martedì 25 aprile 2023

La RAI e il suo futuro dietro le spalle


Buona Festa della Liberazione! Attenzione, forse non è ancora pienamente compiuta, condivisa  e liberata dai tanti vari fascisti vecchi e nuovi.

Nei giorni scorsi abbiamo riflettuto molto seriamente sulla convinta approvazione del bilancio RAI avvenuto von viva e vibrante partecipazione unanime dell’intero Cda. Sicchè, è successo ieri che dopo aver pubblicato il Post dove abbiamo riflettuto sul tutto o niente, oggi scherziamo e vi riferiamo la sintesi di due conversazioni fantasiose e immaginarie tra due autorevoli personaggi (del tutto inventati …sia ben chiaro) che ci hanno proposto alcuni argomenti di riflessione.

Argomento n. 1: il Cda di lotta e di governo. Poca lotta e tanto governo. La domanda che è stata posta è molto semplice: cosa sarebbe successo qualora un/a consigliere/a avesse votato contro il “pareggio di bilancio” oppure, più modestamente, si fosse solo astenuto? Abbiamo provato ad approfondire il problema “tecnicamente” e la risposta è stata semplice e chiara: un voto contro o un’astensione non determina nulla, rigorosamente nulla. Sarebbe rimasto agli atti che Tizio o Caia hanno votato contro o astenuto. Nulla altro da aggiungere e allora la conversazione si sposta su altri piani: perché? La risposta fornita ufficialmente sul “senso di responsabilità” è fragile e inconsistente come una ruota bucata: può reggere solo se, a seguito di un voto in dissenso, si sarebbe messa a repentaglio la sopravvivenza economica dell’Azienda cosa evidentemente impossibile. Allora la risposta va cercata altrove. Questo consiglio è un frutto avvelenato di un albero malato: nasce sotto il segno di una legge nefasta ed è stato nominato da un Governo provvisorio ed occasionale. La scelta dei nomi è avvenuta formalmente senza criteri trasparenti e la conseguenza è quello che vediamo. È un Cda che non ha altra ambizione che sopravvivere a se stesso, senza altro obiettivo che tenere banco. Nella migliore delle ipotesi elenca i problemi. Amen.

Argomento n.2: la stucchevole e imbarazzante saga dell’AD che un giorno esce e un altro rimane coinvolge e travolge tutti, a partire dall’interessato. Che senso ha alimentare ‘sta tarantella dei vari teatrini che lo vogliono o lo rimbalzano? Con che autorevolezza e credibilità si presenta quando non conferma o non smentisce le notizie che riguardano la sua continuità a Viale Mazzini? Perché qualcuno non afferma pubblicamente quali sono le reali intenzioni che si intendono perseguire per “il bene della RAI”? Un’Azienda normale può tollerare un AD incerto, traballante, pronto a dirigere TeleMinkia? Da questo sfacelo non si salva nessuno: la politica in primo luogo, il Cda per intero e i dirigenti che lo tollerano che però dichiarano a gran voce “L'Adrai e con essa tutti i dirigenti della Rai faranno tutto quanto sia loro possibile per contrastare un declino aziendale che sembra sfuggire ai radar di chi dovrebbe guidarla". Ma da quando è iniziato il declino, e non da ieri, loro dove erano? Alcuni, forse, a farsi fotografare sotto i giardinetti di Viale Mazzini. Domanda finale posta dal nostro fantasioso interlocutore: ma perché il Cda che ha competenza e responsabilità, non propone una lettera aperta all’AD dove lo richiama ai suoi doveri non solo e non tanto per gli aspetti formali ma per quelli sostanziali di rispetto per l’Azienda che dirige che richiede scelte chiare e trasparenti?

Chiacchere in libertà, fantasiose: ogni riferimento a persone e vicende realmente accadute è assolutamente occasionale e frutto di pura fantasia. Seppure fossero “verosimili” cambierebbe poco. Proprio come cambia poco leggere su Italia Oggi di questa mattina un titolo come “Auditel, Mediaset supera la Rai – A marzo finisce l'effetto Sanremo per Viale Mazzini e il Biscione è primo nell'intera giornata”. Merita un voto unanime.

bloggorai@gmail.com


 

Nessun commento:

Posta un commento