Oggi non c’è nulla di rilevante da riferire e ne
approfittiamo per una riflessione a margine.
Bene, allora, ieri è successo che ero in viaggio verso l’amata
Val Tiberina, comodamente seduto sui sedili posteriori della macchina dove
guidava la mia esperta e fedele pilota, e tra una telefona e l’altra, intento a sfogliare
i giornali e consultare Whatsapp è successo che due storie, in qualche modo
connesse tra loro, mi agitavano il pensiero. Lo sfruguglio è arrivato quando, per
l’ennesima volta come un tormentone, mi è stato chiesto perché ritengo che
Fuortes&C possano rimanere ancora al loro posto e non lasciare libero il campo
alla “destra” che avanza.
Con ordine: la risposta è semplice. Ditemi anzitutto quale
ragionamento, quale presupposto logico politico dovrebbe indurre l’AD a dimettersi.
Ci sono poche possibilità: A si dimette per “motivi personali” e va in vacanza
in qualche paesino appenninico; B l’azionista lo sfiducia; C
viene indotto a dimettersi perché la Patria lo chiama in cambio di adeguata “ricompensa”.
Escludiamo A e B: il personaggio non si dimetterà mai sua sponte e il Tesoro
non ha tempo, voglia e modo di avviare un’operazione molto lunga e complessa. Rimane
solo C ma, al momento, manca la “chiamata” della Patria e non c’è la “ricompensa”
di un teatrino qualsiasi. Amen. E speriamo pure che i colleghi che pure seguono
con tanta passione il cip e ciop, il gossip e il taglia e cuci se ne facciano ragione.
Allora il secondo tema è interessante: si è svolto nei
giorni scorsi un incontro della destra “intellettuale”, gli “stati generali della
cultura” del Governo Meloni con un occhio rivolto alla RAI. Non entriamo nel merito di quanto è stato proposto
e dibattuto ma ci incuriosisce la forma, la rappresentazione mediatica dell’evento
che è poi pure sostanza. La destra di Governo si pone un problema di una sua identità culturale che la
sinistra invece non sa più nemmeno da che parte cercare. La destra anzitutto è
destra e la sinistra non si sa più nemmeno bene quale essa sia e in che forma
viene percepita e votata. La destra si aggrega, sia pure in modo conflittuale,
e la sinistra si “sgrega” e assume forme via via sempre più indefinite e
indefinibili. La destra si pone il problema di come essa possa impadronirsi ed
entrare nel racconto del Paese di par suo e la sinistra invece si pone solo il problema
di come conservare quel poco che gli rimane di un antico passato P&P ovvero Poltrone & Potere. La sinistra? Quale
sinistra? Boh! Difficile nasconderlo: corre un filino sottile sottile di
invidia mista ad un sano sconforto e preoccupazione: si aggira la vaga impressione
che questa destra ce la terremo per lungo tempo ancora.
Bene facciamo allora scendere il cielo sulla terra e riportiamo
questa riflessione sulla Rai. La logica secondo cui Fuortes dovrebbe lasciare
perché la destra lo vuole sembra alquanto debole e problematica. Necessario chiedersi
allora: Fuortes è di “sinistra” solo perché nominato da Draghi e in beneplacito del PD? Quella parte del “suo”
(che poi suo non è) Piano industriale e relativa riforma per generi è di destra
o di sinistra? La bislacca teoria del “pareggio di bilancio” è di destra o di
sinistra? Lo stato confusionale sul futuro del canone è di destra o di sinistra?
E così via trotterellando. Così come stanno le cose, per quale dannato motivo
si dovrebbe intendere o percepire un Fuortes di “sinistra” avverso ad un
Fuortes di “centro” che dir si voglia? Cosa avrebbe fatto o cosa potrebbe fare
di “sinistra” che la destra possa temere? Nella peggiore delle ipotesi, potrebbe
rinnovare il contratto ad Amadeus per il prossimo Sanremo? Che paura!!! E per
quale dannato motivo questo Fuortes, esattamente così com’è in queste
determinate circostanze, dovrebbe essere rimosso e, per di più, alla vigilia di
uno sciopero generale dove gli si rimprovera, giustamente, tutto lo scibile umano
e aziendale? A non sapere leggere e scrivere, converrebbe ai più che le grane
se le sbobini da solo e, già che ci siamo, ci troviamo alla viglia dei palinsesti
di giugno, altra bella grana da pelare.
Ps: abbiamo scritto in epoca non sospetta, già dallo scorso anno,
che Fuortes avrebbe mangiato il panettone 2022 e l’uovo di Pasqua 2023: stiamo
riscuotendo le vincite delle scommesse.
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