Buona Festa della Liberazione! Attenzione, forse non è ancora pienamente
compiuta, condivisa e liberata dai tanti
vari fascisti vecchi e nuovi.
Nei giorni scorsi abbiamo riflettuto molto seriamente sulla
convinta approvazione del bilancio RAI avvenuto von viva e vibrante
partecipazione unanime dell’intero Cda. Sicchè, è successo ieri che dopo aver
pubblicato il Post dove abbiamo riflettuto sul tutto o niente, oggi scherziamo
e vi riferiamo la sintesi di due conversazioni fantasiose e immaginarie tra due
autorevoli personaggi (del tutto inventati …sia ben chiaro) che ci hanno
proposto alcuni argomenti di riflessione.
Argomento n. 1: il Cda di lotta e di governo. Poca lotta e
tanto governo. La domanda che è stata posta è molto semplice: cosa sarebbe successo
qualora un/a consigliere/a avesse votato contro il “pareggio di bilancio” oppure,
più modestamente, si fosse solo astenuto? Abbiamo provato ad approfondire il problema
“tecnicamente” e la risposta è stata semplice e chiara: un voto contro o un’astensione
non determina nulla, rigorosamente nulla. Sarebbe rimasto agli atti che Tizio o
Caia hanno votato contro o astenuto. Nulla altro da aggiungere e allora la
conversazione si sposta su altri piani: perché? La risposta fornita
ufficialmente sul “senso di responsabilità” è fragile e inconsistente come una ruota
bucata: può reggere solo se, a seguito di un voto in dissenso, si sarebbe messa
a repentaglio la sopravvivenza economica dell’Azienda cosa evidentemente
impossibile. Allora la risposta va cercata altrove. Questo consiglio è un frutto
avvelenato di un albero malato: nasce sotto il segno di una legge nefasta ed è
stato nominato da un Governo provvisorio ed occasionale. La scelta dei nomi
è avvenuta formalmente senza criteri trasparenti e la conseguenza è quello che
vediamo. È un Cda che non ha altra ambizione che sopravvivere a se stesso,
senza altro obiettivo che tenere banco. Nella migliore delle ipotesi elenca i
problemi. Amen.
Argomento n.2: la stucchevole e imbarazzante saga dell’AD
che un giorno esce e un altro rimane coinvolge e travolge tutti, a partire dall’interessato.
Che senso ha alimentare ‘sta tarantella dei vari teatrini che lo vogliono o lo
rimbalzano? Con che autorevolezza e credibilità si presenta quando non conferma o non smentisce le notizie che riguardano la sua continuità a Viale Mazzini? Perché qualcuno non
afferma pubblicamente quali sono le reali intenzioni che si intendono perseguire
per “il bene della RAI”? Un’Azienda normale può tollerare un AD incerto, traballante,
pronto a dirigere TeleMinkia? Da questo sfacelo non si salva nessuno: la politica
in primo luogo, il Cda per intero e i dirigenti che lo tollerano che però dichiarano
a gran voce “L'Adrai e con essa tutti i dirigenti della Rai faranno tutto
quanto sia loro possibile per contrastare un declino aziendale che sembra sfuggire
ai radar di chi dovrebbe guidarla". Ma da quando è iniziato il declino, e
non da ieri, loro dove erano? Alcuni, forse, a farsi fotografare sotto i giardinetti
di Viale Mazzini. Domanda finale posta dal nostro fantasioso interlocutore: ma perché
il Cda che ha competenza e responsabilità, non propone una lettera aperta all’AD
dove lo richiama ai suoi doveri non solo e non tanto per gli aspetti formali ma
per quelli sostanziali di rispetto per l’Azienda che dirige che richiede scelte
chiare e trasparenti?
Chiacchere in libertà, fantasiose: ogni riferimento a
persone e vicende realmente accadute è assolutamente occasionale e frutto di
pura fantasia. Seppure fossero “verosimili” cambierebbe poco. Proprio come cambia
poco leggere su Italia Oggi di questa mattina un titolo come “Auditel,
Mediaset supera la Rai – A marzo finisce l'effetto Sanremo per Viale Mazzini e
il Biscione è primo nell'intera giornata”. Merita un voto unanime.
bloggorai@gmail.com
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