto leggere leggero.. . funicolì funicolà …” secondo il quale qualcuno è alla disperata ricerca di una collocazione per l’AD Rai Carlo Fuortes che, in verità, nessuno sa bene dove potrebbe essere allocato qualora qualcuno decidesse di chiedergli, cortesemente, di farsi luogo nelle prossime settimane. Ci riferiscono che sia stato creato un “Gruppo di lavoro Ad Hoc” e che abbia esaminato alcune ipotesi teatrali:

A - Milano, nun se pò fa

B - Firenze: lasciamo perdere

C - Bari, già dato

D - Palermo, lontano

E - Trieste, periferico

F - Roma, manco a li cani!

Rimangono Napoli, Cagliari e Cosenza, Viterbo e tante altre città ancora meritevoli di attenzione. E, in questa chiave, con tutto il rispetto per le altre due città, una ipotesi sfrugugliante potrebbe essere appunto sotto il Vesuvio e allora tutto torna. Il Gruppo di lavoro Ad Hoc, ci dicono, non  stato in grado di trovare acconcia soluzione. Problema che rischia di diventare imbarazzante.

Bene, finora abbiamo parlato di cose serie, ora invece scherziamo.

Oggi, ci riferiscono, che un importante dirigente interno, noto per la sua simpatia, starebbe preparando le valigie per traslocare al VII piano con l’impegno però di lasciare libera la poltrona tra un anno. Si tratterebbe di una specie di “scalda posto” ovvero quello che una volta i Nobili romani usavano fare quando si recavano agli spettacoli pubblici ovvero, una specie di yoghurtino con la data di scadenza e, per di più, “accompagnato” ovvero “commissariato” per fare in modo gentile che, non si sa mai … vuoi vedere che il “partito Rai” ci dovesse mai mettere qualche zampino di traverso. Quale sia la logica che soggiace a questo disegno è difficile da comprendere: sia dal punto di vista del “commissariato” quanto del “commissariante”. Il primo, giocoforza e per la natura del suo incarico a tempo determinato, potrebbe al massimo con i poteri che gli verranno concessi, organizzare il turno di annaffiatura delle piante dentro e intorno al Palazzo di Viale Mazzini. Chi glielo fa fare? Chi lo conosce bene ci dice: “Il suo Ego smisurato, pur di poter dire che è stato anche solo per un giorno AD RAI si venderebbe pure la catenina della prima Comunione”. Il "Commissario” pure potrebbe avere poca convenienza a trovarsi tra le mani tutte le rogne e le grane che gli capiteranno tra capo e collo da qui all’eternità. Chi glielo fa fare? Forse il “Governo lo chiede” ma, a quanto sembra, il personaggio non sta facendo salti di gioia al solo pensiero di vedersi capatapultato nel bailamme prossimo venturo.

E, già che siamo in tema, la prima grossa grana si prevede già per il prossimo 26 maggio, giorno indicato da tutti i Sindacati Rai per uno sciopero generale. I temi sollevati non lasciano spazio a dubbi di interpretazione: “… carenza di progettualità che ha caratterizzato l'azione del management … non è stata in grado di dare risposta compiuta alle gravi questioni poste dalle organizzazioni sindacali … è uscita rafforzata la convinzione che dopo quasi due anni dalla nomina degli attuali vertici poco o nulla sia stato fatto per dare risposte ai problemi e alle criticità che rischia di strangolare la Rai…” e questi i punti salienti: piano industriale, piano immobiliare, canone in bolletta, situazione finanziaria, futuro di RAI Way, centri di produzione, sedi regionali, aree editoriali, radiofonia, rinnovo del contratto, Smart Working e altro ancora.

Per quale dannato motivo il nuovo che avanza si dovrebbe incollare questo “benvenuto” piuttosto che lasciarlo serenamente in eredità al vecchio che rimane?

Bloggorai@gmail.com

 


 

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