Dunque, più o meno siamo rimasti qui ed anche le nostre riflessioni, i nostri torbidi e intorcinati pensieri sono ancora una volta arenati, in attesa di un non si sa bene che cosa possa essere, un "aspettando un Godot" che non si sa quando mai potrà arrivare. O meglio, qualcosa è atteso e quel qualcosa potrebbe essere lo spartiacque delle prossime settimane, mesi, del futuro stesso della Rai.
Parliamo del “se ne va o no .. se ne va si o no” di Carlo Fuortes diventato una specie di tormentone estivo tipo “Vamos alla Plaja…”. Imbarazzante per tutti: se ne parla da mesi, tanti mesi, con tutti gli allegati e connessi gossip e taglia e cuci su chi va e chi viene. Nelle mani di un solo uomo il destino dell’Azienda. Voi lo sapete bene come la pensiamo: abbiamo scommesso e continueremo ad accettare scommesse che Fuortes resta per le note ragioni che abbiamo più volte scritto e per non averne lette o ascoltate altre più razionali e convincenti.
Dunque, almeno da un vista puramente formale, le prossime scadenze certe sono il Cda per il bilancio, previsto per la prossima settimana, e dopo quanto avvenuto lo scorso 6 marzo “Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi l’Amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes. Nel corso del colloquio, è stata esaminata la situazione economico-finanziaria della Rai in vista del bilancio consuntivo 2022 che verrà chiuso entro il mese di aprile 2023. Il Presidente Meloni e Fuortes torneranno a incontrarsi dopo l’approvazione del bilancio Rai”. quando avverrà l’incontro e quali saranno le valutazioni che potranno essere fatte, ovviamente, non è dato sapere. A seguire la lettera del comunicato di Palazzo Chigi, si dovrebbe parlare di conti e non di altro. In quella sede potrebbe succedere che la Meloni gli chieda, cortesemente, di lasciare libero il posto perché nel frattempo gli è stata trovata altra sistemazione? Possibile per quanto poco probabile.
Calendario alla mano, salvo improvvisi compi di mano, dopo il Cda ci troviamo alla fine del mese ovvero primi del mese prossimo e sarà alle porte lo sciopero generale previsto per il 26 maggio. È pensabile che seppure ci fosse un lampo in grado di squarciare la notte, si possa cambiare l’AD e far trovare al nuovo che avanza un regalino di benvenuto a Viale Mazzini con uno sciopero sul groppone? Per carità di Patria: tutto è possibile.
Nota a margine: oggi su Repubblica, la solita bene informata giornalista che segue le vicende RAI, si è avventurata a sostenere che “L’opposizione si risveglia” perché “L'insediamento della bicamerale di controllo sulla Rai, rinviato sine die proprio a causa del mancato accordo fra le minoranze, è stato possibile grazie al "sacrificio" del Pd. Il quale si è fatto carico del problema, cedendo al Terzo polo una delle vicepresidenze che pure gli spettava in quanto seconda lista più votata alle elezioni. Intesa faticosa, alla luce dei continui battibecchi, ma infine raggiunta grazie a un'azione paziente di dialogo e ricucitura”. Fenomenale! Grazie al “sacrificio” del PD! Da non credere! Anzitutto: non si capisce perché non si è “sacrificato” prima ed ha lasciato marcire un grave problema istituzionale? Senza poi dimenticare il placet all’aumento del numero dei parlamentari in Vigilanza, passato sotto silenzio totale e, infine, nel merito del “sacrificio” aver concordato quel pacchetto di Presidenza che, per usare un eufemismo, appare alquanto “bizzarro”.
Se è questo il risveglio dell’opposizione cioè questa la caratura, il peso, lo sforzo che è grado di esprimere, quasi quasi, viene voglia di sperare che possa dormire ancora, magari in attesa che arrivino i rinforzi che ancora nessuno sa bene chi possano essere e da dove potranno arrivare. Magari, chissà, nel sogno potrà esserci una visione da tutti attesa. Per gli appassionati del tema: si consiglia di rileggere il Post di sabato scorso.
No, non siamo partiti, non ce ne siamo mai andati. Siamo sempre al punto di prima. È un continuo gioco dell’Oca che ti porta sempre ad un punto arretrato.
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