E già, perché a fronte di un Comunicato (immaginiamo sottoscritto
con vivo e vibrante ardore) dove si legge che “Nel 2022 il Gruppo Rai si
conferma al primo posto nel mercato televisivo con il 36,7% di share
sull’intera giornata e il 37,9% sul prime time, con una chiusura di anno in
crescita grazie anche alla programmazione dei Mondiali di Calcio in Qatar. Rai1
conserva la leadership sia nelle 24 ore (18,2%) sia in prima serata (20,5%) e
la Rai svetta nelle classifiche dei programmi per generi, monopolizzando quella
per la fiction”.
Succede che non passano nemmeno poche ore che ti esce il
1° Osservatorio 2023 sulle Comunicazioni 2023 di AgCom (ovviamente... ovviamente ... non he ha scritto quasi nessuno) dove si legge
che, a fronte di un calo generalizzato degli spettatori negli ultimi quattro anni
del 13% nel prime time e dell’11,2% nel day time, questa la situazione a confronto
RAI e Mediaset:
GIORNO MEDIO - PRIME TIME
telespettatori in mln – var. %
2018-2022
RAI -13,9%
Mediaset - 4,1%
GIORNO MEDIO – INTERO GIORNO
RAI -12,7%
Mediaset -
1,5%
SHARE PRIME TIME
RAI -
0,4%
Mediaset + 3,4%
SHARE DAY TIME
RAI -
0,7%
Mediaset +
3,6%
Vi risparmiamo per ragioni di spazio gli altri dati che non sono
meno significativi. Oltre a girare le palpebre, tanto per gradire, poniamo una
domandina semplice semplice: ma non succede nemmeno per sbaglio che qualcuno si
ponga il dubbio che qualcosa non torna e che il “pareggio di bilancio” di per
se è una foglia di fico che cela ben altri problemi? A nessuno viene mai in
mente di provare a chiedersi se questo fenomeno del calo degli ascolti è ineluttabile e in che modo si può provare a fronteggiarlo che non sia mandando in replica Montalbano all'ennesima potenza?
Allora ci viene il dubbio che forse ci siamo sbagliati e
che non riusciamo a spiegare in giro perché abbiamo aderito al voto unanime sul
bilancio con tanto fervore. E se ci fossimo astenuti oppure, meglio ancora, votato
contro? Cosa sarebbe successo tale da mettere a repentaglio la sopravvivenza
dell’Azienda? Lo ammettiamo: non abbiamo strumenti e conoscenza di fatti, circostanze
e riflessioni che ci hanno indotto a fare il regalino di Primavera a Fuortes senza
nemmeno porre un dubbio di circostanza.
Per tutto il resto ... ovvero sulla saga del “Se ne va o no
..se ne va si o no???” non ci sono novità (con viva e vibrante preoccupazione di
chi scalpita a Viale Mazzini) e però registriamo un curioso fenomeno: lo
schieramento della carta stampata sulla contesa. Da un lato i corifei
alimentati da soffietti interni sul “se ne va certo che si” dall’altro ci
sempiterni dubbiosi del “Forse, vedremo, dipende … la Meloni è incerta, deve
vedersela con la Lega”. Provate ad indovina La Stampa da che parte pende e
provate a chiedervi il suo direttore di chi è grande amico. Piccole beghette, antiche
amicizie e facili vendette.
bloggorai@gmail.com
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