giovedì 20 aprile 2023

RAI: hanno fatto il deserto e lo chiameranno "pareggio di bilancio"

Foto di Marion da Pixabay

Povero cavallo di Viale Mazzini: preso sarà necessario fare una coletta per pagare una lucidatina ogni tanto, giusto per evitare che possa arrugginire.

Hanno fatto il deserto e lo chiameranno “pareggio di bilancio”. Hanno spianato il futuro dell’Azienda e lo chiameranno “Siamo impegnati a…”. Hanno ammutolito ogni dibattito, ogni riflessione, ogni proposizione e diranno “La colpa è della politica”. Hanno lasciato crescere e maturare l’erba malata dell’incertezza e della confusione con le tarantelle del rimane si o no e faranno finta di niente, come se nulla fosse. Rimarranno in una perenne attesa di altro, di altri, di diverso, di qualcosa che nessuno sa bene cosa possa essere e quando mai potrà avvenire e lo chiameranno futuro.

Consigliato caldamente di leggere il discorso di Tim Davie della BBC dello scorso dicembre e poi fate paragoni:

https://rts.org.uk/article/leading-uk-digital-speech-bbc-director-general-tim-davie 

Tutto qui: chi forse si e chi forse no (forse), chi volente chi nolente, oggi approveranno il bilancio e alcuni saranno felici e contenti, appagati e sereni, altri forse complici involontari oppure colpevoli attoniti, muti e rassegnati del genere “Tanto che ce voi fa?”. Altri, infine, attendono speranzosi che le carte possano rimescolarsi e trovare un pertugio dove infiltrarsi per dirigere l'Azienda. 

Per fortuna stamattina che ci soccorre il Sole 24 Ore a darci conforto e sollievo.

Questi i numeri essenziali: la posizione finanziaria netta a -578 mln e peggiora di 79 mln rispetto al 2021. La raccolta pubblicitaria si riduce del 5,8% pari a 58 mln. Gli investimenti calano di 28 mln. Tutto questo nel guado del rinnovo del Contratto di Servizio, dell’incertezza sul futuro del canone, della platea televisiva che cala progressivamente, di una stagione di nomine interne sottoposte al solo vaglio del gossip e della bassa cucina e delle infinite repliche tra i vari Montalbano.

Dei numeri citati uno è di particolare rilevanza: diminuiscono gli investimenti. Con il pareggio di bilancio, bene che vada, sopravvivi ovvero “tiri a Campari”. Se non investi sei fuori. Se non ti indebiti, se non vai alla ricerca di nuovi prodotti o mercati, se non aggredisci con la qualità e la quantità di un offerta editoriale che costa, cara, sei fuori. Se non hai un progetto, una visione, un’idea quale che essa sia sei fuori. Qualsiasi cosa possa venire in mente ha un costo e allora le scelte sono obbligate:

A a parità, scarsità o incertezze di risorse riduci il perimetro degli impegni e delle spese

B ti indebiti

C tappi i buchi e accendi un cero a San Gennaro.

Si parla e si legge tanto di Napoli in questi giorni: fosse questa la soluzione?

Nel frattempo, il Messaggero ci informa che oggi si voterà il Piano Immobiliare dove si prevede di spendere circa 450 mln nei prossimi anni. Come finanziarlo non è dato sapere. Però si sa che si vorrebbe spostare una parte delle produzioni a Milano e ridurre (ottimizzare usano dire) gli spazi di Roma, magari riducendo il numero delle persone occupate (ma questo non lo diranno mai).

Bloggorai@gmail.com

 


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